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A proposito del Crocefisso del Duomo di Marcianise | di Luigi Iodice

Nel lontano 1988, su invito dell’amatissimo parroco don Rossano, fui invitato a controllare lo stato di conservazione del Crocefisso del Duomo di Marcianise.

Le preoccupazioni del sacerdote si dimostrarono fondate. Infatti, l’opera lignea del 1706 dello scultore Giacomo Colombo si presentava in un pessimo stato di conservazione: la scultura, oltre alla vernice ossidata, mostrava sconnessioni nelle giunture delle braccia con il corpo; la testa del Cristo aveva in atto una massiccia tarlazione, come del resto il  corpo e la croce; il perizoma, unico nella produzione di crocefissi del Colombo, era costituito da una tela trattata con colla e dipinta con tempera che si era completamente imbrunita; sul cartiglio di metallo stagnato erano evidenti ruggine e cadute di colore.

Il Crocefisso aveva bisogno di un urgente intervento di restauro per assicurarne la conservazione. D’accordo con il parroco don Rossano e rifiutando qualsiasi parcella per l’intervento, allestii un laboratorio nella Cappella del Cuore di Gesù così da poter dare inizio ai lavori di restauro, con operazioni di disinfestazione dai tarli e relativi consolidamenti delle parti lignee danneggiate, a cui seguirono interventi di pulitura delle vernici ossidate ed imbrunite e, ove occorrevano, consolidamenti del colore e piccole stuccature con relative integrazioni con acquerello.

Lo stato di conservazione dell’opera e i conseguenti interventi furono documentati in maniera particolareggiata nella relazione finale dell’intervento di restauro consegnata al parroco. Tale relazione è presente negli atti del Duomo ed è stata pubblicata nel 2007 nel libro “Il Crocefisso di Marcianise” a cura di G.Andrisani.

Si instaurò da quel momento una fattiva collaborazione con don Rossano, sempre attentissimo alla conservazione delle opere d’arte della chiesa del Duomo. Difatti ogni anno, con mille precauzioni e con la chiesa chiusa ai fedeli, il Crocefisso veniva esposto sull’altare maggiore per la festa annuale e ogni cinque anni andava in processione per le strade di Marcianise, evento molto sentito dalla popolazione per onorare e ricordare gli eventi miracolosi che si erano manifestati nei secoli. Al termine della festa e delle uscite quinquennali e prima della ricollocazione nella nicchia della Cappella delle Sette Piaghe, in tacito accordo con il parroco, visionavo lo stato di conservazione dell’opera a seguito degli spostamenti.

In tutti questi decenni il Crocefisso non ha mai avuto bisogno di interventi di manutenzione né ordinaria né straordinaria principalmente perché, nonostante la delicatezza dell’opera settecentesca, l’attenzione e la professionalità negli spostamenti era la principale premura del parroco.

Tra l’altro, l’unica eccezione per uno spostamento straordinario del nostro venerato Crocefisso dal Duomo e fuori dalla città di Marcianise è stata per la sua esposizione sul palco a Capua in occasione della venuta, il 24 maggio 1992, dell’allora Papa Giovanni Paolo II, su richiesta del vescovo di Capua Diligenza e dopo scrupolose valutazioni e precauzioni.

Tuttavia negli ultimi anni, dopo il pensionamento del parroco Rossano, si sono verificate delle situazioni al di fuori dei canoni della corretta conservazione dell’opera d’arte: spostamenti eccessivi e non in sicurezza del manufatto, con sistemazione sull’altare durante le funzioni religiose alla presenza di innumerevoli fedeli che si accalcavano lungo la navata centrale per toccare il Cristo miracoloso sollevato sulle braccia da portantini improvvisati che tenevano alla meglio la croce in posizione orizzontale.

Durante questi improvvidi spostamenti, come documentato da diversi articoli di giornale, si sono verificate nel tempo sconnessioni delle giunture delle braccia, rotture di dita, nonché sfondamenti del prezioso ed unico perizoma.

Alla luce di questi comportamenti che esulano completamente dai più elementari precetti della conservazione, sebbene negli anni ci sia stato, inascoltato, anche l’intervento a tutela dell’opera da parte della Soprintendenza competente nel territorio, poco o niente era  cambiato nell’atteggiamento spregiudicato di chi ha in custodia il manufatto artistico. Dopo l’ultima è  perentoria presa di posizione dell’organo di tutela,  finalmente la scultura è fatta oggetto delle dovute attenzioni sugli interventi restaurativi da intraprendere.

Difatti il Crocefisso di Marcianise ha bisogno di un intervento di manutenzione straordinaria che vada a verificare a fondo le attuali condizioni dell’opera e a intervenire sui danni che si sono verificati in quest’ultimo decennio, con l’auspicio di un monitoraggio costante e continuo negli anni a venire e nella speranza che per il futuro il popolo di Marcianise attraverso il profondo affetto e devozione per il Cristo diventi geloso custode  dell’opera d’arte, affinché   sia tenuta in debita considerazione la conservazione del pregevolissimo manufatto da parte di chi ne ha solamente la custodia.

Luigi Iodice (già direttore del laboratorio di restauro della Soprintendenza di Caserta ed attualmente della Reggia)

Nella foto il Crocefisso del Duomo di Marcianise prima del restauro del 1988

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