[an error occurred while processing this directive]
Coscia Supermercato - Marcianise

Sinergy - Marcianise

Gli scacchi sono una guerra da tavola | ASD Libur Marcianise

Gli scacchi sono una guerra da tavola. L’obiettivo è schiacciare la mente dell’avversario [Bobby Fischer]. Esiste un’analogia fra il gioco degli scacchi e la guerra , ed è stata riconosciuta e studiata da molti scrittori. Gli scacchi sono tra i più antichi wargame della storia, cioè dei giochi che hanno a che fare esplicitamente con la guerra o con uno dei suoi molteplici aspetti. Già nella loro simbologia gli scacchi incorporano elementi propriamente bellici: il re, l’alfiere, il cavallo, la torre sono tutti dei componenti degli eserciti “classici”. D’altra parte, i pedoni rappresentano la fanteria leggera e la donna il consigliere del re. Addirittura l’arrocco mima l’edificazione di un castrum dal quale la protezione del re-generale viene aumentata. Il paragone dei pezzi con le varie armi è stato fatto di frequente e, cosa più interessante, i grandi principi strategici dell’arte militare si ritrovano nel gioco degli scacchi. Come in guerra anche negli scacchi c’è bisogno di un’attività di intelligence. L’intelligence non è semplicemente la parte deteriore, cioè lo spionaggio. Esso riguarda lo studio del nemico mediante le informazioni che egli stesso rilascia volontariamente o involontariamente. Il primo principio della strategia è la concentrazione delle forze su un oggetto ben determinato, principalmente su un punto debole. Agli scacchi l’avversario cercherà di rafforzare il suo dispositivo e difendere il punto considerato, tante volte quanto è attaccato; ma se il piano di attacco è eccellente, non vi riuscirà facilmente: si creerà altre debolezze, che diverranno oggetto di nuovi attacchi. Esiste una strategia senza azioni di forza basata sulla finta, sulla sorpresa, sull’accerchiamento. Tale strategia esiste negli scacchi: per aprirsi un varco si sacrifica un pedone, talvolta un pezzo in modo di guadagnare tempo e spazio nell’apertura di linee. Esiste pure la strategia d’usura, consistente nel ritardare le operazioni fino al momento di portare il colpo decisivo. E’ basata sulla forza latente della minaccia e se ne trova l’equivalente nel principio di Tarrasch “la minaccia è più forte dell’esecuzione”. A guardare bene è la spada di Damocle. Oltre a questi temi generali, esistono due scuole: la scuola dinamica razionale basata sulla concentrazione dei pezzi, cara a Napoleone al suo apogeo. Essa prescrive di evitare ogni dispersione di forze in campo, e la decisione si ha sul teatro principale. La scuola delle combinazioni ottiene la decisione a causa della dispersione delle forze in campo. Sceglie la linea di azione più imprevista e la decisione si ha sui teatri secondari. E’ quella di Turenna, gran Maresciallo di Francia, del Maresciallo De Saxe, di Bonaparte in Italia e nella campagna di Francia. Questo metodo è il migliore quando non si è sicuri di essere i più forte. Tutti questi principi strategici si ritrovano nelle belle partite di scacchi, ma non sono solo direttive. Non vi sono azioni ne ricette infallibili per vincere le battaglie o le partite. Esistono gli Geni negli scacchi, come vi sono i Geni militari, che sono tali per doti di natura. Rimane infine una parte di imprevisto che non è da disprezzare e non si può eliminare completamente il rischio. Diceva Napoleone: “vi sono due tipi di piani di campagna, i buoni e i cattivi. A volte i buoni falliscono per circostanze impreviste, che talvolta fanno riuscire i cattivi” Ecco i giovani scacchisti rassicurati ! Come ogni metafora, anche quella che vede gli scacchi come un’attività militare abbia le sue limitazioni. Ed è anzi importantissimo non scadere nella semplificazione e pensare che gli scacchi si riducano a questo. Gli scacchi non uccidono, gli scacchi non prevaricano, gli scacchi uniscono i popoli senza produrre effetti collaterali indesiderabili. Comunque per concludere per quanto neppure io creda che la metafora faccia emergere ogni lato e ogni aspetto degli scacchi, specialmente le innumerevoli virtù sociali, rimane il fatto che si tratta di qualcosa di simile ad un wargame o, comunque, può essere visto anche in questo modo. Anche io sono un pacifista, ma non mi sento in colpa, in fondo, per catturare un pedone o una torre al mio avversario ! Personalmente, preferisco considerare gli Scacchi un gioco della mente – non privo di aspetti scientifici e artistici – con importanti risvolti esistenziali e sociali per quanto concerne i giocatori

Non perderti le notizie su Marcianise e dintorni GRATIS. Clicca qui Iscriviti al CANALE Caffè Procope su WhatsApp
Ti è piaciuta la notizia? clicca e segui Caffè Procope su Facebook
Alfonso Alberico - Marcianise

[an error occurred while processing this directive]