Marcianise perde una mente eccellente che ha portato onore e prestigio alla sua terra natia. Caffè procope rivolge un estremo saluto ad Anastasia Guerriero. Proponiamo di seguito l’articolo pubblicato ieri, 17 Agosto 2008, su “il Mattino”:
“E’ morta a ferragosto, per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, Anastasia Guerriero. Aveva 57 anni. Marcianisana ma da tempo trapiantata negli Stati Uniti, laureata in Medicina in Italia, era una scienziata di livello internazionale ed era arrivata a dirigere i laboratori di ricerca oncologica della Pfizer, la grande multinazionale leader nel settore dei farmaci. Con base a New York, dove ormai viveva da diversi anni (senza però mai recidere i legami con la terra d’origine), girava i laboratori di tutto il mondo, guidando alcunI dei più importanti programmi di ricerca nel settore della lotta al cancro. Un flagello contro cui ha speso tutte le sue energie ma che, per una tragica sorte, non è riuscita a battere proprio nella sua partita personale. Laureata e poi specializzatasi in pediatria, ematologia e oncologia al policlinico Gemelli, Guerriero aveva iniziato l’attività medica e di ricerca presso l’ospedale Annunziata e l’università Federico II a Napoli ma ben presto aveva volto la sua attenzione altrove, avviando una serie di intensi contatti con la scuola tedesca di Hannover e con quella americana, in particolare con il prestigioso ospedale oncologico pediatrico di Filadelfia. Nel ’93 la decisione di lasciare Napoli e stabilirsi negli Usa, andando a svolgere attività di ricerca prima all’Università di Atlanta e, successivamente, all’istituto di genetica umana dell’università della Pennsylvania. Un’attività sempre più intensa, con riconoscimenti di alto livello, fino alla consacrazione con la pubblicazione di un suo studio di oncologia pediatrica su «Science», la rivista considerata la Bibbia del mondo scientifico mondiale. Una ricerca che le valse la chiamata da parte della Pfizer, con la successiva nomina a responsabile dei centri di ricerca oncologica della multinazionale. Uno spessore scientifico, il suo, riconosciuto anche dalle autorità americane che vollero tributarle la cittadinanza americana. A inizio dell’anno un viaggio di due mesi in Vietnam e la decisione di adottare un bambino di quattro anni, Kevin. Poi l’insorgere della malattia, il drammatico e rapido declino, la decisione dieci giorni fa di tornare in Italia (con un volo militare a Grazzanise). I funerali di Anastasia Guerriero si sono svolti a Caserta, la salma è stata poi tumulata nel cimitero di Marcianise. Straziante il dolore della mamma Irene Mezzacapo (notissima figura di docente ed educatrice), del figlioletto (ora adottato dagli zii, Celestino Grimaldi e Annamaria Guerriero) e degli altri fratelli: Olimpio (primario medico a Piedimonte Matese), Elvira e Giulia. Colpita la comunità di Marcianise che perde una delle sue figlie migliori.”
Cara anastasia,
è un dovere fare questo per te , ti ho conosciuta quando ero molto piccola diciamo appena nata mi hai subito visitato e hai detto alla mia mamma la piccola sta bene.
Sei stata una persona veramente grande in tutto e per se,avevi un anima buona e generosa, hai saputo donare agli altri amore, affetto,solidarietà e sopratutto forza e coraggio.
Nella vita è raro conoscere una persona cosi,siete una famiglia davvero grande.
La mia mamma la conoscevi molto bene Testa Maria Antonietta,quante chiacchierate insieme avete fatto,quanti consigli.
Poco tempo fa mio fratello si è ammalato e tu come sapevi fare hai rassicurato mia ma mamma pur avendo la sofferenza del tuo dolore,perchè gia stavi male,dicendogli non ti preoccupare non succederà nulla a tuo figlio con le giuste cure tornera ad essere sano.
Poco prima della tua morte,mio fratello è guarito ed è tornato ad essere il ragazzo felice e contento che è sempre stato.
Grazie di vero cuore.Mi sento in dovere di stringermi alla tua famiglia a me molto cara facendogli le mie piu sentite condoglianze per la perdita di una donna straordinaria come te..
