E’ giallo sui peluche appesi ad un albero nelle campagne tra Marcianise e Pascarola (Caivano). Due peluche, uno ai piedi ed un altro legato al tronco di un albero, sono ben visibili dalla strada statale ex SS 87 Sannitica che porta sulla Villa Literno/Nola, passando nell’area industriale di Caivano. In prossimità di un capannone industriale e nelle vicinanze di un piccolo orto, c’è questo albero con i peluche in bella mostra (come si vede nella foto). Altri peluche, se non gli stessi, erano stati avvistati qualche mese fa nelle piazzole di sosta della superstrada, nelle immediate vicinanze in cui si trovano ora. Perché sono stati piazzati lì? Si tratta di un gesto insensato, di una installazione artistica, di un’azione di protesta o di un rituale?
Siamo andati in giro per la rete a cercare casi simili e abbiamo trovato alcune informazioni utili a risolvere il giallo. Sei anni fa a Venezia comparvero dei peluche appesi ai lampioni della città provocando molta curiosità tra i cittadini. Ben presto si scoprì che si trattava di una trovata di una coppia di giovanissimi artisti veneziani, Bruto e Trichter, che con il loro gesto volevano “catturare lo sguardo dei bambini che guardano il cielo dal basso della loro ingenuità”. Ma i peluche delle nostre campagne danno più l’idea di un rituale piuttosto che di un gesto artistico. Assomigliano più a degli spaventapasseri così come vengono utilizzati in Albania. Gli albanesi, infatti, li chiamano dordolec, spaventapasseri, e spopolano nel paesaggio del loro Paese. Si tratta per lo più di un fenomeno nato negli ultimi 20 anni, insieme all’approdo dell’economia di mercato nel paese balcanico e sono utilizzati contro il malocchio. Secondo gli albanesi il malocchio e l’invidia ricadranno sul dordolec, senza colpire i proprietari dell’abitazione. I dordolec, in passato, erano meno fantasiosi, per lo più costituiti da una combinazione di logori vestiti da uomo, e avevano la funzione di spaventare i volatili nei campi.
Quattro anni fa ad Amburgo, Germania, un artista vegetariano aveva appeso e decapitato orsacchiotti ed altri peluche come gesto di protesta contro la macellazione degli animali (leggi qui). Ma i peluche, o altri oggetti similari, vengo posizionati nei pressi di assi viari anche dove, purtroppo, hanno perso la vita, in circostanze tragiche, bambini o adolescenti. Qualcuno ritiene che i peluche vengano utilizzati anche per segnalare agli automobilisti che nei dintorni è possibile trovare droga tipo cocaina. Ma anche questa potrebbe essere destinata a diventare una leggenda metropolitana, un po’ come quella nata negli ‘80, per la quale la scritta sui muri “Dio c’è” segnalava i punti caldi dello spaccio, dove in altre parole sarebbe possibile trovare con facilità la droga.