C’era aria di rassegnazione e rabbia ieri sera in Piazza Umberto I. Il neo costituito Comitato Anti-Demolizione si era dato appuntamento davanti al Municipio per stabilire insieme una linea di lotta al fine di evitare che le ruspe si mettessero di nuovo in azione per abbattere i fabbricati costruiti senza le opportune licenze. Una sessantina di persone proprietari di immobili che rischiano nei prossimi mesi di vedersi rase al suolo le proprie abitazioni e che non intendono demordere nella loro azione di salvaguardia di quelle che, dicono, “rappresentano le loro case in cui hanno investito soldi e lavoro”. Coordinati dal geometra Gaetano Farro intendono manifestare pacificamente, ma soprattutto richiedono a gran forza l’aiuto della politica, quella stessa politica, sostengono, “che aveva promesso aiuto in campagna elettorale e che invece li ha lasciati al loro destino”.
In effetti di politici e di amministratori ieri sera non c’era nemmeno l’ombra, nonostante fossero stati invitati a partecipare, quanto meno per ascoltare le ragioni di queste famiglie che, al di là di tutto, stanno vivendo un dramma. In serata un comunicato da parte del Sindaco Antonio Tartaglione che in sostanza pur comprendendo il grande disagio di queste persone si schiera nettamente dalla parte dei magistrati della Procura di Santa Maria Capua Vetere che si sta occupando direttamente degli abbattimenti.
“Pur comprendendo lo stato d’animo dei proprietari di immobili interessati dalle procedure di abbattimento, l’amministrazione non può avallare l’illegalità. Ai cittadini chiedo, in un momento così delicato, di mantenere salda la fiducia in una legge uguale per tutti e in un governo trasparente, che percorrendo la strada della politica, sta già attivando gli strumenti in proprio possesso per perseguire il pieno rispetto della liceità, contemperandolo con il diritto alla casa”. Sono parole chiare ed al contempo perentorie quelle che il sindaco Antonio Tartaglione usa per illustrare la posizione della compagine al governo cittadino, nella vicenda delle demolizioni degli immobili abusivi, ubicati sul territorio. Ergersi a garante della legalità è stata sempre una priorità, dichiarata come tale già ai tempi della campagna elettorale. Per questo la neo- amministrazione non può condividere qualsiasi iniziativa contraria all’ordine costituito. Tutelare i cittadini non può voler dire sfociare nell’illegalità: è necessario pertanto, a detta del sindaco, promuovere delle azioni che, compatibilmente con le disposizioni vigenti, cerchino di limitare quanto possibile il disagio dei proprietari. “Quest’amministrazione- continua Tartaglione- rispetterà sempre le decisioni della magistratura, perché la ritiene garante delle leggi, e come tale dei diritti di tutta la popolazione”.
Le ingiunzioni di smantellamento di tali costruzioni sono state emanate dalla Procura della Repubblica, nell’ambito di una più ampia azione di contrasto all’abusivismo in tutte le sue forme.
Demolizioni, comitato giura battaglia. Sindaco: “Siamo dalla parte dei giudici”
29 Ago 2009
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Rendiamo omaggio al sindaco paladino moralizzatore ed ultimo baluardo a difesa della legalita’. Ma poniamogli anche qualche domanda, signor sindaco e’ sicuro che tra gli scranni del consiglio comunale, non ci sia qualche tecnico coinvolto in costruzioni abusive ? Signor sindaco e’ sicuro che tra gli elettori non ci sia qualche costruttore coinvolto nella costruzione di case abusive ? Signor sindaco mica pensa che questi abusivisti le case se le sono costruite da soli ? Non ritiene che ci voglia almeno un tecnico ed un’impresa edile per la costruzione ? Ritiene lei, legale e lecito il comportamento di costoro ? Non li ritiene colpevoli almeno quanto i proprietari, avendo operato senza le necessarie autorizzazioni ? Non ritiene per caso, che un intervento presso la prefettura per un acquisizione dell’ immobile poteva esser esperito al di la’ del risultato che ne sarebbe conseguito ? Ed infine quali sono le azioni che intende attuare per cercare di venire incontro al disagio di questi sfortunati concittadini ?
anche noi siamo dalla parte dei giudici ma anche degli imprenditori onesti ( come noi ) , cittadini onesti e che non pagano il pizzo .
a quelli come noi e a tutti i cittadini davvero onesti , contro invece i moralisti che feltri si appresta a smascherare , dedichiamo la seguente pillola .
Il 29 agosto 1991 l’imprenditore Libero Grassi viene ucciso a Palermo dalla mafia per aver rifiutato di pagare il pizzo.