Cara Anastasia quante vite hai salvato,quante anime hai aiutato,latua anima è volata in paradisi per stare nella gioia e nella gloria che ti spetta.Sono sicura che da lassu veglierai sul tuo piccolo e sulla tua famiglia e avrai un occhio di riguardo anche per tutte le persone che ti hanno conosciuta.Sei stata e resterai sempre nei nostri cuori
GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE……….
TI VOGLIAMO BENE famiglia TESTA
Donna di vasta scienza ed incommensurabile dedizione. E’stata un dono di Dio.
Amico da una vita di Olimpio ho avuto il privilegio di lavorare con Anastasia…Non ci sono parole per descrivere quegli anni..era senza dubbio la migliore di noi..
“Per ognuno il tempo della vita che gli è concesso, è il breve istante in cui diventa ciò che deve essere” (Karl Rahner)
E’ l’affermazione con cui inizio la mia testimonianza su Anastasia.
Una persona ricchissima di doni non comuni di natura e di grazia, professionalmente impegnata in campo medico; oncologa e ricercatrice intelligente e acuta, capace di intraprendere vie innovative, nel campo scientifico con lo studio profondo e l’amore incondizionato verso i bisognosi del suo aiuto.
Era studente universitaria, nel 1974, nel nostro pensionato San Giovanni Bosco di Via Paladino a Napoli di cui ero responsabile.
Fu un’intesa immediata, una stima reciproca, una relazione amicale fatta di piccole attenzioni, semplice nel rapporto assiduo e nello scambio di fiducia e di affetto.
La prima sintonia di ideali e di intenti ha maturato nel tempo una intesa forte e sincera di reciproca gioia e sostegno.
La vita, gli impegni e le responsabilità di ciascuna ci ha portato a vivere lontane ma abbiamo insieme mantenuti i contatti continuando il dialogo, il confronto, la condivisione di scelte nell’impegno di valorizzare al meglio anche le competenze degli altri, riducendo le distanze.
Un cammino libero, senza fatica, sostenuto dall’affetto e dalla gratitudine, due ali di un’amicizia che ha reso a ciascuna più bella la vita.
Anastasia ha avuto per Don Bosco un grande amore, lo ha sentito veramente padre, maestro e amico. Gli ha affidato i suoi studi, il futuro, la vita. Ha cercato di apprendere da lui la confidenza piena verso Dio, l’intraprendenza nel bene, la gioia nell’impegno faticosoi del lavoro, la fiducia e la speranza nel bene, l’amore alla vita.
Sr. Antonia Sergi Figlia di Maria Ausiliatrice
E’ molto difficile per noi scrivere queste righe, abbiamo tentennato a lungo, ogni volta che abbiamo provato a scrivere, confessiamo di non avercela fatta; ma arriva il momento di “cedere le armi” di riconoscere la realta’ e di accettare il fatto che la nostra cara amica Anastasia non e’ piu’ fisicamente tra noi.
Scriviamo alla vigilia della piu’ importante delle festivita’ americane, piu’ importante persino di Natale, perche’ questa festa e’ la festa di tutti senza distinzioni di religione, cultura, etnicita’, razza, genere, orientamento sessuale, stato sociale, e’ la festa di tutti coloro che vivono su questo suolo americano: Thanksgiving (il giorno del ringraziamento).
Anastasia amava moltissimo questa festa, e da buona emigrante e cittadina la sentiva fortemente, di certio molto piu’ di tanti americani per i quali e’ soltanto occasione di vacanza e di abbuffate. Anastasia aveva carpito il vero valore solenne di questa festa: l’unita’, il rispetto della diversita’, e l’amore non retorico ma concreato per una nazione e un popolo che orgogliosamente (ma non per questo acriticamente)aveva abbracciato come suoi.
