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Da Marcianise al carcere di Secondigliano, Grazia Sposito: “Porteremo la poesia nei luoghi di sofferenza”

“ Porteremo la poesia nei luoghi di sofferenza”. Stamattina alle ore 9:00 con quattro macchine provenienti da Marcianise abbiamo raggiunto il carcere di  Secondigliano per l’evento conclusivo dei due corsi “più liberi con le parole” e “disegno come espressione dell’anima”, promossi dall’associazione “figli di barabba” e la Parrocchia di San Simeone Profeta di Marcianise (CE),  dove io e il mio libro di Poesie “L’urlo dell’anima” siamo stati ospiti d’onore. Sarebbe quasi impossibile spiegare le molteplici emozioni e tutto quello che ho ricevuto in così poche ore. Sono stata accompagnata da Chiara, Francesca, Antonio, Luisa, Don Antonio e la sua famiglia parrocchiale, il mio amico poeta Alessandro Tartaglione, la mia  meravigliosa famiglia.
Di seguito il mio piccolo intervento che ha voluto un messaggio significativo ai nostri amici ristretti.
Buongiorno a tutti,
prima di ogni cosa vi abbraccio tutti! Essere qui stamattina è davvero un misto d’emozioni straordinarie, difficili da spiegare. Desidererei che restassero in eterno nella mia mente, sentendo per sempre il loro inconfondibile odore, ricordando il colore dei vostri occhi, i battiti dei vostri cuori. Vorrei essere, simile ad una Dea bendata che vivrà per sempre solo d’entusiasmanti ricordi. Quelli belli che non fanno mai male, quelli che donano un ossigeno diverso alla nostra anima, facendo arrivare più sangue al nostro cuore. Gli stessi che regalano soltanto lacrime di gioia, e salti di libertà che non vedono ostacoli. Ricordo ancora quella domenica pomeriggio quando nel salone della parrocchia di Don Antonio, andai a presentare “L’urlo dell’anima”; io e il mio libro stavamo conquistando e affascinando nuovi lettori,  suscitando nuove emozioni a nuovi occhi. Come sempre tra quel “piccolo” pubblico in prima fila al lato sinistro di quel salone, c’era a sostenermi la mia famiglia, e nella fila successiva una  delle persone per me più care al mondo. Colei che sa sempre come sorprenderti, lei che sa sempre come ritagliare un pò del suo tempo per portarmi il suo calore, l’unica che riesco a contraddistinguere in una scatola intera di cioccolatini. La mia amica di sempre, ovvero l’altro pezzettino della mia anima; al dirvi il vero non so chi delle due ha fatto il suo primo passo per prima. Ma quello che so e ne sono sicuramente certa è  che ognuna custodisce un pezzettino dell’anima dell’altra; forse per protezione, forse perché ci siamo promesse di proteggerci per sempre; o semplicemente perché personalmente ho capito che quando la metà della mia anima è delusa o ferita io andrò a cercare quell’altra metà ancora intatta,  dentro un suo abbraccio. Quella ancora sana; quella che ancora respira e non soffoca di paura. Scoprendo al tempo stesso il giusto equilibrio per poter vivere più serenamente nuove giornate di sole. A fine presentazione quella domenica, feci qualche piccola dedica per chi aveva preso una copia del “L’urlo dell’anima”, in particolar modo, ho ancora vivo il ricordo di quando si avvicinò Antonio, raccomandandomi di scrivere qualcosa su quella copia che avrebbe donato all’associazione dei “ Figi di Barabba”. Mi raccontò della sua esperienza, e della sua missione di volontariato che dedica a tutti voi, a una realtà dimenticata come la vostra. Mi salutò con la promessa che a breve avremmo organizzato un caffè insieme, ed in quella occasione mi avrebbe presentato le sue fantastiche figlie per una proposta assai particolare. L’invito di venirvi a parlare stamattina del mio libro, di un pezzettino della mia vita, di quanta fatica a volte impegno per riservarmi un po’ di ascolto e di chi purtroppo continua ad avere ancora orecchie da mercante.  Sono venuta a portarvi la mia testimonianza, essendo portatrice di una disabilità motoria; anche se ancora oggi capita di dovermi scontrare molto spesso con il pregiudizio, per chi a questa disabilità ne aggiunge tante altre e di carattere superiore. Sono qui per dirvi che a volte per farsi ascoltare bisogna gridare forte per una società che molte volte non ascolta totalmente e non abbatte barriere. Ma soprattutto sono qui stamattina per gridare a gran voce che  non è sempre il rumore di una chiave che gira nella serratura di una cella che ci priva di liberà, non so se purtroppo o per fortuna ma esistono anche sbarre di ferro invisibili. Quelle che ci tengono prigionieri nella nostra gabbia e giorno dopo giorno ci bloccano sempre più l’appetito, sono quelle che non ti permettono di continuare a coltivare i tuoi sogni e a cibarti dei tuoi ideali. Ma voglio anche affermare che anche se ognuno di noi è riconoscente dei propri limiti, bisogna sempre farsi accarezzare dalla luce del sole, e di sera bisogna sempre immaginare e salutare la sua stella. Ricordarsi nei momenti di guerra interiore, delle persone che ci sostengono  e trasformano i nostri bronci in sorrisi. Prendersi cura della nostra anima ma soprattutto  difendere il pezzettino che l’altra persona ha deciso di affidarci.  Penso che la parola “Libertà” sia una parola grande come il mare, è di tutti ma al tempo stesso di nessuno. Di libertà è molto difficile parlare, non perché ci sono e vivo dei periodi in cui io  mi sento in una gabbia,  ma semplicemente perché siamo solo noi stessi complici della nostra libertà. Il vero senso di libertà in teoria è tutto quello che ognuno di noi ha scelto di vivere. Ricordo che ad una giovane coppia di amici, durante un loro momento di prigionia dei loro sentimenti, gli dissi che “L’unica vera libertà che ci viene data è quella di Amare”. Oggi si amano più di prima, semplicemente perché il loro amore è un legame che lascia liberi. Quasi due mesi fa si sono giurati amore eterno.
 Vorrei parlarvi di tante altre cose ancora, ma già negli ultimi giorni ho dovuto combattere molto spesso con la parola Emozione. Ringrazio ancora una volta tutti voi per questo evento conclusivo. Ed infine ma non per ultimo ringrazio tutti voi che avete amato, studiato e soprattutto avete dato voce e un’impronta indissolubile al “L’urlo dell’anima”. Grazie.
Grazia Sposito
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Alfonso Alberico - Marcianise

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