Nella lettera seguente ( ne pubblichiamo solo una parte , l’altra la assegniamo per esercizio ) l’imprenditore Libero Grassi ricostruisce il tentativo di estorsione operato ai suoi danni e la denuncia alle autorità fino all’arresto di alcuni ricattatori. Colpisce il fastidio manifestato dalle organizzazioni di categoria di fronte al coraggio e alla coscienza civile di Libero Grassi. La lettera è stata pubblicata dal “Corriere della Sera” il 30/8/1991, il giorno successivo alla sua uccisione.
“La “Sigma” è un’azienda sana, a conduzione familiare. Da anni produciamo biancheria da uomo: pigiami, boxer, slip e vestaglie di target medio-alto che esportiamo in tutta Europa. Abbiamo 100 addetti: 90 donne e 10 uomini. Il nostro giro d’affari è pari a 7 miliardi annui. Evidentemente è stato proprio l’ottimo stato di salute dell’impresa ad attirare la loro attenzione.
La prima volta mi chiesero i soldi per i “poveri amici carcerati”, i “picciotti chiusi all’Ucciardone”. Quello fu il primissimo contatto. Dissi subito di no. Mi rifiutai di pagare. Così iniziarono le telefonate minatorie: “Attento al magazzino”, “guardati tuo figlio”, “attento a te”. Il mio interlocutore si presentava come il geometra Anzalone, voleva parlare con me. Gli risposi di non disturbarsi a telefonare. Minacciava di incendiare il laboratorio. Non avendo intenzione di pagare una tangente alla mafia, decisi di denunciarli.
Il 10 gennaio 1991 scrissi una lettera al “Giornale di Sicilia” che iniziava così: “Caro estortore…”. La mattina successiva qui in fabbrica c’erano dei carabinieri, dieci televisioni e un mucchio di giornalisti. A polizia e carabinieri consegnai 4 chiavi dell’azienda chiedendo loro protezione.
Mentre la fabbrica era sorvegliata dalla polizia entrarono due tipi strani. Dissero di essere “ispettori di sanità”. Fuori però c’era l’auto della polizia e avevano grande premura. Volevano parlare a tutti i costi con il titolare…… Furono arrestati il 19 marzo insieme ad un complice.
Una bella soddisfazione per me, ma anche qualche delusione; il presidente provinciale dell’Associazione industriali, Salvatore Cozzo, dichiarò che avevo fatto troppo chiasso. Una “tamurriata” come si dice qui. E questo, detto dal rappresentante della Confindustria palermitana, mi ha ferito. Infatti dovrebbero essere proprio le associazioni a proteggere gli imprenditori. Come? È facile. Si potrebbero fare delle assicurazioni collettive. Così, anche se la mafia minaccia di dar fuoco al magazzino si può rispondere picche. Ma anche a queste mie proposte il direttore dell’Associazione industriali di Palermo, dottor Viola, ha detto no, sostenendo che costerebbe troppo. Non credo però si tratti di un problema finanziario, è necessaria una volontà politica.
Non ho mai avuto paura ed ora mi sento garantito da ciò che ho fatto. La decisione scandalosa del giudice istruttore di Catania, Luigi Russo (del 4 aprile 1991) che ha stabilito con una sentenza che non è reato pagare la “protezione” ai boss mafiosi, è sconvolgente. In questo modo infatti è stato legittimato con il verdetto dello Stato il pagamento delle tangenti. Così come la resa delle istituzioni e le collusioni. Proprio ora che qualcosa si stava muovendo per il verso giusto.
Stabilire che in Sicilia non è reato pagare la mafia è ancora più scandaloso delle scarcerazioni dei boss. Ormai nessuno è più colpevole di niente. Anzi, la sentenza del giudice Russo suggerisce agli imprenditori un vero e proprio modello di comportamento; e cioè, pagate i mafiosi. E quelli che come me hanno invece cercato di ribellarsi?
Ora più che mai le Associazioni imprenditoriali che non si impegnano sinceramente su questo fronte vanno messe con le spalle al muro. La risposta infatti deve essere collettiva per spersonalizzare al massimo .
w libero grassi !!! abbasso la criminalità organizzata !!! w pizzo calabro !!!! w i pizzi e merletti delle nostre femmine puzzanellare !!!
w l’associazione antiracket “Libero Grassi”
Un Tecnico era presente alla manifestazione
Ma anche se è vero che dei tecnici e delle imprese hanno partecipato
alla costruzione degli edifici abusivi, la responsabilità ricade
sopratutto sui propietari che di sicuro non erano all’oscuro, ma anzi sapendo hanno edificato lo stesso.
Qui non si parla di ignari cittadini che sono stati truffati da tecnici e imprese, qui si parla di cittadini consci del fatto e che si sono rivolti a tecnici e imprese.
Il malcostume era diffuso ma prima o poi qualcuno doveva iniziare a pagare, sperando che non siano i soli.