Alla vigilia di questo Thanksgiving, che sara’ molto triste, desideriamo comunque ringraziare per la vita di Anastasia; ringraziamo i suoi genitori (sopratutto mamma Irene, che abbiamo avuto il privilegio di conoscere e voler bene) perche’ senza di loro non avremmo avuto questa amica, e in modo particolare la nostra cara Giulia perche’ e’ stata l’iniziale aggancio. Ringraziamo per aver conosciuto una persona speciale, un vero testimone del Vangelo del falegname di Nazareth, senza pompa, ipocrisie, maneggi di potere, schiamazzi apologetici, arroganze della verita’. Ringraziamo per la testimonianza umile, silenziosa, sofferta ma cosi’ straordinariamente potente di come e di quanto si possa amare.
Anastasia sarebbe stata molto orgogliosa di aver potuto votare alle nostre ultime elezioni; fra tanti voti che abbiamo potuto convertire verso Obama, desideriamo dirvi di quello di una mia collega, che era a conoscenza della storia di Anastasia quando si stava svolgendo e purtroppo volgendo al termine. Questa collega ha cambiato la sua intenzione di voto per dare ad Anastasia la possibilita’ di votare (anche se indirettamente) per il nostro nuovo presidente. Per noi e’ stato come darle un giorno in piu’ di vita per fare quello che sappiamo avrebbe voluto fare.
A Kevin e Stacey, che sono Americani, auguriamo un Thanksgiving di pace, con la certezza di poterlo celebrare tutti insieme un giorno con mamma e zia…nel frattempo sappiate che vi vogliamo bene.
Anastasia, prega per noi.
Corrado e Michele.
Cara Anastasia, con l’avvicinarsi del Natale, il ricordo di te si fa più vivo.
Appena qualche anno fa, nel porgerci il vischio augurale, ci raccontavi le tue esperienze,i tuoi progetti, i tuoi sogni, le tue aspettative.
Ci dicevi che, con la ricerca stavi facendo un meraviglioso viaggio indietro nel tempo.
Ora che ti è toccato fare un balzo in avanti, noi continuiamo a pensare a te come l’esempio da seguire: la lottatrice di sempre, la donna che senza mai perdere la sua dimensione umana, ha continuato, fin quando a potuto, a lottare per gli altri, pensando agli altri.
Pasquale e Anastasia Giuliano
Oggetto: Il mio affetto per Anastasia
Cara Giulia,
la notizia della morte di Anastasia mi ha provocato molto dolore
poiché per me è stata un’amica oltre al fatto di averla scelta come pediatra di mio figlio. Ricordo l’episodio simpatico di come io e te ci
siamo conosciute grazie al tuo timbro di voce simile a quello di Anastasia, ma ricordo ,soprattutto ,quando, in pullman , io ed
Anastasia dialogavamo sedute vicine mentre tornavamo dal lavoro.
Ci fu tra noi subito sintonia, simpatia, tanti scambi di idee e tanta stima reciproca ed io mi accorsi presto della sua rettitudine. Bellissimo il gesto di adozione! L’amore per i bambini fu un altro elemento forte che ci unì. Mio figlio, è come se l’avesse sempre conosciuta poiché abbiamo parlato in famiglia spesso di lei, della sua bravura, del suo modo speciale di curare i bambini. Cara Giulia sappi che ti sono stata molto vicina anche se non ti ho scritto; a volte certi sentimenti si chiudono in te, sono così preziosi che vuoi soltanto custodirli.
Custodirò sempre la mia amicizia con Anastasia, amicizia mai interrotta.
Un forte abbraccio
Ti voglio bene!
Cara Anastasia,
le nostre vite si sono incrociate, purtroppo (e quando dico purtroppo è perché credo di aver perso molto non avendoti incontrata prima) solo quando tu ormai eri consapevole del percorso che ti attendeva. Percorso dolorosissimo, che poche persone riescono ad affrontare con il tuo coraggio, fermezza, bontà ed amore, soprattutto, amore incondizionato per tutti. E’ quello che ti distingue dagli altri.
Le mie domande su il perché non trovano la risposta…
Ancorché atea, credo che, oggi, tu, oltre ad esserlo per il piccolo Kevin e per la tua splendida famiglia, sei anche l’angelo custode di mia sorella.
