A dieci anni della dipartita di Mons. Donato Nicolò restano impresse ancora nella mente e nel cuore l’amore e la devozione a Gesù Crocifisso, allo Spirito Santo e alla Madonna. Don Donato aveva edificato sul Cristo Redentore tutta la sua mortale esistenza terrena e come Lui aveva sempre avuto idee chiare ed una tenerezza straordinaria, che rivelava nei tanti momenti della vita familiare e religiosa. Amava molto i bambini e i giovani, sapeva capirli; amava gli amici, aveva un forte senso dell’amicizia; apprezzava molto i colori sapeva cogliere le sfumature del luogo, dei fatti e delle persone in cui svolgeva la sua missione sacerdotale. L’umiltà, la bontà, ma soprattutto la preghiera erano le chiavi della sua corretta esistenza, le attività fondamentali di ogni sua giornata e di non poche ore della notte.
Con gioia prodigava ai fanciulli, ai giovani e agli anziani la diffusione della medaglia miracolosa dicendo che la SS. ma Vergine Maria non ci doveva offuscare gli occhi, guardando immagini di vanità, ma dovevano restare puri e limpidi, per contemplare la Sua infinita bellezza. Amava tanto le missioni e soprattutto le vocazioni, aprendo le sue mani a chi veramente ne aveva bisogno.
Il grande desiderio di Don Donato era di stare da solo quando il Signore sarebbe venuto, cosa che effettivamente avvenne, perché il 4 Febbraio 2003 alle ore 15:00 il Signore gli si manifestò, lo prese per mano e lo portò con se nel mondo dell’amore. Dunque, solo lo aspettò e solo lo accolse steso per terra porgendogli le sue ricche mani impregnate di bontà.
Il 5 Febbraio 2003 fu una giornata di profonda commozione e di alta gioia per la famiglia religiosa di Capua; tra i suoi membri, non pochi, lo ricordarono con affetto, quale religioso esemplare, valido insegnante, educatore attento e appassionato. Identici sentimenti manifestò la famiglia ecclesiastica casertana. Don Donato è stato un illustre fiore della nostra terra, un figlio di questo popolo. La sua nascita, la sua morte, gli anni della sua prima giovinezza e gli anni del suo ultimo generoso impegno pastorale si collocano tra Capua, Curti, Caturano, Macerata, Marcianise e Vitulazio. Con la celebrazione della S.S. Messa in suo suffragio, tutti i suoi parenti, amici e conoscenti davanti alla prodigiosa immagine di Gesù Crocifisso del Duomo di Marcianise hanno ringraziato il Signore esprimendogli la loro più viva riconoscenza, per quanto amore ha saputo donare all’intera comunità nel tramandare agli altri il suo grande esempio di carità pastorale. Sii Benedetto, Signore e Padre nostro per tutto ciò che di bello e buono vi è stato nella vita di don Donato. Nulla di questo vada perduto e il mondo vi trovi un suggerimento di felicità.
Antonio Nicolò
Ricordo come se fosse ieri l’imponente folla commossa che partecipò nella cattedrale di Capua ai funerali del primo primicerio dell’arcidiocesi capuana, don Donato Nicolò, un sacerdote molto probo e profondamente religioso. “Era un santo prete” diceva con le lacrime agli occhi un artigiano devoto di S. Pio, che ricordava i momenti della vita di don Nicolò che era stato per molti anni parroco della chiesa di Ognissanti in via Roma. Ricordo ancora i nipoti afflitti dal dolore che vegliarono la salma deposta nella cattedrale dove l’arcivescovo don Bruno Schettino e l’intero capitolo metropolitano concelebrarono la solenne messa funebre, che registrò una grande partecipazione di fedeli e di estimatori del defunto primicerio. Era stato rettore del seminario per molti anni, poi fece parte del consiglio di amministrazione dell’arcidiocesi, era molto amato e regalava a chiunque l’andasse a trovare la medaglia della Madonna miracolosa e una tavoletta di cioccolato, tanto che il vescovo nell’omelia lo definì la fabbrica del cioccolato. Molto commovente fu il momento dell’addio quando fu benedetta la salma dall’arcivescovo Schettino, circondato dall’intero capitolo composta da circa quaranta sacerdoti, tutti con gli occhi luccicanti per il grande affetto e stima che nutrivano per don Nicolò. Ricordo ancora le sue preghiere: Il mio penare …, Preghiera semplice,
A Maria Santissima, alla SS.ma Trinità, allo Spirito Santo, Ti ho amato e ho dato la mia vita per te e i racconti: la tua mano sul timone della storia e i doni di Dio. Da lassù prega per tutti noi caro don Donato e nel ricordo della vostra missione sacerdotale il mondo trovi un suggerimento di felicità.
Che bel ricordo ho di don Donato, quando nelle feste faceva visita ai nipoti di Via Torri (figli della sorella Angelina) e di Via Petrarca (figli del fratello Raffaele). Una volta ho conosciuto i nipoti di Roma, di Anzio e anche i suoi fratelli di latte di Caturano che il Monsignore voleva tanto bene. Era sempre festa e a tutti noi regalava sempre caramelle, cioccolate, medagline miracolose e libri da leggere. Era un sacerdote umile, buono e pregava sempre per tutti. Prega per noi don Donato e guida i nostri passi incerti.
Che bravo sacerdote, ricordo ancora quando celebrava la S. Messa nella cappella delle suore di via S. Michele in occasione dell’onomastico della superiora. Ragazzi, giovani, adulti, tutti aspettavano Don Donato per la confessione e dialogare con lui. Prorio come è scritto nell’articolo: “Amava molto i bambini e i giovani, sapeva capirli; amava gli amici, aveva un forte senso dell’amicizia; apprezzava molto i colori sapeva cogliere le sfumature del luogo, dei fatti e delle persone in cui svolgeva la sua missione sacerdotale”.Quando vado al cimitero di Marcianise nella prima corsia del primo cancello mi fermo sempre davanti alla cappella e faccio visita alla sua tomba. Prego tanto affinchè dal cielo possa intercedere per noi che viviamo in questa valle di lacrime. Don Donato, anche in cielo possa brillare, la vostra figura di sacerdote esemplare.