Poi non si capisce, se Berlusconi fa il condono è un pazzo criminale, se Berlusconi non fa piu il condono è due volte pazzo criminale.
chiaritevi le idee prima di accusare a destra e manca
Non posso che augurarmi che la procura non si fermi qui e anzi prosegua su questa strada finalmente giusta facendo venir meno il malcostume tipico delle nostre zone dove la legge è solo un qualcosa che viene rispettata dai soliti fessi
La risposta dell’amministrazione è assolutamente scontata e cerchio bottista; peraltro politicamente inevitabile.
Da una parte si dice: stiamo con i giudici; dall’altra si cerca di tranquillizzare la gente inferocita “percorrendo la strada della politica, sta già attivando gli strumenti in proprio possesso per perseguire il pieno rispetto della liceità, contemperandolo con il diritto alla casa”.
Ma che significa? che si cerca di far approvare una legge per salvare le case da abbattere? il diritto alla casa significa che si darà un’abitazione ai destinatari dei provvedimenti?
Buona cosa sarebbe, per un’amministrazione che vuol cambiare pagina, cominciare a lasciar perdere il politichese e parlare in italiano(va bene anche il dialetto, di questi tempi), dicendo pane al pane senza nascondersi dietro improbabili locuzioni.
Preciso che alcune frasi del mio post possono risultare poco comprensibili perché tagliate.
Provocazioni più che domande. Chi ha costruito in difformita’ ovvero senza licenza e poi ha sanato pagando e’ da ritenersi illegale ? Suppongo di no. Chi ha portato all’estero miliardi evadendo il fisco e poi ha fatto rientrare in Italia i capitali pagando il 5% e’ da ritenersi illegale ? Suppongo di no. In conclusione la Legalita’ e’ da ritenersi un valore assoluto, come secondo me dovrebbe essere, o invece qualcosa che si puo’ comprare all’occorrenza con un po’ di soldi ed in certe circostanze ? La legalita’ e’ un fatto culturale o un fatto economico ? Il sindaco cerchi di fare qualcosa, intervenga presso la prefettura per cercare di aiutare queste famiglie.
Cari signori avete visto chi capeggia il Comitato appena costituito?
Viva Marcianise
Come si può costituire un comitato contro l’applicazione di leggi dello Stato che tutelano la legalità?
Giustamente il Sindaco si è defilato, contrariamente a qualche tecnico. Alla luce di quanto finora accaduto, si evince che la magistratura tiene conto delle situazioni di necessità e procede all’abbattimento soprattutto nei casi di speculazioni edilizie o di stravolgimento del territorio.
Le agitazioni popolari fanno comodo soprattutto a coloro i quali hanno investito poco per guadagnare molto eliminando il verde previsto nel piano regolatore a danno di tutta la comunità! Come si può essere solidali con gente che quando ha acquistato certi terreni ben sapeva del vincolo di inedificabilità e si riprometteva fin da allora di infrangere la legge in barba ai fessi che la osservano?
Caro capa di toast,purtroppo non ce la faccio ad essere buono con te nè con chi esprime,come te,dei giudizi o opinioni intrise,come sono, di faziosità politica e di preconcetto.Perchè le tue faziose domande non le poni a chi ha rappresentato l’amministrazione comunale per gli ultimi due mandati?Dov’era Fecondo quando sotto ai suoi occhi, si consumavano questi abusi che “solo” oggi e giustamente vengono demoliti?Perchè Fecondo non ha strigliato la Polizia Municipale per la necessaria opera di prevenzione di questi abusi che “solo” oggi vengono abbattuti?.Devi sapere che tutti i tecnici e le imprese cui tu fai riferimento implicito,quali responsabili di simile scempio,hanno potuto operare INDISTURBATI perchè c’era un’amministrazione dormiente e/o complice.Per favore,prova una volta sola ad essere un pò meno demagogico e più coerente e raziocinante.Quello che intende fare l’attuale amministrazione?bè la risposta già ce l’hai non credi?sulla prevenzione staremo certamente a guardare insieme.
forse incomincia a muoversi qualcosa di positivo,
deve essere bello costruire su un terreno agricolo pagato quattro soldi.
State organizzando un comitato che deve difendere che cosa?
Un abuso?
Al pesce di acqua dolce che come e’ notorio nn serve a nulla, dico di evitare di commentare i miei post. Se lui fosse d’accordo con me sicuramente ci sarebbe qualcosa di sbagliato nei miei ragionamenti. Non posso andare insieme a chi ha come modelli di legalita’ berlusconi, Ligresti e Caltagirone, cioè i più grandi palazzinari abusivi d’italia.
I comitati che sorgono a difendere un abuso non hanno alcuna ragion d’essere, ma se nascono per difendere la casa dove si abita (costruita abusivamente grazie a chi non effettuò i controlli,commettendo una gravissima omissione dei propri doveri)allora ci può stare poichè controllori si son posti fuori dalla legalità insieme ai contravventori. Il sindaco stia pure con i giudici (ci mancherebbe!) ma cominci ad industriarsi sul problema di come dare un’alternativa a queste persone. A Marcianise non vi sono ponti a sufficienza per poter accogliere quelli che, eventualmente, resteranno senza casa.