Sei sempre nel mio cuore
Vesna
INTITOLARE UN OSPEDALE AD ANASTASIA GUERRIERO
Le ragioni della petizione
La vicenda umana e professionale di Anastasia Guerriero ci indicano con chiarezza quali siano le premesse per qualsivoglia crescita, sviluppo e progresso, prima individuale e poi collettivo.
1. ALTA E QUALIFICATA FORMAZIONE
Anastasia Guerriero, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia e le specializzazioni, in Pediatria (Università di Napoli) e in Ematologia e Oncologia (Università Cattolica di Roma), ha svolto la sua attività clinica negli Ospedali di Teano, nel “SS. Annunziata” di Napoli e in Germania (1987), nell’Hannover University School of Medicine (Division of Hematology and Oncology, Department of Bone Marrow Transplantation) dove ha studiato le nuove terapie contro le leucemie linfoblastiche acute, che, grazie a lei, sono state poi introdotte nel “SS. Annunziata” di Napoli con risultati straordinari e remissioni complete dal male. La prima testimonianza che ci viene trasmessa da Anastasia Guerriero è l’inscindibile nesso e il circolo virtuoso che deve attivarsi tra conoscenza, attività clinica e di ricerca. Perché ciò possa realizzarsi, è necessario, in primo luogo, una formazione continua, che non venga vissuta come obbligo, ma che nasca da un naturale ed inesauribile amore per la conoscenza, corroborato da grande apertura mentale, inesauribile curiosità scientifica, approccio sempre problematico e critico nell’osservazione e analisi dei singoli casi, spirito di umiltà e sacrificio.
2. ORGANIZZAZIONE DI UN SISTEMA INTEGRATO TRA CONOSCENZA, ATTIVITÀ CLINICA, RICERCA E INNOVAZIONE
In Italia e soprattutto nel Mezzogiorno, non ci sono, però, le condizioni per realizzare quel progetto di vita e di cultura che ha in mente Anastasia Guerriero. Da qui la decisione di proseguire l’attività di ricerca negli Stati Uniti, nei Centri più avanzati come il Children´s Hospital di Philadephia (Bone Marrow Transplantation Division) e il Thomas Jefferson Cancer Institute dove trova piena applicazione la sua idea-guida: conoscenza, attività clinica, ricerca e innovazione non possono essere unità divise. E’ proprio la stessa circolarità della conoscenza che non è mai pura teoresi astratta, ma fluisce ininterrottamente e prende vita e senso attraverso la pratica clinica e la ricerca che deve portare a ritenere che, solo in questo stretto nesso inscindibile e mantenendo vivo il circolo e lo scambio continuo fra i tre comparti informativo e formativo, teorico e operativo-sperimentale e di ricerca, si possa portare avanti la sfida contro malattie quali cancro, Aids.
3. VOLONTÀ, ENTUSIASMO, TENACIA E CORAGGIO
Mutuando la metafora dell’atleta-fuoriclasse, serio e veramente grande, Anastasia ha continuato, con umiltà, ad allenarsi duramente, nonostante i traguardi raggiunti le consentissero di rallentare i ritmi frenetici del lungo addestramento, non ritenendosi mai esente dall’obbligo di un severo impegno. Il suo stile di vita, i suoi spostamenti alla Emory University di Atlanta (Experimental Hematopoiesis and Cell Biology lab, Department of Hematology), alla Penn University di Philadelphia (Department of Molecular and Cellular Engineering, Institute for Human Gene Therapy), alla Pfizer di New York dove viene nominata Direttore medico oncologico testimoniano che, per raggiungere importanti obiettivi, occorrono tenacia e volontà, grandi sacrifici e rinunce, e non ultimo, il coraggio di assumersi responsabilità sempre più gravose, accettando le sfide e rischiando lo scacco sulla propria pelle. L’immagine del medico-ricercatore e del direttore oncologico, veicolata da Anastasia, ci comunica un messaggio alto e chiaro: nella professione, in particolare in quella del medico, non si può mai pensare di essere arrivati, quindi, non ci si può fermare per godere dei propri risultati conseguiti. Se ciò accadesse, equivarrebbe all’auto-esclusione rispetto all’incessante progresso scientifico e tecnologico.
