Il Duomo si sa, è una delle chiese più belle e monumentali presenti a Marcianise, la più antica. È facile entrare e dire che è bella senza nemmeno soffermarsi sui numerosi decori e le numerose opere d’arte presenti. Questo perché oggi la vediamo così, ricca di ornamentazioni, fregi, numerosi affreschi, quadri, tele che nel complesso danno monumentalità e bellezza artistica alla chiesa di San Michele Arcangelo.
Ma la situazione nei primi anni del 900 era molto diversa; per rendere l’idea di quelle che erano le condizioni in cui si trovava, viene riportata parte della testimonianza del Canonico Salvatore Alberico che fa parte del memoriale “Per la devozione delle cappelle SS. Corpo di Cristo e fabbrica di S. Michele Arcangelo” del 1927: “…il fabbricato della chiesa è vasto – occupa oltre 500 metri quadri di suolo – con dieci cappelle, una volta ognuna col suo patrimonio. Le ricchezze sono sparite, ed è rimasto il fabbricato, che prima era ben tenuto, per cui era la meraviglia dei visitatori, come ci attestano i vecchi, oggi invece, dopo un secolo di abbandono completo, è cadente da far pietà. Sui cornicioni secolari vi crescono le erbe demolitrici, che ne affrettano la catastrofe: il pavimento è quasi completamente rotto; le mura sono scrostate e cariche di polvere e fuliggine; il soffitto a cassettoni si è curvato e minaccia di cadere – qualche ornamento è già caduto – il vecchio campanile sembra che dica: vedete se vi è miseria più grande della mia. Non è un’esagerazione oratoria la nostra. Il R. Economo dei benefizi vacanti con nota del 16 dicembre 1925 – prot. N. 18704, pos.30.57.1 – ci esortava a provvedere ai restauri urgenti alla tettoia, al pavimento, al prospetto della parrocchia. Si costituì un comitato, che poi venne meno sia per le condizioni del popolo, che non può dare tutto l’occorrente – un mezzo milione di lire – sia perché si disse: la fabbrica di S. Michele Arcangelo ha il suo patrimonio: deve provvedere la Congrega di Carità, che fa lauti guadagni, ai danni della fabbrica della chiesa parrocchiale si San Michele. La Congregazione di Carità provvede a tutti i bisogni di conservazione con un bilancio di 96 lire annue, mentre per togliere soltanto la fuliggine dalle tre navate, una volta all’anno, si pagano 250 lire. E quest’anno non si è potuto togliere, perché la persona tecnica ne voleva 450, che non si sono potute spendere per detto scopo, perché si è dovuto provvedere ad altri bisogni più urgenti. Ognuno, che ha una casa, può comprendere quanto costi la manutenzione di un fabbricato, e che cosa possono rappresentare 96 lire annue per la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, che, per la sua vastità, per la sua antichità, e per lo stato di abbandono di oltre un secolo ha bisogno di continue riparazioni…”
Dalla testimonianza del Canonico Salvatore Alberico si ha la conferma che le condizioni erano veramente molto precarie con seri rischi di crolli; come si è visto cedimenti di ornamenti/decorazioni ci furono. Anche la descrizione delle condizioni del cassettonato ligneo è molto chiara: curvo e quindi fatiscente, questo spiega anche perché il Taglialatela in occasione dei lavori di restauro generali del 1933-1934 procede alla ripresa (restauro) in più punti delle decorazioni presenti appunto nel soffitto a cassettoni. Importante è anche l’aspetto economico che evidenzia le difficoltà dei Canonici del Capitolo a fronteggiare i numerosi e costosi interventi di ristrutturazione generale di cui necessitava la chiesa e che quindi si dovettero limitare agli interventi di manutenzione ordinaria o comunque alle cose più urgenti. Molto significativa è una NOTA che si trova nel libro sulla storia del Duomo (capitolo sul ‘900, in bibliografia dove poter trovare le note a cui si fa riferimento) in cui si può leggere che nel 1916 per la festa del SS. Crocifisso furono raccolte 9177,07 lire e che da questo totale, fu trattenuto il 20%, 1835,40, da destinare al fondo restauri costituito per fronteggiare l’enorme spesa che si prospettava per i lavori generali della chiesa. In questo fondo confluì quell’anno e anche negli anni successivi il 20% delle offerte provenienti dai fondi di amministrazione delle cappelle del SS. Sacramento del Purgatorio e della Madonna di Lourdes. Tenendo conto che con poco più di 9 mila lire nel 1916 si organizzava la festa del SS. Crocifisso, in proporzione mezzo milione di lire rappresentava un capitale come si può rilevare da quanto sopra riportato, anno 1925. Considerando poi che passano altri 8 anni circa per arrivare ai lavori generali del 1933-1934, sicuramente i costi aumentarono tenendo conto anche che il terremoto del 1930 causò seri danni, anche nelle parti strutturali del tempio; nel 1932, il Capitolo, su diretta iniziativa del Primicerio Mons. Donato Tartaglione, intraprende tutte le procedure per la soluzione definitiva e quindi procedere ai lavori generali.
I primi cinque/sei righi del memoriale sono importanti in quanto si rileva una condizione che non è esagerato definire catastrofica: sui cornicioni crescevano addirittura le erbacce, (i cornicioni secolari devono essere quelli della navata centrale che è parte della struttura più antica), l’espressione “le ricchezze sono sparite, ed è rimasto il fabbricato” è un po’ la sintesi di quella che era la situazione: cioè che era rimasto solo il fabbricato ma i colori, le decorazioni i vari affreschi e anche le tele evidentemente non erano più ben visibili, condizioni fatiscenti generali. Da quanto sopra riportato si può anche rilevare che tra gli interventi periodici di manutenzione, in questo caso annuale, che i Canonici del Capitolo facevano effettuare alla chiesa c’era quello della rimozione della fuliggine.