Marco RUSSO
Che qualche tecnico era presente si è accertato, ma che questo tecnico è stato anche amministratore della passata amministrazione non si è detto.
E’ questi che da dietro le quinte ha organizzato e coordina questo comitato, al solo scopo di far salva la propria “immagine”.
L’assenza del sindaco e degli attuali amministratori è politicamente giusta dato che le costruzioni abusive si sono verificate nelle passate amministrazioni che non hanno nulla a che vedere con questa attuale.
E’ vero che la totale responsabilità della costruzione abusiva è a carico del proprietario, ma non è giusto che paghi solo lui. A monte della costruzione abusiva esiste una progettazione, un calcolo del cemento armato ed una direzione dei lavori certamente fatte da uno o più tecnici a conoscenza dell’abusività e che hanno certamente incassato una parcella senza per altro emettere regolare fattura. Per la realizzazione dell’opera abusiva è stata certamente incaricata una ditta di costruzione che certamente era a conoscenza della abusivismo dell’ opera che si andava a realizzare e che certamente ha incassato un pagamento, senza per altro emettere regolare fattura.
E i controlli da parte delle forze dell’ ordine perchè non si sono verificati?
Tutto a posto?
Allora sono tutti direttamente interessati e consapevoli di aver commesso più di un reato, per cui devono pagare tutti contemporaneamente.
Gli abusi edilizi ci sono, questo è fuori dubbio. Ma si dovrebbe distinguere tra i diversi tipi di abusi edilizi.
Volevi una casa al mare e l’hai fatta costruire abusivamente? Giusto che venga demolita. Hai costruito una casa per specularci? (affitto). Giusto che venga demolita. Ma la casa in cui una famiglia abita, no. QUesta non deve essere demolita, non è da un Paese civile.
E’ da paese civile invece porre rimedio in altro modo. Chi l’ha costruita quella casa senza permessi? Chi ha speculato su quella costruzione? E ancora, chi doveva vigilare affinchè in quel periodo non ci fossero gli abusi edilizi? Il comandante dei vigili urbani che faceva? Il “Comune” dov’era? Forse in gita?
E allora adesso in nome della legalità non si può togliere la casa alle famiglie e neanche far vivire simili momenti di ansia. Il mondo intero è in crisi economica e noi abbattiamo case?
Il Comune, in quanto istituizione cittadina, secondo me dovrebbe costituirsi parte civile contro gli imprenditori che hanno costruito quelle case e contro i passati amministratori che hanno consentito tutto ciò facendo finta di non vedere per una questione di voti.
Se l’abusivismo è un mal costume soprattutto delle nostre terre, è colpa di chi amministrava ed aveva l’obbligo di controllare il territorio.
Ora è semplice prendersela con i proprietari di case.
Caro Barracuda, veramente ritieni che L’amministrazione Fecondo ha lasciato correre l’abusivismo? Sei convinto? Puoi portare qualche dato a supporto delle tue certezze? Perchè, leggendo alcuni tuoi commenti sembra che Fecondo rappresenti l’inizio e la fine del male.
Sei estremamente ingenuo o faziosissimo?
Eppure Fecondo, che non si è candidato e quindi non ha potuto dibattere i temi fondamentali in campagna elettorale, è uscito a testa alta da tutte le vicende in cui hanno tentato di coinvolgerlo uomini mediocri e ferocissimi.
Non si affronta, come ha fatto l’attuale Sindaco, il dramma di centinaia di persone che stanno perdendo la casa, fosse anche abusiva. Tutti stiamo con la Magistratura ma il Sindaco è anche e soprattutto il rappresentante della comunità. Un Sindaco,quando nella sua città un fenomeno è così diffuso, ha il dovere di affrontare la questione cercando di comprendere anche le ragioni di quei cittadini che sono oggi in una posizione di debolezza, chiedendo un tavolo in Prefettura e ricercando soluzioni alternative all’abbattimento, che esistono e potrebbero essere percorse.
A proposito di abusivismo, quanti di voi abitano una mansarda? Attenzione, siete dei pericolosi abusivi che, prima o poi potrebbero essere perseguiti. Signor Sindaco, anche lei ha una mansarda? Qualcuno la abita?
Mi domando, in quante città dove esiste il fenomeno dell’abusivismo di necessità, e sono tantissime, stanno abbattendo come a Marcianise? In provincia di Caserta sembra che l’abusivismo esiste solo a Marcianise, gli abbattimenti si fanno solo a Marcianise.
Piuttosto, chi sono i costruttori che promettendo impunità ai cittadini propongono case abusive sicuramente condonabili, a prezzi, tra l’altro, più alti di quelli di mercato?
