“Ho atteso con fiducia il corso della giustizia perché sicuro della correttezza della mia amministrazione comunale”. Esordisce così l’ex sindaco Filippo Fecondo durante la conferenza stampa convocata oggi pomeriggio presso il proprio studio professionale a Marcianise. Una decisione, quella della prima sezione centrale d’Appello della Corte dei Conti, che mette la parola fine ad un contenzioso che lo aveva visto condannato nel primo giudizio e che ora viene completamente ribaltato con una sentenza che stabilisce un principio giurisprudenziale molto forte e destinato a fare «scuola». Ma la sentenza fa di più ed in sostanza rimarca che non solo non ci fu danno erariale ma che gli atti compiuti dall’amministrazione comunale a guida Fecondo furono determinanti per iniziare una raccolta differenziata nella città di Marcianise che, seppure con percentuali basse, si muoveva all’interno delle innumerevoli difficoltà dovute ad una emergenza rifiuti devastante, quella relativa agli anni 2003, 2004 e 2005. L’ex sindaco è stato assistito dal Prof. Avv. Alfredo Contieri e dall’Avv. Gennaro Macri i quali hanno sostenuto sin da subito l’annullamento della sentenza di primo grado e l’accoglimento dell’appello proposto. Il Comune di Marcianise, nel 2004, pur ottenendo una percentuale del 6,17%, era si lontano dall’obiettivo del 30% previsto dalla Legge Ronchi, ma si trovava al di sopra della media regionale e ben al di sopra di quella provinciale che sfiorava, tranne qualche rarissima eccezione, le percentuali dello zero virgola. Il Comune di Marcianise aveva predisposto un’organizzazione di raccolta differenziata che avveniva attraverso i cassonetti differenziati distribuiti, secondo uno specifico piano, nell’area perimetrale della città. Una organizzazione che, ammette nelle motivazioni a sostegno degli appellanti la Corte dei Conti, non aveva incontrato un idoneo accoglimento da parte della popolazione. Fu lo stesso Comune di Marcianise, sempre su disposizione dell’ex fascia tricolore Fecondo, a predisporre successivamente un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti “spinta” attraverso la raccolta cosiddetta “porta a porta”.
“Era inverosimile – spiega Fecondo – che fra tutti i comuni d’Italia, il 90% dei quali non aveva raggiunto il 30% di differenziata, esclusivamente quello di Marcianise veniva sanzionato. Ma il clima di allora, dal 2006 in poi, era quello di un attenzionamento dell’Amministrazione Comunale da me guidata alimentato spesso da lettere anonime e
suggeritori più o meno occulti”. Alla domanda se questa sentenza servirà a far sciogliere definitivamente la riserva su una sua ricandidatura a sindaco della città Fecondo risponde: “Ho di fatto sciolto la riserva e già comunicato al segretario cittadino del Pd Angelo Raucci, che nei prossimi giorni potrà essere ufficializzata la mia candidatura”.
Dopo la positiva sentenza della Corte dei Conti Fecondo lancia la sua candidatura a sindaco della città
8 Feb 2013
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Alla luce delle ultime sentenze emesse e alla luce di tutto l’operato fatto, confrontandolo con i predecessori e successori possiamo anche dire che Filippo è IL NUMERO UNO!!!…in assoluto.
Adesso anche la Prefetta è indagata e aspetto come se ne esce!
Parlo io, che sono simpatizzante della destra!!!!
Filippo scioglie la riserva sulla sua candidatura a sindaco. Ma il suo partito, tutto, lo sa questo ed è d’accordo? E il resto della coalizione?
Siamo con te, tutta marcianise è con te. però togliti da dosso i parassiti.
Caro Angelo 68, aspettavamo tutti il tuo parere su Filippo e sul tuo orientamento politico. Ma sommessamente posso dire che dopo 7-8 anni di sindaco a Marcianise, mi aspettavo che l’Arch Filippo Fecondo potesse ambire, politicamente parlando, a qualcos’altro, di più alto e più influente, o fare il sindaco di Marcianise per Fecondo è il massimo delle sue aspirazioni?
