Nella mattinata di ieri i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta ed i militari del Comando Compagnia Guardia di Finanza di Marcianise hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, avente ad oggetto un immobile ubicato nel comune di Barile (PZ) formalmente intestato a Restivo Cesare cl.’51 di Marcianise, suocero di Buttone Claudio cl 1982, fratello di Bruno, ma effettivamente di proprietà dei coniugi Buttone Bruno cl 1972, attualmente collaboratore di giustizia, e Natale Albina cl. 1982. In particolare, il provvedimento di sequestro è il risultato di approfondimenti investigativi svolti a seguito delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Cuccaro Domenico e Buttone Bruno, nonché dalla moglie di Buttone, Natale Albina.
La collaborazione di Buttone Bruno, che fino al suo arresto del 23 gennaio 2007 ha rivestito un ruolo di vertice all’intemo del clan “Belforte”, con poteri decisionali sia in relazione alla attività criminose poste in essere dal sodalizio camorrista che alla gestione delle risorse economiche del Clan, assume particolare importanza sotto il profilo investigativo non solo per perseguire le condotte criminose poste in essere dai vari affiliati per conto del sodalizio, ma anche per individuare, come nel caso in esame, i canali di riciclaggio utilizzati dal clan, con specifico riferimento all’acquisto di beni immobili intestati a terzi apparentemente estranei al circuito criminale di riferimento.
“Determinante – spiega la nota della Dda – nell’intestazione fittizia dell’abitazione a Restivo Cesare si è rivelata la condotta del genero Buttone Claudio, grazie alla cui intermediazione il fratello di quest’ultimo, Bruno, ha potuto “occultare” la proprietà dell’appartamento, al fine di sottrarre tale bene ad eventuali provvedimenti cautelari di natura reale. Proprio Buttone Claudio, imputato e detenuto congiuntamente ad altre trenta persone per il reato di associazione per delinquere di stampo camorristico, in particolare per la sua appartenenza al Clan Belforte, ha fattivamente contribuito al perfezionamento del delitto previsto dalla L. 356/92 (intestazione fittizia di beni) nella piena consapevolezza della finalità di riciclaggio e di reimpiego di illeciti profitti”.
Camorra, parla il pentito Bruno Buttone, Dda fa sequestrare immobile intestato a suocero del fratello del boss considerato un prestanome
23 Feb 2013
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E’ un collaboratore di peso che aiuterà spero a fare pulizia in questa città,specie da punto di vista politico parlando del connubio politico-camorristico.
Crime don’t pay
A me interessa sapere quei bellilli che ufficialmente sono persone per bene, con i macchinoni, super vacanze ecc. ecc. e non si sa che lavoro fanno, in barba a chi si fa il mazzo dalla mattina alla sera e non arriva a dare una vita decente alla famiglia!!!
concordo in pieno con pistorius, speriamo in una ripulita della nostra marcianise.
Tutta la nostra solidarietà a Cesare e alla sua famiglia che non merita un altro dispiacere così infamante!!!
concordo con paola, certa gente crede di essere più “dritta” di altri, che, lavorando col sudore, o passando la vita sui libri, non si permette di fare cose come quelle di certi signori. speriamo bene!!!
Mi associo ad Anna nella sua espressione solidale con Cesare, che, al di là di ogni un suo coinvolgimento nella vicenda non può essere destinatario di frecciatine ed allusionismi deleteri e mortificanti, non solo soggettivamente, ma per la famiglia tutta. L’errore che può aver commesso sarà stato frutto di leggerezza ed imprudenza, sicuramente non mirato ad un conseguente arricchimento indebito. E comunque, affossare ulteriormente chi cade in disgrazia, foss’anche il peggiore degli uomini, non è nè un atto di coraggio, tantomeno di rivalsa.
Concordo pienamente su quello che ha detto anna marchesiello. Cesare non merita questo grande dispiacere perchè a quanto mi risulta è stato sempre una persona corretta, pronta a prodigarsi per gli altri.A lui va tutta la mia solidarieta’.
Ma vi rendete conto di quanto affermate?se si é giunti ad un sequestro vi é alla base un lavoro da parte della polizia giudiziaria a conferma di quanto dichiarato dal collaboratore e voi qui a manifestare solidarietà. la nostra città non cambierà mai.
Tra le manifestazioni di solidarietà per Cesare, che conosco per una persona per bene, e su cui è ingeneroso infierire, avrei anche voluto leggere le stesse manifestazioni per la giustizia, e se errore c’è stato, come sembra in modo inoppugnabile, è giusto che si paghi.
Signor Serpico, non credo che dare solidarietà ad un caro amico (sono sicura che anche lei farebbe lo stesso, se conoscesse Cesare) porti il peso di una mentalità chiusa al cambiamento.
Il vero problema delle città come la nostra, sta nell’incapacità (o mancanza di volontà?)di smantellare una cultura radicata sull’interesse personale, naturalmente esposta a corruzioni, abusi, favoritismi e capace, quindi, di agevolare qualsiasi forma di illegalità.
Io non credo nei grandi interventi che spesso sfumano, credo piuttosto, oltre che nella giustizia, nella singola persona che, da domani, dovrebbe imparare a dirsi BASTA!