Una storia di sofferenza iniziata il 31 marzo del 2003, giorno di nascita di Gianluigi, oggi 16enne ed affetto da leucomalacia periventricolare, un tipo di danno cerebrale che comporta problemi neurologici, in particolare di tipo motori. Le principali cause di leucomalacia periventricolare sono la carenza di ossigeno (ipossia), e la carenza di sangue (ischemia). Può verificarsi nel periodo prenatale a causa di negligenza nel monitoraggio della gravidanza e si può sviluppare anche in conseguenza di lesioni, avvenute durante o dopo la nascita, come traumi, ipossia ed ischemia.
I genitori di Gianluigi, Ciro e Bianca, lottano dal 2011 per ottenere un risarcimento dal sistema sanitario nazionale, che non restituirà la normalità al loro figlio e nemmeno potrà cancellare le sofferenze causate da presunte negligenze, ma che potrebbe garantire la costruzione di un futuro migliore per il loro figlio e, soprattutto, cercare di evitare che queste cose possano ripetersi in futuro. Per questo motivo hanno citato in causa l’Ospedale di Sant’Anna e San Sebastiano perché convinti che questa negligenza da parte dei medici c’è stata ed è stata anche molto grave. Gianluigi, infatti, è nato da un parto cesareo e, a dire di Ciro e Bianca, “senza aver sottoposto la gestante ad esame CTG grafico, non potendo così valutare le condizioni cliniche fetali, né la sussistenza di alcuna motivazione medica che consentisse un intervento pretermine”. Il CTG grafico, cioè il tracciato cardiotocografico, rileva e registra contemporaneamente il Battito Cardiaco Fetale (ossia, la frequenza cardiaca fetale), le contrazioni uterine e i movimenti del bambino (Movimenti Attivi Fetali). Il tracciato, nel rilevare le modificazioni della frequenza cardiaca fetale, i movimenti del feto e le contrazioni uterine fa si che l’ostetrica ed il ginecologo possano giudicare se esistono effettivi rischi per il feto. Il tracciato cardiotocografico è un controllo irrinunciabile ed importante per il monitoraggio della gravidanza fisiologica, della gravidanza a rischio e la valutazione dello stato di salute del feto, oltre che per la prevenzione dell’encefalopatia ipossico-ischemica.
Dal canto loro i sanitari ritengono di aver agito secondo la prassi ed in maniera professionalmente ineccepibile ritenendo che non vi sia alcun rapporto di causalità tra l’operato della divisione di ostetricia e ginecologia dell’ospedale casertano e la patologia di Gianluigi. Inoltre dichiarano di essere in possesso di un tracciato cardiotocografico, seppur sbiadito, che non evidenziava problemi fetali particolari. Ma la richiesta di produrre copia di questo tracciato non ha, al momento, avuto alcun esito. A nulla, inoltre, sono servite le consulenze tecniche di parte che considerano diverse le incongruenze manifestate nelle ore precedenti ed immediatamente successive al parto. Considerazioni che non sarebbero state prese in considerazione dal consulente tecnico d’ufficio, dr. Francesco Forleo, nominato dal Tribunale Civile di Santa Maria Capua Vetere. Una situazione davvero delicata, quella venutasi a creare, che rischia di compromettere l’esito della causa giudiziaria e vanificare anni di battaglie da parte della famiglia Cicchella di Marcianise.