Mi sembra che la campagna elettorale di Fecondo sia iniziata già mesi prima di questa sentenza. Continuare a pensare che i marcianisani “dormono” può rivelarsi un errore fatale.
Smettiamola di raccontare frottole. La gente è stanca!!
Fecondo candidato a sindaco: questo sì che è un colpo di scena!
Marcianisani svegliatevi!!!!!Votate il nuovo che avanza e non il vecchio che ha già fatto danni…………Votate il nuovo che avanza e staremo a vedere almeno stì poveretti si impegnano la faccia per la prima volta!
Ho ascoltato il discorso di Bersani all’Ariston: si é soffermato su un punto che il Segretario, giustamente, ritiene fondamentale: le primarie, come punto d’orgoglio del PD. L'”autoreferenzialità” é dell’io ipertrofico!
Caro Alberto, analizza bene dati e fatti e ti accorgerai che la mia, negli anni, non è stata mai autoreferenzialità. Ho sempre costruito i percorsi con fatica e con la partecipazione di tutti quelli che avevano voglia di costruire. Sono nemico assoluto dei tatticismi e delle vecchissime formule che tendono a imbrigliare i percorsi lineari, quelli che in genere portano alla vittoria delle idee e della Democrazia. Le formule dei nuovisti attempati, che propugnano percorsi tortuosi per trovare soluzioni pseudo democratiche, sono trucchi svelati da tempo. La mia decisione di accettare la candidatura che il mio partito, all’unanimità, mi ha offerto mi carica di responsabilità che saprò affrontare con animo sereno, senza tatticismi e a viso aperto. Gli ultimi quattro anni sono stati anni di lavoro durissimo, fatto insieme ai dirigenti e agli iscritti dal PD di Marcianise che, lo consentirai, meritano rispetto. Un rispetto che si sono conquistati sul campo, senza tatticismi e a viso aperto.
Vorrei sapere che cosa Fecondo avrebbe fatto di male che non sia spudorata calunnia.
A me è sembrato un buon sindaco, un ottimo servitore della Città, fin da quando andava a vigilare di notte e direttamente i roghi tossici.
Perchè non si adducono fatti concreti e riscontrabili invece che chiacchiere fondate solo su particolari antipatie e perciò inutili?
Caro Filippo, per me sarebbe stupido servirsi dello stesso salumaio, dopo aver accertato che ti ” ruba” sul peso.( é solo una metafora)
Tertium non datur ( il terzo é scontato, dopo due fallimenti)Non mi interessano i fatti che li hanno determinati.Se falliscono due esperimenti, anche in fisica, non si ritenta. Anche lo sperimentalismo galileiano si fermava a due prove!
Col nuovo ci sorregge la speranza:” anche la speme, ultima Dea, fugge” il vecchio!
Caro Alberto, Le tue analisi non sono convincenti, per varie ragioni. Il presupposto del tuo ragionamento non è esatto. Quali “due esperimenti” sono falliti? Il primo mandato è stato concluso con successi amministrativi di portata notevolissima, sanciti dal risultato elettorale del 2006, che confermò Sindaco e maggioranza al primo turno; il secondo non è mai partito, avendo subito commissione d’accesso e scioglimento appena dopo quattro mesi dalla vittoria elettorale. Il reinsediamento del Consiglio Comunale, dopo che il Decreto di scioglimento fu annullato, ritrovò, per ragioni non riconducibili a responsabilità politico-amministrative mie, un quadro politico sfilacciato, dove alcuni ambigui personalismi tentavano di imporre condizioni inaccettabili. Con l’accordo dei due maggiori gruppi che sostenevano l’Amministrazione, decisi di non accettare ricatti di singoli Consiglieri o di neo gruppetti, composti per la bisogna. La lucida volontà di andare in Consiglio per chiudere quella esperienza, sapendo perfettamente che respingendo i ricatti e le pressioni di qualcuno non c’era più maggioranza in Consiglio, dovrebbe essere una nota di merito per me e per quei gruppi di maggioranza che fino alla fine hanno correttamente agito.
