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Il restauro della statua di San Michele Arcangelo rivela l’identità dello scultore: Picano

Giovedì 28 maggio prima della S. Messa vespertina è stata presentata la statua di San Michele Arcangelo restaurata. “La scultura lignea – ha spiegato su facebook don Paolo Dello Stritto – è riapparsa in tutto il suo splendore, dai colori vivaci prima ricoperti da strati di verniciatura. È apparsa anche la firma dell’autore, quasi certamente Francesco Antonio Picano, un’indicazione topografica: Neap e una data 1742. Apprezzato scultore di arte sacra, Picano lavorò nella bottega di Giacomo Colombo, autore dell’altra statua veneratissima di Marcianise: il Crocifisso.

Francesco Antonio Picano nacque  Sant’Elia Fiumerapido (Frosinone) e si trasferì a Napoli nel 1692 al Conservatorio dei Girolamini. Durante l’apprendistato svolto sotto la guida di Lorenzo Vaccaro e Giacomo Colombo, si cimentò, in un primo momento, soprattutto nella realizzazione di presepi scolpiti seguendo i modelli del caposcuola Giuseppe Sanmartino. Lavorò sicuramente al fianco motti di altri artisti in voga nella scena napoletana dell’inizio del XVIII secolo, come Luca Rafaele e Nicola Fumo, frequentando anche la bottega di Ursino de Mari del quale, nel 1715, sposò la figlia. Il primogenito Giuseppe sarebbe diventato anch’egli famoso scultore e lavorò probabilmente nella bottega del padre in S. Agostino alla Zecca.  Condividendo i modi di intendere l’arte del maestro, molte sue opere si rassomigliano facendo sorgere tra gli esperti la questione Colombo-Picano. Le prime opere di Francesco Antonio Picano sono figure di presepio di cui abbiamo scarse testimonianze. Solo a partire dagli anni Trenta del Settecento Picano può essere considerato un artista affermato e in grado di dominare il campo delle commissioni pubbliche. In questo momento, veramente fondamentale, tanto da segnare una nuova fase nella scultura barocca e rococò, questo grande artista dell’arte statuaria realizzò il S. Nicola di Bari di Volturara Irpina  e il San Michele Arcangelo) (anno 1734) il S. Vincenzo Ferreri e il S. Francesco Saverio di Chiusano (Avellino anno 1739). All’apice dell’arte scolpì il S. Michele Arcangelo e il Lucifero oggi a Los Angeles (California). La prima delle sue opere conosciute è il mezzo busto di S. Biagio della chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista di Casavatore (NA). La scultura è da ritenersi anteriore al 1710; dello stesso periodo sono la statua di legno di S. Michele Arcangelo di Gesualdo e la Madonna del Rosario di Alvito. Francesco Antonio Picano lavorò quasi esclusivamente il legno, mentre suo figlio Giuseppe sperimentò tutte le materie adatte alla plastica presepiale, distinguendosi nella costruzione di puttini alati, animali di grosse proporzioni e oggetti vari, proprio quando il presepe napoletano dava una storica testimonianza di radicata devozione e di culto. Entrambi avevano il gusto rococò per le piccole dimensioni, la cura per il particolare che li spinsero a scolpire S. Giuseppe e la Madonna e pastori, per lo più con volti umani, dando un preannuncio di quanto si manifesterà nella statuaria.

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Alfonso Alberico - Marcianise

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