E infine, che fine farà l’area di sedime dell’ex Palazzo Blasio? Già pronta per una bella operazione speculativa o pronta per l’attrezzatura pubblica alla quale è stata destinata dal Piano di Recupero adottato?
i marcianisani , gli italiani . un popolo di abusivi , di falsi moralisti ( leggi Mauro di Repubblica e Boffo di Avvenire ) ma , soprattutto di grandi amatori .
Eros e politica .
Cominciamo dagli eroi più scandalosi , quelli che la sinistra non condanna ( per loro esiste solo il nostro silvio ) .
carlo pisacane e il suo menage a trois .
mazzini non ha disdegnato le compagnie femminili all’interno del milieu patriottico : adelaide zoagli , madre di mameli , giuditta bellerio vedova del cospiratore sidoli , susan , moglie inglese del patriota tancioni , emile , moglie del carbonaro venturi , sara , madre di ernesto nathan , sindaco di roma .
garibaldi , poi , quante donne ha messo incinte ? a 19 anni ( lui ne aveva 53 ) . la contessina raimondi 18 e lui 53 .
questo la sinistra conformista non lo sapeva .
solo noi , appassionati di letto , di divani a letto e di storia , potevamo saperlo !!!
w il sindaco doctor house da abbattere !!! w Bassolino e il suo piano casa ( ve ne accorgerete )
x barracuda
Non capisco cosa centri Fecondo in questa situazione.
Se oggi si stanno abbattendo gli immobili vuol dire che negli anni passati si è operato bene in materia di repressione edilizia. Ovvero la la polizia municipale ha provveduto a sequestrare gli immobili abusivi e a denunciali alla Procura della Repubblica!!! Quindi direi che Fecondo ha fatto la sua parte!!! Il problema oggi è quello di provvedere a trovare una giusta dimora ai sigg.che seppur eludendo le norme solo per necessità sono stati costretti a realizzare opere abusive. Questo è dovere dell’attuale amministrazione che tra l’altro tra i suoi sostenitori annovera due illustrissimi ex vice Presidenti dell’IACP che sicuramente tanto potranno fare per risolvere il problema casa ai nostri concittadini.Così come necessita con urgenza mettere mano agli strumenti urbanistici piano regolatore, piano recupero centro storico, strumenti avviati con Fecondo e fermi per la gestione commissariale. Caro barracuda cerca di essere più obiettivo e meno di parte.
Mah,quanti discorsi.
Tutto il peggio accade li, sempre li,la colpa o la ragione non si sa mai da che parte tiri.Usate di piu’ l’ironia che e’ pudore della verita’.Chiaro che se qualche amministratore fa cilecca,a pagarne le conseguenze sono sempre i consociati.La Vostra Citta’ non e’ un paradiso fiscale,o un luogo irraggiungibile.Li chi minge fuori dal buco e’ subito sgamato.Sulle ruspe non voglio commentare nulla per non alimentare pelemiche.
Non bisogna costruire uno scudo al problema che li risiede da molto Qui in Friuli, questi odiosi fatti sono subito contrastati dalla legge.La ruspa la si usa per costruire e trasportare laterlizi.Piaccia o no e’ una Italia divisa in due.
Cordialmente antimo castellone sgueglia
Udine,30,ago,009
L’abusivismo a Marcianise risale agli anni “70. Interi quartieri sono sorti senza uno straccio di licenza ed in barba ad un piano regolatore peraltro datato e superato.
Il mio sospetto è che i nostri optimi maximi abbiano favorito il fenomeno per motivi di pura clientela, per poter essere in grado di concedere favori, stante l’abusivo- per anni, e dunque per varie campagne elettorali- in condizione di necessità.A parte quanti invece c’hanno guadagnato(tecnici, imprese etc).
Puntare il dito contro il singolo è dunque fuori luogo, maxime contro Fecondo. Se si va a verificare, con un minimo di pazienza, gli anni in cui sono stati edificati i manufatti e le varie licenze in sanatoria, si potrà facilmente verificare quanto ho detto.
Piuttosto spero che l’attuale compagine amministrativa dica presto e con voce unica cosa intende fare circa le emergenze urbainistiche della città:piano regolatore, piani di recupero, centro storico, verde attrezzato,piano traffico, parcheggi ecc.
La campagna elettorale, ed anche le vacanze, sono finite; è tempo di lavorare.
abusivismo , alcool da capitalismo ( è tutta copla del ) , intrighi sotto le lenzuola , patrioti campatori ,gossip , moralisti veri o presunti , scandali . assegni sotto banco ( ezio mauro ) . barbarie che rispondono a barbarie ( bravo feltri , così si fa , come diceva bettino , a un brigante , un brigante e mezzo !!!)
non ci sembra , a questo punto , del tutto inopportuno ricordare una donna – un mito
30 agosto 30 a.c.
il suicidio di cleopatra ( gran bella bardascia , antenata delle nostre puzzanellare )
Cleopatra, è un mito moderno? A nostro avviso , sì.