Naturalmente la metafora che hai usato è legittima ma maliziosa, potendo essere sostituita da altre in cui è assente la parola “ladro”, fosse anche di salame. Sulla mia correttezza è onestà penso che sia difficile dissentire, nonostante le velenosissime azioni mosse nei miei confronti (la letteratura in materia è tanto ampia quanto squallida)e posso sostenere con limpidezza incontri sulla questione morale con chiunque ne abbia voglia.
Un democratico vero dovrebbe invece interrogarsi sulle motivazioni profonde che hanno impedito ad una Amministrazione, ad un Sindaco, liberamente eletti dai cittadini, di governare. In questa città è stata incisa con deliberata violenza una ferita che deve essere “sanata”. Questo dovrebbe essere il compito di tutti, il mio sicuramente. Quindi, caro Alberto, facendo passare per colpe quelli che sono dei meriti svolgi un esercizio debole, viziato da preconcetti che, nel tuo caso, non è difficile individuare come frutto di una tua personalissima avversione nei confronti di chi, in fondo, non ti ha mai considerato un politico che poteva e può incidere positivamente sulle condizioni della nostra città.
Caro Filippo,ognuno ha i suoi difetti e le sue qualità. Non mi sono mai considerato un buon amministratore e, candidamente, l’ho sempre confessato. Chi vive di utopia non può misurarsi con la concretezza del governo: andrebbe ad un sicuro fallimento. A me non mi é toccato di verificare questa mia convinzione, a te, invece, é toccato di sperimentare direttamente che ti sono mancate le doti dell’equilibrio e della mediazione, necessarissime per “governare”. Sulle condizioni delle proprie Città si può incidere in tanti modi, non ultimo il gratuito impegno di “intellettuale organico” nell’accezioe gramsciana. La mia “forza” consiste nella “non aspirazione”; non voglio niente e non ho voluto mai niente e questo mi ha fatto parlare senza condizionamenti. E continuerò a farlo “dum spiro” e dirò, solo questo posso fare, quello che penso, a torto o ragione, della tua esperienza amministrativa che continuerò a definire fallimentare. Che io non incida, non ha valore per me: l’importante che continui ad avvertire questo dovere, come “intellettuale organico” nei riguardi dei miei concittadini. Che io sia una” vox clamantisi in diserto” non c’era bisogno che me lo ricordassi: l’ho sperimentato tante volte, ma non mi sono mai stancato di essere una “vox”, alla quale, di questo sono convinto, si deve riconoscere che ha fatto suo l’aforisma latino” Absit iniuria in verbis”. Augurissimi per le tue aspirazioni e convinzioni politiche, lontanissime dalle mie, ma senza il mio voto.
Il mio é un difetto genetico: aborrisco la politica come mestiere.
E questo difetto mi ha fatto amare Celestino V e mi ha fatto ricredere sull’aborrito Benedetto XVI. Stammi bene!
Alberto Marino Sei un Grande!!!!!!!!!!!!!!
In questa stucchevole diatriba Marino/Fecondo, deve esserci qualcosa di personale. Non capisco altrimenti questi continui attacchi del Marino nei confronti dell’aspirante sindaco, allo stesso Marino riconosco esclusivamente l’essere organico, per l intellettuale deve ancora lavorare. Non commento la posizione sull’ex papa ( strano eh usare ex anche per un papa ) sarebbe troppo lungo ed interesserebbe a pochi.
Io credo che le analisi del Prof. Marino siano lucide, motivate, e tutt’altro che sbagliate.
Fecondo si arrenda all’evidenza dei fatti. Marcianise ha diritto di sperimentare il nuovo. Si faccia da parte e accetti che nessuna coalizione o partito lo candiderà mai.
