Il Movimento Unione Mediterranea nasce a Napoli nel 2012. Unione Mediterranea ama la politica nel suo senso alto: governo della Polis. Non sopporta il politicante che punta all’arricchimento personale o del suo clan, o quello che, dopo aver stretto alleanze con partiti xenofobi o antimeridionali cerca spazio provando a sfruttare l’onda di disappunto verso la politica nazionale. Il movimento ripudia mafia, violenza, razzismo e qualsiasi forma di discriminazione.
Hanno cittadinanza politica tutte le opzioni tese a migliorare la condizione del Mezzogiorno, con la sola esclusione delle proposte che implicano il ricorso alla violenza o che incitino a uno scontro di stampo razzista o discriminatorio, o che non considerino un elemento fondante la lotta alla criminalità organizzata. Quest’ultima ha devastato la società e l’economia del Sud e va combattuta con un approccio complesso, che sradichi le radici socioculturali e storiche del fenomeno.
“Il rispetto dell’ambiente e del territorio – afferma Irene Maffini, segretario del circolo – deve essere a fondamento di ogni politica economica sia essa industriale, agricola, commerciale, turistica, culturale”. Massima attenzione viene posta al fenomeno dello smaltimento illegale di rifiuti di ogni genere.
Unione Mediterranea propone e attua azioni di governo diretto, al fine di garantire efficienza ed efficacia oltre che tutela diretta della cosa pubblica. La gestione della cosa pubblica dovrà essere improntata a trasparenza e accessibilità per il massimo controllo da parte dei cittadini.
“Purtroppo chi paga il prezzo più alto di queste politiche inconcludenti sono i lavoratori, i cittadini. I primi perché sono costretti ad operare nel caos più completo con sempre meno diritti e sempre più tartassati. I secondi perché si vedono negati il diritto, costituzionalmente garantito, del lavoro. Per me è una sconfitta e non riesco ad accettarla – dice la Maffini – come può questa terra, che ha tutto e non ha niente, ripudiare i propri figli ed obbligarli ad emigrare.”
Il Movimento si propone di prender parte alle competizioni elettorali ogni volta che sia ritenuto utile presentando liste se possibile in autonomia. Nel caso in cui dovessero essere necessarie alleanze, si scelgono quelle maggiormente coerenti con gli obiettivi del movimento, escludendo in ogni caso intese – anche soltanto tecniche – con partiti e pseudo liste civiche.