Il suo suicidio, scondo le nostre interpretazioni , avviene per eccesso di felicità (paradossalmente) per le conquiste compiute in ogni campo e per evitare che il danno del tempo colpisca la seduttrice (più propriamente): quel personaggio della storia incarna, in questo dramma, il simbolo stesso della femminilità moderna o senza tempo.
Quante donne nella società votata all’effimero, quella che definiamo moderna e postfemminista, non sentono consumarsi davanti allo specchio e dentro di sè la tragedia del trascorrere inevitabile degli anni?
E quante vogliono sopravvivere serenamente, lucidamente alla propria giovinezza, se non alla propria bellezza?
Siamo convinti che le parole di Cleopatra pronunciate prima di lasciare l’immanente, appartengono a molte, tutte avvolte nell’incapacità di affrontare le difficoltà della maturità e dell’invecchiamento per non vedere scolorire o perdere la propria immagine, la quale è assurta curiosamente a carattere indelebile della nostra civiltà.
e ora , considerato l’approssimarsi di elezioni provinciali e regionali , un zichiello di pubblicità e progresso per i nostri mitici imprenditori della bellezza , delle donne ,ma non solo ( anche i nè-nè e i fru-fru ne fanno largo uso )
Imprenditori della Bellezza Associati: STUDIO 13
Make-up shop, Service make-up, Scuola di trucco di Maurizio Luchetti – Corso Vittorio Emanuele, 115 – Civitanova Marche tel: 0733 713594 fax 0733 813269
DICO NO AD UN’AMMINISTRAZIONE FECONDO-DIPENDENTE
La sindrome di Stoccolma è da sempre oggetto di studi interpretativi per chiarire perché, oltre che come, una vittima possa innamorarsi del proprio carnefice. Ma nel caso dell’amministrazione Tartaglione, quella che confonde il tempo libero con la cultura ed ostenta fiera la sua preponderante formazione da curva del Progreditur come se si trattasse di una frequentazione ad Harvard, siamo davvero al paradosso. Anzi, al parossismo dell’identità fantasma. Tanto che pur non essendo palesemente vittima (ha stravinto le ultime elezioni amministrative) l’amministrazione Tartaglione non fa che adottare lo spirito minoritario, rivendicazionista e vittimista di chi non ha altro da offrire. Mi spiego: la maggioranza zinziana ha vinto le elezioni su un programma nel quale non si fa il benché minimo cenno sul da farsi, ma tutto è ossessivamente rimproverato all’amministrazione Fecondo; e anche oggi, quando sarebbe maturo il tempo per un abbrivio nuovo, ci si sofferma su Fecondo che non apriva le porte a nessuno; su Fecondo che voleva pedonalizzare piazza Carità (come se fosse una colpa in una città nella quale è finanche sorto un comitato civico mamme e famiglie contro l’inquinamento: quello ininfluente – sissignore – prodotto dai nostri avanzi alimentari, ma indifferente a quello degli scarichi delle auto in giostra per il “quadrato” del centro). Insomma, siamo alla barbarie. Al trionfo del populismo clientelare. Alla demolizione del riassetto di piazza Carità con la stessa furia iconoclasta che armò la mano talebana contro i Buddha di Bamiyan. E ad un’amministrazione che si ciba ogni giorno, tutte le ore, ogni minuto di Fecondo, prolugando la vita amministrativa della sua esperienza, io dico NO. Dico no a questo surrogato amministrativo privo di identità, di idee, di un minimo senso per le cose: che crede sia sufficiente offrire un sorriso; fare da corte dei miracoli all’onorevole che come un notabile siciliano dei romanzi di Sciascia dispensa, ogni domenica, strette di mano in piazza; o arringare la folla festante sulla costruzione di un nuovo campo sportivo (o della piscina comunale, senza sapere che era stata già appaltata da Fecondo) per risolvere tutti i problemi. Quelli, ovviamente, lasciati in eredità da Fecondo. Ma dato il successo riscontrato, mi viene il dubbio: ma saranno veri i problemi della damnosa hereditas fecondiana se continuano a dare una giustificazione d’esistenza a questa insipiente marmellata zinziana? No, questi non sono uomini del fare, ma dell’insulsaggine. Fecondo-dipendenti da disintossicare e mandare a casa.
Caro Castellone, ritorna tra noi e…combatti per una società migliore. In Friuli non hanno bisogno di te.
Storiella di fine estate.
Un facoltoso imprenditore acquista un appezzamento di terreno in zona ospedaliera, ma non ha intenzione di costruire una clinica, allora che fa ? Costruisce una bella palazzina per uso abitativo e chiaramente per uso speculativo. E’ evidente che tale costruzione e’ abusiva, ma lui essendo imprenditore ed avendo i soldi la condona appena può. Qualcuno ha immaginato come fine della storia che il comune di quel paesino che non c’è abbia affittato lo stabile per darlo a mo’ di imperituro esempio alla massima espressione della lotta all’illegalita’ che cui effigi fanno bella mostra sulle facciate. Io non so se la storia sia vera o se abbia una morale, ma l’ho voluta raccontare in questo bel giorno di fine estate e di fine vacanza.
