Ha avuto inizio lo scorso 13 gennaio, terminando il 14 luglio, l’iniziativa formativa presso il penitenziario di Secondigliano a cura dell’associazione “Figli di Barabba“. L’attività in questione si è articolata in un corso di scrittura creativa, “Più liberi con le parole”, e un corso di disegno, “Disegno come espressione dell’anima”. “Questi due corsi fornisco ai nostri amici ristretti: da un lato la consapevolezza della necessità di porsi all’interno di un gruppo, come individuo dotato di una propria emotività e capacità di pensiero autonomo, e dall’altro i mezzi per potersi esprimere liberamente, pur entro i limiti del rispetto reciproco” ha sostenuto Chiara Parisi, attivista di “Figli di Barabba”. Ha proseguito, entrando nel merito della sua personale esperienza: “Un episodio che mi ha colpito particolarmente è quando, durante il corso di disegno, i nostri amici ristretti hanno iniziato a canzonarsi amichevolmente parlando della riuscita dei disegni degli altri componenti del gruppo. Questa scena restituiva una sensazione di leggerezza. Sembravano infatti normali discorsi fra amici che scherzano affettuosamente e non l’esternazione di una competitività malsana. Questo più di altri episodi mi ha colpito e mi fa piacere raccontare, perché permette di far vedere un forte collegamento fra il fuori e il dentro e può contribuire ad eliminare dalla concezione comune l’idea della “non-umanità” dei ristretti.” Sui prossimi progetti nel cassetto, Chiara Parisi ha sostenuto: “Per l’associazione sono in programma diverse attività che si inseriscono sia nel mondo carcerario, che in quello dell’immigrazione e sociale in generale. In particolar modo, per quanto concerne l’ambito carcerario, vorremmo riprendere questi due corsi, che hanno avuto grande rispondenza nei partecipanti, e proporne dei nuovi.”
Tina Raucci