4. LA SCELTA PRIORITARIA DELLA “CULTURA”
Anastasia Guerriero non è stata solo uno scienziato “strictu sensu”: grazie alla sua ampia formazione, disponeva, infatti, di un patrimonio culturale eccellente che spaziava dall’arte alla musica, alla letteratura, alla bioetica, alla filosofia. Era possibile parlare con lei a lungo e di tutto, senza annoiarsi, ritrovando in filigrana, dietro il suo pensiero-linguaggio, apparentemente immediato e naturale, un lungo processo di maturazione umana, intellettuale e culturale. La sua conversazione era piacevole e coinvolgente, mai stucchevole e formale. In lei non si avvertiva alcuna scissione tra cultura umanistica e scientifica, ma esse convivevano in maniera armoniosa, integrandosi e arricchendosi reciprocamente. Si ritrovavano, in questo ricco brodo di coltura, il radicamento e l’innervazione per un’umanità eccezionale, che dominava su tutti gli altri aspetti senza offuscarli, bensì illuminandoli di uno spirito di umiltà, semplicità che li rendeva comprensibili anche ai meno attenti e dotati. Il suo patrimonio culturale frutto sicuramente del suo vissuto, ma consapevole anche del modello di sviluppo in atto che privilegia il terziario avanzato, sottolinea l’importanza di investire nei comparti tecnico-scientifici, sperimentali di eccellenza e ad alto contenuto tecnologico come in quelli della ricerca e dell’innovazione avanzate, come “conditio sine qua non” per qualsivoglia sistema socio-economico o sistema-paese che voglia competere a livello globale e attivare al suo interno un reale processo di trasformazione e progresso.
5. APERTURA ALLA MONDIALITA´ E ALLA SOCIETA´ MULTIETNICA
Anastasia Guerriero non è rimasta mai ferma, ma si è spostata da un angolo all’altro del mondo, entrando in contatto con mentalità, comportamenti, tradizioni e culture diversi e trasformando, così, quello che era, in origine, una sua conoscenza solo accademica, manualistica, teorica e astratta, in vera cultura vissuta, provata, verificata sul campo e nella vita quotidiana. Il confronto e il dialogo continui con professionisti, intellettuali, classi dirigenti, elite, ma anche gente comune di Paesi diversi, lontani e, quindi, di differenti formazione, sistema di valori, mentalità e religioni, ha consentito ad Anastasia di andare oltre la tolleranza, di non avvertire ed esercitare discriminazioni di sorta. L’appello che ci rivolge la vita stessa di Anastasia è un invito a essere aperti alla “mondialità”, ovvero stabilire contatti e relazioni con Paesi lontani, ma anche costruire società multietniche ben integrate e che esaltino la diversità (come ricchezza) in uno spazio mediterraneo di cultura, in prospettiva della creazione di un’area euro-mediterranea come Zona di Libero Scambio prevista per il 2010 dalla CEE (Dichiarazione di Barcellona, adottata il 27-28 novembre 1995 – Cap. relativo al Partenariato Culturale, Sociale e Umano). Se la società si è evoluta nella multietnicità noi dobbiamo essere multietnici, superando diffidenze, paure, ma soprattutto, pregiudizi e condizionamenti, educandoci alla conoscenza, all’ascolto e al rispetto di “chi viene da lontano” e si impegna a diventare cittadino italiano, facendo proprie le regole e giurisdizioni vigenti.
6. CONNUBIO TRA RAGIONE E PASSIONE
In Anastasia Guerriero la scienza è stata indubbiamente animata dalla passione. Ha saputo cogliere la forza costruttiva della passionalità e ha capito di aver bisogno della componente emotiva e passionale per rendere più efficaci le sue grandi capacità razionali. E’ stata la sua forte componente passionale a fare della sua defatigante attività professionale un piacere e non solo un obbligo: Anastasia non poneva limiti al suo lavoro, non aveva orari, riposo festivo, vacanze. La sua forte e precipua componente umana l’ha disposta, naturalmente e in maniera eccezionale e superba, all’accoglienza, all’ascolto, alla compartecipazione, alla compassione, alla condivisione del dolore, della sofferenza, dell’angoscia e della disperazione di ogni persona che ha incontrato lungo il cammino della sua vita. Il suo “modus vivendi” ed il suo operato, dunque, si propongono come dimensione più ampia e nuova di autenticità, quella di manifestare il proprio privato, ovvero ciò che siamo realmente, anche all’interno della vita pubblica, perché essere nei due ambiti, ugualmente e nello stesso modo autentici, può migliorare la funzione della passionalità nella razionalità.
