Questo articolo ha la sua genesi da uno spot emanato dal Ministero della Cultura che si inserisce prepotentemente in TV tra la proiezione di un film e/o una fiction. Un mondo nuovo con obiettivi condivisi!
Un nuovo UMANESIMO?
All’Università di Princeton durante una lezione di Einstein uno studente chiese allo scienziato se si sarebbe potuta prevedere una terza guerra mondiale. Lo scienziato rispose: ”Io non lo so se ci sarà, ma sono sicuro che la quarta si combatterà con le pietre”. Non c’è da stare molto allegri. Forse lo scienziato pensava, è un dubbio, che un nuovo UMANESIMO sarebbe potuto nascere effettivamente con una guerra combattuta con le pietre. Si potrebbe supporre che, estinta questa umanità, ne sorgerà un’altra, che costruirà non un mondo migliore di questo, ma un mondo diverso.
Nel 2021, nell’ambito storico-politico, c’è un interessante dibattito geopolitico intorno a che cosa è l’Europa. C’è da ricordare sicuramente che, dopo la seconda guerra mondiale e la vittoria Anglo-Americana sul nazi-fascismo il primo grande statista a parlare di Europa unita fu Churchill.
Ma le conseguenze di questa vittoria furono ben altre: il patto di Varsavia, e quindi tutto l’Est, andò, per dirla senza eufemismi, sotto l’egida dell’allora URSS. Con il Patto Atlantico, in Occidente avvenne la stessa cosa. Gli sconfitti, Italia compresa, furono attribuiti ai vincitori con il Patto Atlantico. A questo punto non si verificò la lungimiranza del grande statista inglese. E’ molto probabile che oggi la deludente Europa venga da lontano. La guerra dei trent’anni (1600-1630) è tanto significativa e veritiera per quanto riguarda il futuro fallimento dell’Europa.
Il dislivello tra Nord e Sud in un quadro simile è un’aggravante per il quesito posto all’inizio.
La Guerra dei trent’anni è stata uno sfacelo per l’Europa di quell’epoca.
Il Mezzogiorno doveva maggiormente provvedere all’impegno finanziario della Monarchia spagnola nella guerra dei trent’anni contro la Francia. Se Milano pagava con distruzioni e stragi la vicinanza del conflitto, Napoli e il Sud furono sterminati economicamente e umanamente.
Tutto ciò ricorda un po’ il Risorgimento italiano. Perché? La Monarchia savoiarda, una volta sconfitta la Monarchia borbonica del Regno delle due Sicilie, fece l’Unità d’Italia.
Senza dubbio, a preparare questo linguaggio etico-politico, da cui il termine Risorgimento è il più significativo, valsero scritti giovanili del Manzoni e i concetti centrali del primo Mazzini, tra i quali emerge l’esigenza del dialogo fra i popoli, il concetto di una letteratura europea e di un reciproco stimolarsi tra i diversi movimenti di liberazione nazionale.
Fu però Gioberti che superando gli elementi di nazionalismo culturale sparsi per il Paese e opponendosi alla tesi di un primato morale e civile italiano teorizzata da V. Cuoco, attenuò l’aspetto teocratico neo-guelfista.
D’altra parte nel 1847 usciva a Torino il primo numero del giornale liberal nazionale col favore di un (incerto) Carlo Alberto di Savoia che prometteva un popolo italiano unito e senza diseguaglianze.
In tale ambito lo stesso Gioberti volle parlare di rinnovamento dopo il 1851. Ma ormai il termine in vigore di Risorgimento si impose nel momento guelfo-romantico con tutto un suo substrato religioso, anzi spesso cristiano, non privo di ambiguità pseudo storiche e messianico-nazionali.
A questo punto vale la pena menzionare, per doveroso contributo che ha dato alla questione meridionale-mezzogiorno incessantemente fino alla morte, Gaetano Salvemini.
Salvemini partì dalle idee mazziniane sull’antinomia tra città e campagna e sul peggioramento delle condizioni rurali dopo il 1848 (che però affondavano radici già nell’età dei comuni) e dall’influsso del solido positivismo di derivazione illuministica del Cattaneo.
Nel 1954 si collocò originalmente nell’ambito del nuovo indirizzo storiografico teso a vedere in chiave economica e di lotta di classe gli eventi rivoluzionari.
Può sorgere il dubbio che tutto ciò che si doveva risolvere benevolmente, Europa unita, questione Nord-Sud, Mezzogiorno d’Italia, è stato solo una fatua fantasia. Da qui sublimi intelletti che governano attualmente l’Italia, ma anche gli altri Stati Europei,
non sono riusciti affatto in questo intento. Illusione sempre più illusione.
Per approfondimenti, si consiglia la lettura dei seguenti testi, ma come disse un cattivo maestro “Odioso m’è seguire e far da guida”.
TESTI
1 La Democrazia difficile – Iring Fetscher
2 Antistoria degli Italiani – Giordano Bruno Guerri
3 Il vizio oscuro dell’Occidente – Massimo Fini
4 Della servitù volontaria – Étienne de La Boétie
5 Nazione guerriera. Il militarismo nella cultura degli Stati Uniti – Gordon Poole
6 Lettera sulla tolleranza – John Locke
7 Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica – Umberto Galimberti
8 L’uomo in rivolta – Albert Camus
9 Etica – Benedetto Spinoza
10 La Guerra. Sulle forme attuali della convivenza umana – Alberto Asor Rosa
Antonio Del Santo