La politica non è mai un mestiere ma certamente non potrà mai essere un hobby, soprattutto quando deve amministrare un organismo complesso quanto quello di una città. Penso che la mia professione, quella che pratico quando non mi occupo della cosa pubblica, sia bellissima e, puoi informarti in giro, la pratico con una certa competenza e con estrema correttezza. La mia voglia di partecipazione alla vita democratica e a quella degli organismi amministrativi della mia città la ritengo un dovere a cui non riuscirei a sottrarmi senza sentirmi un vile. E questo, a discapito di qualsiasi convenienza.
Caro ex Sindaco Fecondo, in un suo precedente post parla di “lucida volontà di andare in Consiglio per chiudere quella esperienza”, quasi a voler fare intendere che fu una scelta sua, e sopratutto che fu una scelta consapevole.
Mi preme ricordarle, invece, che le cose non andarono proprio così.
Lei non ebbe il coraggio di dimettersi, e di conseguenza subì la volontà dei suoi consiglieri di mandarla a casa.
E’ scorretto ora cambiare le carte in tavola.
L’epilogo del suo secondo mandato di amministratore è storia, e come tale è noto a tutti:
1. Convivenza per quasi un anno con la commissione di accesso;
2. Scioglimento del Consiglio Comunale;
3. Reintegrazione da parte del TAR;
4. Sfiducia da parte dei suoi Consiglieri Comunali.
5. Marcianise in bocca a tutta l’Italia.
Dica le cose così come furono.
Dica che non ebbe il coraggio di dimettersi.
” Cincinnati-o” ,che qui non capisce il significato di “intellettuale organico,mi serve, per ricordare a Filippo che, quando ritornò a prendere le armi, lo fece, perchè lo invitarono ripetutamente!
Mi è piaciuto moltissimo la botta e risposta MARINO/FECONDO che ha posto in risalto due menti contrapposte ma che esaltano la dialettica democratica. Certo che il professore ancora una volta, chi sa’ perche’, ha palesato avversione verso il deposto sindaco. Quest’ultimo ha raccolto la sfida e ha risposto con argomentazioni precise e coincise che trovano riscontro nella sequela dai fatti accaduti.
Ettore, la tua è una convinzione sbagliata. Io ho avuto il coraggio di non accettare ricatti e pressioni per me inaccettabili. Quando andai in Consiglio quella sera sapevo che alcuni consiglieri di maggioranza (non i gruppi politici organizzati ma singoli consiglieri) avrebbero, insieme alle opposizioni, consegnato le dimissioni firmate davanti al notaio che, nelle loro intenzioni, dovevano essere le armi con le quali minacciarmi. Se contatti qualche consigliere presente quella sera ti confermerà che la mia determinazione nel chiudere quella esperienza era granitica. Se volevo ricercare accordi, l’istituto delle dimissioni sarebbe stato lo strumento ideale, avrei preso venti giorni di tempo.
La tua elencazione è esatta ed è esattamente quello che ho sempre detto; la tua conclusione è sbagliata, come il tuo essere fazioso. Se leggi la relazione della commissione d’accesso e la relativa sentenza del tar dovresti riconoscermi, come altri hanno fatto, meriti e non colpe. Speravo quella sera solo in un dibattito serio sull’argomento che avevo introdotto con il mio intervento. Ti copio il resoconto di quella seduta per farti capire quale era, ormai, lo stato di quel consiglio comunale o meglio, di una parte di esso, dopo il devastante e illegittimo intervento dalla prefetta/parlamentare Stasi.
Questo è il testo stenografico dell’intervento del Sindaco Filippo Fecondo nel Consiglio Comunale di Marcianise del 23 febbraio 2009, il primo dopo la sentenza del TAR della Campania che ha reintegrato gli organi elettivi del Comune. Il testo è la trascrizione fedele dell’intervento a braccio del Primo Cittadino.
INTERVENTO DEL SINDACO
“Buonasera a tutti, è con particolare emozione questa sera, scusate anche la voce rauca vengo da qualche giorno di influenza, dicevo che è con particolare emozione questa sera che mi ritrovo qua insieme a tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione, dopo 10 mesi di interruzione dell’attività amministrativa.
