Un calendario di scioperi in azienda che inizieranno già da oggi e l’organizzazione di manifestazioni. Sul versante dell’impegno dei sindacati, invece, due gli appuntamenti importanti previsto per domani: l’assemblea nazionale di Fiom, Fim, Uilm, che si terrà oggi a Roma dove i delegati porteranno all’attenzione anche la vertenza Jabil. Così come è previsto un intervento sulla vertenza domani da parte di delegati durante l’incontro con Maurizio Landini a Napoli. E’ questo l’esito dell’assemblea dei lavoratori Jabil dello stabilimento di Marcianise, insieme rappresentanti delle sigle sindacali. Assemblea annunciata dopo il mancato accordo in Regione Campania sulla procedura di licenziamento di 350 lavoratori in esubero, su 706, aperta dalla multinazionale delle telecomunicazioni lo scorso giugno. L’altro ieri, infatti, dopo tre ore di consultazioni, in assenza di una condivisione sulla modalità di gestione degli esuberi, Jabil ha presentato istanza di intervento della Cassa integrazione fino al 23 marzo 2020, confermando l’impegno a non procedere a licenziamenti unilaterali fino alla stessa data. Allo scadere della cassa integrazione, più volte prorogata in questi mesi, gli esuberi diventeranno effettivi. A quel punto, i lavoratori dovranno accettare o l’esodo incentivato o la ricollocazione in altre aziende. Uno dei punti sul quale i delegati sindacali si sono battuti in questi mesi riguardava proprio gli incentivi dati dall’azienda sia per quanto riguarda la fuoriuscita volontaria che la ricollocazione. Nei primi tempi, infatti, le risorse messe a disposizione dei lavoratori erano molte di più, soprattutto per la parte che riguardava la ricollocazione che attualmente ha funzionato solo per una settantina di addetti. I lavoratori, però, così come è venuto fuori anche dall’assemblea di questo pomeriggio, non hanno più fiducia nell’azienda e nel suo futuro. Il loro timore più grande è che la decisione di andare avanti unilateralmente da parte della Jabil possa nascondere un progressivo disimpegno dal territorio, anche se l’azienda ha confermato che resterà a Marcianise in coerenza con il piano industriale già esposto al Ministero dello Sviluppo Economico. I 350 licenziamenti, così come un eventuale ‘tramonto’ della Jabil avrebbe un forte impatto sull’economia locale e del Sud, e segnerebbe la fine di una storia delle telecomunicazioni nel casertano che ha perso negli anni gli insediamenti di Olivetti, Texas Instruments e tante altre. Jabil è infatti l’ultima presenza nel Sud Italia nel settore manifattura elettronica nel campo delle telecomunicazioni. Per i lavoratori, questo rappresenterebbe un’ulteriore disuguaglianza sociale ed economica nel Paese che da tempo “subisce un processo di deindustrializzazione che ha visto la chiusura e la delocalizzazione di importanti gruppi industriali”, sottolineano le Rsu. Una crisi occupazionale nel settore delle telecomunicazioni che negli ultimi anni ha colpito maggiormente proprio il Casertano. Jabil, presente a Marcianise da quasi 20 anni, lavorava inizialmente per gli insediamenti locali di Siemens ed Ericsson, sostituendosi prima con l’indotto e poi acquisendole entrambe con il tempo. Inizialmente dava lavoro a più di mille persone per poi arrivare ai 700 dipendenti attuali e all’annuncio della multinazionale americana di aver bisogno solo della meta’ di quegli addetti. Nel frattempo, i delegati sindacali auspicano ancora che “la proprietà possa risedersi a un tavolo e decidere con responsabilità”.
“Senza un preventivo accordo con i sindacati – spiega Mauro Musella, lavoratore nonché delegato della Uilm – sarà difficile far accettare ai lavoratori soluzioni alternative ai licenziamenti. La Jabil ci ha presentato aziende disposte a ricollocare gli addetti in esubero, ma in alcuni casi le riassunzioni sono legate alla realizzazione di stabilimenti nel Casertano, cosa ancora non avvenuta. I lavoratori, dopo aver sempre lavorato per una multinazionale, non vogliono scegliere al buio, hanno diritto di avere delle garanzie”. Tra le aziende indicate da Jabil c’e’ la società “La Tecnica Nel Vetro” di Scafati (Salerno), disposta ad assumere alcune decine di lavoratori Jabil, ma dal 2021, quando dovrebbe aprire il suo stabilimento a Pignataro Maggiore, nel casertano; c’è poi il gruppo sardo Orefice, che produce gruppi elettrogeni e vorrebbe aprire uno stabilimento a Marcianise con l’assunzione di 60 addetti. Ci sono ancora la Softlab, società di informatica con sede a Caserta che in passato ha già assunto 52 lavoratori fuoriusciti dalla Jabil, è che oggi sarebbe disposta ad assumerne altri trenta, e la Mek Euro Engineering di Marcianise.
“I licenziamenti sono inaccettabili” dice il segretario della Fiom-Cgil di Caserta Francesco Percuoco. “Avevamo tentato con la Jabil – prosegue il sindacalista dei metalmeccanici – di individuare dei percorsi che potessero invogliare i lavoratori a valutare le opportunità offerte, ma l’azienda ha deciso di andare avanti unilateralmente, e ciò potrebbe nascondere un progressivo disimpegno dal territorio casertano”.
La RSU, in accordo con le Segreterie Territoriali di FIM-FIOM-UILM- FAILMS, ha indetto le seguenti manifestazioni a sostegno della Vertenza Jabil: Prefettura di Caserta, il giorno 21.11.19 ore 10.00; Consolato Americano Napoli, il giorno 25.11.19 ore 10.00.