La vittoria del reintegro più l’indennizzo di 12 mensilità disposti dai giudici del lavoro si potrebbe rivelare come l’ennesima beffa ai danni degli ex lavoratori Jabil reimpiegati con la società Orefice, togliendo loro anche l’illusione di un possibile recupero al lavoro. Ad oggi, purtroppo, tutte le promesse fatte dalle istituzioni non hanno portato ad alcuna soluzione per questi lavoratori che dovranno affrontare il Natale in Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) e con una retribuzione mensile di 800 euro. Si tratta per lo più di famiglie monoreddito che stanno vivendo sulla loro pelle la precarietà e gli effetti del carovita. Hanno perso un posto di lavoro, per quello che in molti ritengono un “raggiro” ordito ai loro danni che si erano fidati dell’imprenditore ed avevano deciso di investire in un nuovo progetto di vita lavorativa. Il Tribunale di Napoli Nord, infatti, aveva evidenziato già nella prima sentenza che “il quadro probatorio che emerge dalla vicenda è quello di un operazione contraria a buona fede e correttezza dai contorni poco chiari”. I progetti di reimpiego, come da accordi ministeriali, dovevano essere seguiti e verificati ogni tre mesi da Regione, Confindustria e Jabil, cosa mai avvenuta. Con i dovuti controlli effettuati regolarmente, i lavoratori Orefice non si sarebbero trovati nella situazione odierna. Per questo sia i lavoratori che i sindacati chiedono alle istituzioni tutte, di trovare una soluzione alla loro situazione. Una tutela che dovrebbe essere almeno della stessa misura utilizzata per i loro ex compagni di lavoro. Il caso potrebbe nuovamente essere sollevato anche in Parlamento con una specifica interrogazione al Ministero delle Imprese già nei prossimi giorni.
Lavoratori Orefice ex Jabil Marcianise: dopo il danno anche la beffa. Appello per riportare al tavolo istituzionale la loro situazione
29 Nov 2022
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