Io ritengo che sono stati 10 mesi estremamente duri per la città, per l’istituzione, per chi ne fa parte, per me in modo particolare perchè essendo colui che sintetizza l’istituzione Comune, in qualche modo ho sentito su di me la responsabilità di questa vicenda.
Una vicenda che aveva, con un marchio infamante, denotato tutta la città, tutto il consiglio comunale, la intera istituzione. Ebbene, dopo 10 mesi di duro lavoro, di caparbia volontà di dimostrare che questa è una città di persone per bene, che questo è un consiglio comunale di persone per bene, finalmente abbiamo visto riconosciuto questo dal TAR Campania.
E’ un risultato storico, perchè è la prima volta che un consiglio comunale, dissolto ai sensi dell’articolo 143, viene riammesso in carica in questa provincia, pochissime altre volte è successo in Regione Campania.
Dal 23 novembre del 2006, cioè dopo appena 5 mesi dalle elezioni di questo consiglio comunale, noi siamo stati oggetto di una attenzione particolare, c’è stata una commissione d’accesso che ha lavorato per 16 mesi sulla documentazione, sugli uomini che componevano l’amministrazione e sugli uomini che compongono la macchina amministrativa. Sono stati vagliati circa 12-13 mila atti, è stata vagliata la vita di ognuno di noi, di ognuno dei dipendenti comunali ed alla fine la sintesi in una relazione di 87 pagine durissima, infondata però. Erano 87 pagine di inesattezze, erano 87 pagine di cose accennate e non definite, erano 87 pagine che il TAR Campania ha ritenuto inutili per lo scioglimento di un consiglio comunale. Di tutti gli atti dell’amministrazione comunale solo 5 erano stati segnalati, 5 atti amministrativi sui circa 20 mila atti prodotti in oltre 6 anni di amministrazione, 5 atti su 20 mila, questo è il dato impressionante che viene fuori dalla relazione e dalla sentenza del TAR.
Questa amministrazione è stata rivoltata come un guanto, è stata rivoltata in tutte le sue espressioni, il Sindaco, la giunta, le giunte precedenti, i consigli comunali precedenti, il consiglio comunale attuale. Alla fine abbiamo avuto ragione, abbiamo dimostrato di essere una classe dirigente per bene, che dirige una città di persone per bene o, diciamolo, per la maggior parte per bene. Il TAR Campania ha certificato, dopo le opportune analisi degli atti, che questa amministrazione non soltanto non era stata infiltrata dal fenomeno camorristico, ma non era stata mani nemmeno condizionata, quindi era un’amministrazione che illegittimamente per 10 mesi è dovuta restare a casa. Eppure era un’amministrazione che, indipendentemente dai punti di vista, di maggioranza e di opposizione, aveva prodotto, se guardiamo soltanto il dato quantitativo, 20 mila atti, questo è un dato indubitabile. Poi, la stessa commissione straordinaria all’’atto del re insediamento mi ha comunicato che questa era stata un’amministrazione che aveva ben operato ed era una delle poche amministrazioni che potevano vantare il fatto di avere un bilancio sano, di avere un bilancio che poteva fare degli investimenti importanti, di avere un bilancio che finalmente, indipendentemente dal patto di stabilità, poteva fare delle assunzioni. Quindi, è la stessa commissione che in qualche modo, dopo aver per 10 mesi operato al posto nostro, ha definito corretta la gestione. Io dico qualcosa più che corretta, perchè corretta è la norma, noi abbiamo portato avanti una buona amministrazione: tant’è che il bilancio era in ordine, tant’è che c’era la possibilità di fare investimenti importanti. E, il primo atto, doveroso, previo esame nella commissione lavori pubblici e urbanistica, è stata l’approvazione di un programma triennale delle opere pubbliche, con l’allegato annuale 2009, di una eccezionale portata. Si realizzano,, con questo programma, una serie di opere che da anni noi diciamo di dover realizzare, la ristrutturazione del teatro Mugnone, la realizzazione del ring verde, che è la più imponente opera di afforestazione in Italia , 300 mila metri quadrati di foresta laddove non c’era niente da almeno 50 anni. Abbiamo previsto investimenti per svariati milioni di euro nella manutenzione delle strade, per l’adeguamento alle norme di sicurezza degli istituti scolastici, abbiamo previsto una serie di opere già finanziate, quindi già immediatamente realizzabili.Possiamo immediatamente pubblicare le gare per far sì che si completi un programma approvato, discusso, contestato in quest’aula, ma che in qualche modo viene compiuto. Insieme a questo chiaramente c’è la gara della piscina comunale che è stata già appaltata e quindi i lavori si stanno realizzando; i parcheggi, che si stanno realizzando; l’acquisizione di alcuni immobili tra i quali il canapificio dove sarà realizzato il Palazzetto dello Sport. Delle cose importanti per la città che penso tutti noi dobbiamo essere orgogliosi di aver avviato ed in parte realizzato e che appunto possiamo continuare a realizzare.