Grande capitano, o mio capitano. Non sono d’accordo con la beatificazione di fecondo, ma questi sprovveduti e riciclati faranno sicuramente del male alla cittá. Più di quanto si possa immaginare.
II Storiella di fine estate.
Un enorme imprenditore ottiene una concessione edilizia in zona sportiva un centro sportivo con annesso, magari, un centro benessere. Non contento dei volumi già ottenuti ma lasciati incompleti, realizza ulteriori volumi,abusivi, in materiale leggero, e apre una pizzeria. I volumi, enormi, in parte realizzati, a cosa saranno destinati? Aspettiamo e vedremo cosa succedderà quando la struttura sarà, sicuramente attraverso una variante, completata. Molti consiglieri della maggioranza frequentano spesso questa oasi di “abusivo” benessere.
un’altra bella eredità abbiamo avuto eh? e si, perchè ritengo il problema, di chi si è azzardato a costruire abusivo senza la necessaria forza, un problema di tutta la città. i palazzinari se li sanno vedere i fatti loro. si potrebbe avere una piantina di tutte le costruzioni abusive, civili e industriali, per poterci discutere sopra? i panni sporchi si lavano in piazza, potrebbe esserci una soluzione tra tante teste pensanti. il voto di scambio ha portato anche questo. nelle ultime elezioni si è verificato il voto di scambio? se la risposta è no vuol dire che stiamo sulla strada giusta per recuperare un pò di civiltà.
Le critiche , quelle che provengono dai nostri consociati imprenditori e dai fans , le accogliamo .
Queste ci suggeriscono di abbandonare il filone del gossip , di fru fru , dei rapporti contro natura , per ritornare alla nostra mission : sollevare al livello di aristotele , goethe e tanti altri ancora , la media umanità . Su queste cime , eleveremo le nostre vette e i nostri eroi .
E quale altra vetta ardita e quali eroi ad essa collegati , va ricordata se non Alam Halfa ? la conquista da parte dei nostri eroi avrebbe risolto il problema migranti a monte . e l’africa l’avremmo potuta governare noi , in piena democrazia , senza dittature , se a mancare non fosse stata la benzina .
A questa fase cruciale della battaglia di Alam Halfa è legato il mancato arrivo della benzina. Una dopo l’altra, erano state infatti affondate o gravemente danneggiate le petroliere Sanandrea, Pozarica, Picci Fassio e Abruzzi.
Il 31 agosto 1942 , i Panzer attaccarono la cresta di Alam Halfa, presidiata nel settore centro-orientale dalla 44^ Divisione di fanteria britannica e dalla 10^ divisione corazzata britannica nel settore.
Si levò una tempesta di sabbia, che inchiodò a terra la RAF. Approfittando di questa insperata circostanza, i carri tedeschi attaccarono immediatamente a sud della cresta, affrontati dai 92 carri Grant della 22^ Brigata corazzata inglese, che aveva un compito “ritardante”, in quanto l’attaccante doveva essere “battuto” dall’artiglieria e soprattutto dai numerosi pezzi controcarro da 57 mm.
Questo affondo tedesco non riuscì e, a sera, i carri della 15^ e 21^ ripiegarono verso sud, passando la notte nella Depressione Ragil.
Montgomery, in quelle ore, non sbilanciò il proprio dispositivo, ma tolse comunque una Brigata sudafricana dalla posizione principale del fronte e la trasferì sul Ruweisat, mentre un’altra Brigata affluiva dal Delta per occupare la zona a est dei combattimenti, lasciata dalla 10^ divisione corazzata.
Il 1° settembre, la 15^ corazzata, dalla quale aveva assunto il comando il Colonnello Crasemann, fu lanciata contro l’altura di Alam Halfa e, dopo dura lotta, giunse quasi fino alla fatale quota 132. la battaglia era nella fase risolutiva. Ciò che accadde va raccontato ancora una volta al presente.
Ora, granatieri, carristi, genieri combattono sotto l’incessante fuoco della RAF. Se si riesce a superare lo sbarramento della quota 132, i carri potranno avanzare verso il mare. L’8° reggimento corazzato è già riuscito a penetrare nelle linee avversarie e, nel pomeriggio del 1° settembre, sta con le proprie punte avanzate a 8 chilometri dalla costa, a tergo del fronte principale di El Alamein. Ma, a sinistra, il 5° reggimento corazzato è rimasto impigliato e non riesce a superare le posizioni difensive britanniche, mentre, durante la giornata, la RAF colpisce duramente i carri e la fanteria motorizzata.
