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La svolta dell’IA: un mondo (online) sempre più iperpersonalizzato

Se c’è un aspetto in cui la lunga mano dell’Intelligenza Artificiale si può più facilmente notare questo è quello del marketing. IA, machine learning e iperpersonalizzazione stanno infanti cambiando il web e il modo in cui le aziende vendono, promettendo di rivoluzionare ancora di più le dinamiche e i meccanismi nel prossimo futuro.

Ma cosa si intende per “iperpersonalizzazione”? Il prefisso ci fa capire che è qualcosa che va oltre la semplice personalizzazione e che si inserisce in un clima di esperienze nuove, create grazie ai dati e alle tecnologie.

Alla scoperta dell’iperpersonalizzazione

Questa nuova strategia si basa, ovviamente, sull’analisi di dati in tempo reale, inclusi i comportamenti online, le preferenze di acquisto, le interazioni sui social media e persino i dati contestuali come la posizione geografica e il meteo. A differenza della semplice personalizzazione, che potrebbe includere l’uso del nome del cliente in un’email o raccomandazioni di prodotto basate su acquisti passati, l’iperpersonalizzazione mira a creare esperienze ancora più precise e rilevanti. Questo significa che ogni interazione con il cliente è ottimizzata per il momento specifico, utilizzando dati aggiornati e contestuali.

Sono diversi i settori che guardano a questo meccanismo. Uno di questi è l’i-gaming, che sfrutta questa tecnologia offrendo offerte personalizzate alla registrazione soprattutto nei casinò online. L’iperpersonalizzazione non solo migliora l’esperienza utente, ma favorisce anche la lealtà e la fidelizzazione, ovvero fa rimanere il cliente su quella piattaforma, a discapito della concorrenza. Uno strumento che ha anche dei risvolti etici e non solo di marketing: gli algoritmi avanzati, infatti, identificano comportamenti problematici, offrendo interventi su misura per garantire un’esperienza di gioco sicura e piacevole.

Altri esempi di marketing su misura

Non solo gaming, tra i pionieri dell’iperpersonalizzazione c’è senza dubbio Amazon che utilizza algoritmi avanzati per raccomandare prodotti basati su acquisti precedenti, ricerche recenti e articoli visualizzati. La stessa homepage della piattaforma viene ottimizzata per ciascun utente, mostrando prodotti rilevanti e promozioni personalizzate. Stessa cosa che avviene su Netflix, dove gli algoritmi complessi vengono utilizzati per suggerire film e serie TV basati su ciò che l’utente ha guardato in passato, nonché sulle preferenze di visualizzazione simili di altri utenti.

Infine un esempio che viene da tutt’altro settore: Starbucks, multinazionale che ha implementato l’iperpersonalizzazione attraverso la sua app mobile, offrendo promozioni e raccomandazioni di bevande basate sulle preferenze di consumo e sulla cronologia degli ordini, tenendo anche in considerazione il meteo e la posizione geografica per suggerire bevande appropriate per la stagione o la temperatura.

Sembra il futuro, è vero, ma non mancano le sfide: personalizzare vuol dire fare grande uso di dati e di informazioni personali. Tutelare la privacy e rispettare l’indipendenza dell’utente devono essere quindi gli obiettivi principali dell’immediato futuro. Un futuro sempre più personalizzato, quello è certo.

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Alfonso Alberico - Marcianise

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