Ho scritto una lettera appena dopo lo scioglimento del consiglio comunale in cui rivendicavo con orgoglio di essere stato il Sindaco di una amministrazione di persone per bene; ho scritto una lettera all’atto del reinsediamento affermando che ora non bastava più il modo in cui avevamo amministrato, ci voleva un salto di qualità perchè attenzione, è facile traghettare e proiettare all’esterno le cattive notizie, le immagini negative che si hanno di una città, ma è molto, molto difficile recuperare quell’immagine, quindi bisogna lavorare con forza tutti quanti insieme, maggioranza ed opposizione, per poter affermare dei principi fondamentali. Il primo è che bisogna amministrare con ancora più trasparenza, ancora con più capacità di dialogare con i cittadini, ancora con più capacità di dialogare con le associazioni sul territorio, una capacità di ascolto che poi deve in qualche modo, una volta vagliata dagli organi amministrativi, diventare atti concreti.
Poi, un elemento che io ritengo fondamentale, essenziale è rendere ancora più visibile la lotta senza quartiere contro la camorra. Estirpare la camorra è l’unica possibilità di sopravvivenza che ha questa città. Se questa città non decide con forza, con intelligenza di sradicare questo cancro, per i cittadini, per chi ha deciso che i propri figli, come me, devono crescere in questa città, non ci sarà speranza, perché la camorra è un cancro che mangia tutto, è un cancro che consuma, è un cancro che ti lascia morire piano piano. Ed è per questo che l’appello che io faccio questa sera a tutti quanti, al consiglio comunale, a tutta la cittadinanza, è quello di un impegno forte, convinto, convincente per fare questo, altrimenti la battaglia che noi abbiamo portato avanti, la vittoria che abbiamo avuto al TAR, il riconoscimento che abbiamo avuto da tutte le istituzioni, tutto questo non servirebbe assolutamente a niente.
La città ha bisogno di un colpo di reni, la città ha bisogno di rilanciarsi e rilanciare la sua economia ma soprattutto ha bisogno di rilanciare la sua immagine e la sua capacità di aggredire i problemi. I problemi si aggrediscono isolando la camorra, combattendola, estirpandola. Io sono convinto che questo consiglio comunale, soprattutto dopo il pronunciamento del TAR avrà questa possibilità, ha questa possibilità, deve avere questa possibilità. Non riuscendoci avrà abdicato, non riuscendoci avrà detto che abbiamo avuto solo la fortuna, che fortuna chiaramente non è, di essere stati reinsediati dal TAR… ed il più è fatto. No! E’ da questo momento che comincia il lavoro duro, è da questo momento che ognuno di noi si mette in gioco, è da questo momento che ognuno di noi ha e deve avere la capacità di dare un contributo ancora più serio per lo sviluppo della nostra città.