I lavori di restauro e ristrutturazione generali del 1933-1934 furono di particolare importanza e interessarono sia le parti strutturali del tempio, sia le decorazioni e il patrimonio pittorico. Prima di tutto vennero consolidate e rafforzate le strutture lesionate dal terremoto del 1930, viene poi sistemata la parete frontale della zona dell’altare maggiore che viene sostanzialmente tagliata alla sua metà circa per ricavare lo spazio necessario alla collocazione dell’organo e della cantoria, cui si accede da una scala ricavata sul fondo del corridoio della Sacrestia. Ma il grosso degli interventi fu costituito dai lavori di restauro vero e proprio. Si provvide all’intonaco esterno della facciata e del campanile, al rifacimento in più punti della tettoia e al fissaggio del cassettonato e del soffitto, alla intera ripresa delle decorazioni in oro zecchino della navata centrale e del transetto. I lavori di ripristino delle decorazioni in oro furono affidati al Taglialatela. L’insieme di queste opere consentì al Duomo di ritornare allo splendore di un tempo; sempre nel 1934 il Primicerio Tartaglione fece costruire la cappella dedicata a San Giuseppe.
Si può anche rilevare che ci vollero due anni per rimettere in sesto la chiesa; visti i numerosi interventi la spesa totale quasi sicuramente superò il milione di lire. Tenendo conto che siamo negli anni 30 del ‘900 certamente fu una spesa enorme.
Praticamente si può dire che la chiesa fu restaurata da capo, queste cose vengono qui riportate in quanto è importante sottolineare per inciso i lavori fatti tra il 1933-1934; quanto riportato (memoriale) conferma ed è ulteriore prova che se Mons. Donato Tartaglione non fosse intervenuto per i lavori generali oggi il Duomo non sarebbe in piedi, sicuramente importante è stato anche il contributo artistico dato da Luigi Taglialatela, come si è visto nel precedente approfondimento.
Purtroppo tanti queste cose non le capiscono; come si accennava all’inizio, è facile entrare oggi in chiesa e vedere che è bella, ma andate a leggere in che condizioni si trovava appunto in quegli anni (tra l’800 e i primi anni del 900), i sacrifici economici fatti negli anni 30, in gran parte da Mons. Donato Tartaglione, per far tornare agli antichi splendori questa chiesa, cosa è stato fatto per rimetterla in sesto.
Purtroppo il patrimonio artistico presente a Marcianise viene molto sottovalutato, c’è una sottovalutazione generale; per tanti la parola arte è arabo, quando si parla di opere d’arte o di monumenti c’è sempre molta leggerezza, superficialità, ignoranza e incompetenza il che denota anche le scarse conoscenze storiche di tanti; intanto Marcianise ha avuto un richiamo internazionale dato che nei primi giorni dello scorso settembre è venuto uno scultore spagnolo, studioso delle opere di Giacomo Colombo a visitare il Duomo in quanto interessato ad alcune opere presenti in chiesa, tra cui ovviamente il Crocifisso. Questo deve far riflettere sulla scarsa attenzione che viene data all’arte presente a Marcianise. Il patrimonio artistico presente in città non viene valorizzato come invece dovrebbe essere; fa ben sperare la recente visita a Marcianise di un gruppo di turisti provenienti dal Nord Europa. Accompagnati da un tour operator dopo essere stati nel cortile comunale dove hanno potuto degustare alcuni dei prodotti tipici locali, sono stati accompagnati a Piazza Carità dove hanno potuto vedere il monumento dello scultore marcianisano Onofrio Buccini e visitare seppur per pochi minuti la monumentale chiesa dell’Annunziata. Sicuramente significativa questa prima visita turistica internazionale a Marcianise, da ringraziare chi si sta adoperando per mettere in campo queste iniziative.
Siete tutti invitati ad interessarvi dell’arte presente a Marcianise, andate alla riscoperta dei monumenti presenti sul territorio..andate alla biblioteca a leggere libri, opuscoli, notizie..”chi non legge non sa niente”.
Vincenzo Tartaglione
Bibliografia/sitografia/fonti
Libro “Il Duomo di Marcianise”
Autore: Salvatore Delli Paoli
Edizione: Napoli, Tipografia Portosalvo
Anno pubblicazione: 1982
Capitolo V (5) “Il Duomo nell’800 e nel ‘900 da pag 85 a pag 102
Paragrafo: “Restauri e interventi nel corso del ‘900”
NOTE N° 196 e 199 pag 141 e 142
Libro: “Marcianise, urbanistica, architettura ed arte nei secoli”
Autore: Salvatore Costanzo
Edizioni: Clean Edizioni
Anno di Pubblicazione: 1999
Capitolo “L’evoluzione edilizia”
Paragrafo “Gli interventi di restauro nelle principali chiese del centro storico”
Estratto testimonianza Canonico Salvatore Alberico sulla Chiesa di S. Michele Arcangelo pag 145-146
Libro/memoriale: “Per la devozione delle cappelle SS. Corpo di Cristo e fabbrica di San Michele Arcangelo”
Autore: Canonico Salvatore Alberico
Anno: 1927