Mentre si accende una sigaretta. Di spalle, solo, in galleria a Milano. Il suo studio in via Mazzocchi, a Caserta, che fu laboratorio di pensiero e bottega per decine di artisti. Sono alcuni degli scatti di Andrea Sparaco che il Palazzo delle Arti di Capodrise esporrà fino al 30 novembre nello Spazio espositivo permanente di via Giannini. Quindici fotografie cui si è aggiunta una straordinaria collezione di opere, video-testimonianze, appunti personali.
L’inaugurazione della mostra, dal titolo “Sparaco, ciò che resta del padre”, c’è stata ieri, 10 novembre, alle 17.30; il vernissage è stato preceduto dalla proiezione, in anteprima nazionale, dal cortometraggio “Lo studio di Andrea” del regista Alessandro Musone. Seguirà un breve dialogo a più voci con Marina Sparaco, Giuseppe Sparaco, Domenico Sparaco, Roberta Zamuner, Donato Mincione e altri, moderato da Michelangelo Giovinale, direttore artistico della rassegna “In cerca del padre”, di cui la mostra è una tappa fondamentale.
A sei anni dalla morte, la riflessione critica su Sparaco è appena iniziata: la sua produzione è vastissima, tra papier collé, pannelli, disegni, istallazioni e “pizzini dell’anima”, e rappresenta una fonte preziosa per rileggere la storia dell’arte in Terra di Lavoro. Ma anche per raccogliere la sua eredità, comprenderla e trasmetterla alle nuove generazioni.