Con la camorra non c’è sviluppo. Sono convinto che tutti insieme questa forza la abbiamo, insieme alla parte buona della città che è la maggioranza, assolutamente la maggioranza, noi possiamo fare questo lavoro importante, imponente, non nego anche pericoloso. Irto sarà il percorso di trabocchetti ed io penso che nessuno di noi può cadere nei trabocchetti. Quindi, dico a tutti i miei compagni di strada, consiglieri di maggioranza e di opposizione, a tutti quelli che devono dare una mano, di andare avanti con forza, con convinzione e con coraggio. Ho fatto delle affermazioni nei giorni scorsi, ho detto che questo consiglio comunale, tutti quanti noi abbiamo sofferto in questi 10 mesi in silenzio, ci siamo chiusi nelle nostre case, molti di noi avevano vergogna di uscire, ebbene, noi abbiamo riacquistato quella dignità e quell’ orgoglio che penso nessuno più può toglierci. L’intenzione è quella di lavorare tutti insieme, lo chiedo alla maggioranza ed alla opposizione, l’ho detto già nelle varie conferenze dei capigruppo, l’ho detto nella riunione dei consiglieri comunali di maggioranza: dobbiamo avere la capacità di lavorare tutti insieme sui temi fondamentali per questa città. Lavoriamo insieme con lealtà, con serietà, con convinzione, perchè questa è la città in cui io, ma penso tutti voi, tutti quelli che sono seduti fra questi banchi, tutti i cittadini hanno deciso che è la città in cui vivere, in cui far crescere i propri figli, in cui morire. Grazie”.
Dopo l’intervento del Sindaco, i consiglieri comunali di maggioranza Gaetano Tartaglione (SDI), Angelo Golino, Pasquale Tartaglione, Tommaso Valentino (PD), Angelo Grillo, Francesco Mastroianni (Forza Marcianise), seguiti dagli undici consiglieri di opposizione, hanno rassegnato, rinunciando al dibattito, le loro contestuali dimissioni nelle mani del Segretario Generale, provocando il commissariamento del Comune di Marcianise.
Non tollero che si veda nella dialettica con Fecondo acrimonia ed avversione. La mia é solo analisi politica e, per essere tale, può essere sempre contestata. E’ prprio un guaio che le politica non é la matemica!
Grande prof Marino!!
Per parlare così si vede che il prof marino sa cose che noi poveri comuni mortali non sappiamo e forse non sapremo mai. Ma vorremmo saper dall’ex Sindaco Fecondo, i famosi 2000 posti di lavoro per i giovani marcianisani, che tanto palesemente promise nella campagna elettorale del 2006, dove sono andati a finire? Tutti possono vedere e affermare che sia al Campania che all’ out-let ci lavorano solo e soltanto i napoletani, specie quelli dell’area bassoliniana. Non vorrei che abbiamo barattato le nostre terre, le terre dove i nostri avi hanno buttato il sangue, coltivando prima la canapa e poi il tabacco, con strutture che hanno portato nulla alla cittadinanza locale, anzi la loro apertura ha declassato ancor di più il piccolo commercio locale e decentrato la massa urbana, lasciando deserto e desolato il nostro centro storico. Quali vantaggi abbiamo avuto dalle aperture di questi megastore? NULLA!!! Ne in termini economici, nè in termini di ritorno occupazionale. Quindi, io affermo che l’amministrazione del Fecondo è stata FALLIMENTARE!!! Adesso vuol ritornare, a fare che poi? A continuare cosa? L’opera distruttiva rimasta incompiuta? A vendere altri terreni comunali? Non è sua forse la delibera n°38/05 per l’alienazione e la vendita all’asta dei terreni comunali? Non era lui il Sindaco nel 2005? Il sig. Fecondo ci può dire se è ancora consigliere del consorzio ASI, dove lo mise il Bassolino, e prende ancora un bellissimo stipendio. E certo a pensar male si fa peccato, ma molte volte ci si azzecca (cit. Andreotti). Avanti con il nuovo. Oppure le primarie.