Nel solo Stato Maggiore del DAK, cadono sette ufficiali. Il rifornimento di munizioni e carburante diventa estremamente difficile. La sera stessa, Rommel decide di sospendere l ‘offensiva e di indietreggiare, passo passo, verso la base di partenza. Ancora tre giorni di combattimenti e poi la “corsa dei sei giorni” si conclude.
Si è sempre sostenuto che l’offensiva fallì a causa della mancanza di carburante. Ma una simile spiegazione non può essere sostenuta in senso assoluto. Il carburante era scarso, ma, anche durante il ripiegamento, nessun automezzo restò sul terreno immobilizzato per mancanza di benzina.
Un fattore negativo importante risultò la profondità dei campi minati inglesi al momento dell’assalto iniziale. In secondo luogo, Montgomery si attenne al criterio di una rigida difesa del crinale di Alam Halfa.
Ecco , voi direte , che c’azzecca la battaglia con le demolizioni ?
Bene , secondo voi , in quanto tempo si eleva una struttura senza dare nell’occhio ? é sufficiente allenarsi per una ” corsa dei sei giorni ” ?
Sono o non sono eroici e arditi gli imprenditori , i muratori , che elevano in così poco tempo ? E ancora : quante fondazioni , come i campi minati , giacciono sottoterra in attesa si essere elevate ?
W la storia maestra di vita !!! w le vette !!! w le cime ingabbiate nei reggipetti !!!
MSD mi farebbe piacere leggere una tua disquisizione sugli imprenditori di Fondi – LT;
grazie
giriamo la richiesta ai nostri consociati imprenditori che operano in quei territori . al più presto ci invieranno un dettagliato rapporto e gli indicatori di successo ( o insuccesso ) delle loro imprese e indicatori di marketing territoriale .
dell’onestà in politica ne abbiamo già ampiamente discusso . la pensiamo come il nostro filosofo di riferimento . benedetto croce .
l’onestà in politica ?
“L’ideale che canta nell’anima di tutti gl’imbecilli e prende forma nelle non cantate prose delle loro invettive e declamazioni e utopie… ..
dell’onestà in impresa , lo accerteremo
per ora accontentatevi del sedestino pensiero in generale , al più presto i particolari su fondi ( ancora in minuscolo fino a quando non c’è condanna )
Caro coppola ( cape coast ) , abbiamo ricevuto due notizie in merito alla sua richiesta . una buona .l’altra cattiva ( per i nostri imprenditori di Castello di Cisterna ) .
I nostri imprenditori di fondi appartenenti a fondi s’è desta da sempre ( dai tempi del duce e delle sue campagne di bonifica ) ammogliati con belle bardascie venete ) ci dicono che hanno incrementato la raccolta di olive di Gaeta , così come hanno fatto pure i produttori di olio a loro associati .
Riportiamo per completezza di informazione , per intero , l’etichetta attuale Difetti 0
Fruttato di oliva 4 – 7
Amaro 3 – 5
Piccante 3 – 5
Pomodoro 3 – 6
Avete letto bene . difetti zero e incremento della raccolta e produzione .
Agli antipodi , invece , la situazione di Castello di Cisterna , un comune poco distante da Pomigliano (NA).
Lì i nostri imprenditori si lamentano del fatto che non hanno più interlocutori politici a causa dello scioglimento del consiglio comunale a guida PD . la motivazione sembra quella di aver favorito imprenditori in odor di camorra rispetto a quelli consociati con noi , immacolati e di destra , nel settore dell’edilizia , elemento trainante ( qui non si raccolgono olive ) , dell’economia locale .
Eppure registriamo dai mass media un attivismo senza precedenti per la legalità , che ovviamente sta a sinistra e mai a destra . Mai una parola su Castello di Cisterna .
w la legalità !!! w l’olio di lorenzo che fa guarire i sinistrati ( si spera ) !!!
e ora un bello spottone per o futuri imprenditori politici del domani
Fra una manciata d’anni, l’anniversario cadrà esattamente nel 2011, la “Fratelli Carli S.P.A.”, azienda familiare di fama internazionale, compirà un secolo di vita. La prima curiosità che ci concediamo é che la nota società olearia italiana, fondata in Oneglia il 20 maggio 1911 dal tipografo Giovanni Carli, é tuttora guidata dai suoi discendenti.
Tra il quintetto dei Carli che oggi ne compongono il vertice ben due , il presidente e un consigliere d’Amministrazione, rispettivamente classe 1918 e 1977 si chiamano Carlo Carli di nome.
Gli altri sono Marcello, classe 1928, vice-presidente, Gian Franco, amministratore delegato dal 1947 e Lucio, classe 1964, consigliere d’amministrazione.
Li aspettiamo tutti in politica per salvare l’italia del dopo berlusconi dalla sinistra radical chic
Aquila nera, dove vivi? tra le altissime vette?