“Al momento stiamo monitorando due casi sospetti di Coronavirus ma la situazione è sotto controllo, anche perché le persone controllate non hanno sintomi particolari. L’unica cosa che temiamo è questo panico alimentato da una comunicazione, anche dei media, che giudico sbagliata, e che sta portando parecchie persone a presentarsi ai Pronto soccorso degli ospedali; circostanza che fa saltare i protocolli di sicurezza”. Lo afferma il direttore generale dell’Asl di Caserta Ferdinando Russo, che questa mattina, insieme ai dirigenti responsabili dei vari distretti sanitari della provincia e degli ospedali, ha tenuto la prima riunione dell’unità di crisi aziendale creata dopo la diffusione venerdì dei primi contagi in Lombardia. “Abbiamo fatto il punto della situazione – spiega Russo – soprattutto a livello dei migliaia di dispositivi di sicurezza da inviare ad infermieri e medici che operano nei presidi sanitari del territorio. Nei giorni scorsi avevamo avuto qualche criticità di approvvigionamento, che abbiamo però superato”. “I casi monitorati per i quali stiamo aspettando dall’ospedale Cotugno di Napoli gli esiti delle analisi – prosegue Russo – riguardano una signora tornata da Verona, che è attualmente all’ospedale Melorio di Santa Maria Capua Vetere, e un ragazzo di Sessa Aurunca, che dice di avere avuto contatti su un campo di calcetto con persone che a loro volta avrebbero incontrato un contagiato”. Un caso, questo, che potrebbe rientrare tra gli accessi anomali registrati in questi giorni negli ospedali, circostanza che fa crescere i rischi sanitari. C’è poi qualche persona tornata dalla Lombardia, è accaduto nei comuni di Marcianise e Pastorano, “per le quali la miglior misura precauzionale è l’isolamento volontario per due settimane, così come stabilito dall’ordinanza del Commissario prefettizio di Marcianise Michele Lastella, che va nella direzione indicata dai protocolli”. Oggi ci sarà anche una riunione in prefettura, con lo scopo di realizzare un coordinamento tra istituzioni, che possa anche mettere un freno “attraverso l’emissione di comunicati giornalieri, alla diffusione di notizie che creano solo panico tra le persone, complicando il lavoro dei sanitari”; un coordinamento che servirà anche a chiarire le modalità di azione da parte dei singoli comuni, visto che “molti sindaci ancora non hanno capito come agire”. “Dobbiamo essere consapevoli che come Asl, in sintonia con il ministero della Salute e la Regione, abbiamo adottato tutte le misure necessarie per tenere sotto controllo la situazione. Se tutti rispetteranno le nostre indicazioni, riusciremo a individuare immediatamente eventuali casi di contagio. Ma è necessario non alimentare il panico” conclude Russo.
Gli effetti del Coronavirus si fanno sentire, anche se per ora in modo molto lieve, sulla produzione industriale nel Casertano. La Jabil, multinazionale dell’elettronica con stabilimento a Marcianise (Caserta), impegnata peraltro da mesi in una dura vertenza con i lavoratori, iniziata dopo l’annuncio di voler ricorrere a 350 esuberi su 700, ha ridotto al minimo le presenze di clienti e fornitori previste per i prossimi giorni. La rappresentanza sindacale unitaria, in merito all’allarme, ha chiesto “all’azienda di attivare tutti i protocolli di prevenzione per i dipendenti in servizio in sede e per i trasfertisti”. I lavoratori in trasferta in Lombardia e Piemonte sono sei, e probabilmente resteranno al Nord per ora. “Tutti gli sviluppi – prosegue la nota sindacale – saranno attentamente monitorati dagli Enti Preposti, in attesa di definire contromisure ufficiali al fine di garantire la sicurezza di tutti i lavoratori”.