“Cattivi sono gli uomini privi di passione” sosteneva il filosofo Leibniz, perché sono uomini noiosi, mentre gli individui che provano delle passioni sono quelli che vogliono cambiare il mondo, che desiderano camminare verso un principio di perfezione sempre più grande.
Francesca Veraldi
anastasia è stata una persona unica perchè la sua attività riguardava sia la scienza sia l’amore verso il prossimo ;pertanto la sua perdita è doppia poichè riguarda sia la comunità scientifica sia la comunità di noi ccomuni mortali , è quindi un esempio da imitare e da essere orgogliosi per i cittadini del suo paese ,di cui mi dispiace di non far parte
Buon Anno dovunque tu sia
Grazie Anastasia,l’esempio che mi hai dato, nonostante la Tua sofferenza, è la conferma che la vita va sempre vissuta fino in fondo.
La nostra conoscenza è stata troppo breve, ma non potrò mai dimenticare di avere avuto questo privilegio.
Candida
Preghiamo per Lei.
Udine,11,01,009 Antimo Castellone Sgueglia
TROFEO DOTTORESSA ANASTASIA GUERRIERO, MAESTRA DI SCIENZA, MAESTRA DI VITA
Gara nazionale di fotografia subacquea biologica
Dice Darwin “La vita ha avuto origine in una pozza d’acqua calda”.
L’acqua, dunque, è vita: il citoplasma della cellula contiene acqua, i primi vertebrati sono stati i pesci, il bambino nel ventre della madre è immerso nel liquido amniotico. L’acqua, dunque, è una sorta di simbolo della scienza della vita, essendo elemento cardine della vita stessa. Oggi, milioni di persone scendono sott’acqua per diletto e per spirito d’avventura, per andare a scoprire, con una scorta di aria sulle spalle, il mondo senza sole, dove ferve una vita misteriosa e colorata. Anche qui, nel pianeta mare, potremmo trovare le nostre origini. Anche qui, come un giorno spiegava la dottoressa Anastasia Guerriero durante un seminario, a una platea di gente incantata dal suo sapere e dalla sua sensibilità, forse si può trovare il segreto, il
rimedio contro il male più atroce del mondo, quello che fa impazzire le cellule, quello che, come dicevano i medici dell’antichità e lo stesso Aristotele, introduce nel corpo degli uomini una massa che s’artiglia alle carni come un granchio e le mangia e le trita e le distrugge, sino a che l’uomo muore. Ecco, dunque, perché il cancro ha questo nome.
Nel mare, dunque, nella vita del mondo sommerso, il rimedio contro il male del secolo e di secoli passati? Forse Anastasia Guerriero stava esaminando anche questa ipotesi, nella sua poliedrica mente di scienziato della medicina. E non è un caso che qualcuno, in qualche parte del mondo, attualmente sia impegnato a esaminare tessuti, parti ed escreati di animali marini nei suoi studi sulle cellule staminali… Chissà… E anche questo, in un certo senso, significa “acqua è vita”.
Da tutto ciò il passo è stato breve per ricordare Anastasia Guerriero con qualcosa di nobile che abbia a che fare con l’acqua e la vita. Ecco, dunque, perché ricordarla con un concorso di fotografia subacquea, la sezione biologica, quella che riprende gli organismi del mare nei loro colori e nel fascino dei loro misteri. E noi vogliamo ricordare Anastasia Guerriero anche così, con i colori del mare, con i colori della vita per cui si è sempre battuta, come medico e come madre di tutti i bambini che ha curato: tutti con la stessa dedizione, con lo stesso amore, a volte con la stessa gioia, altre volte provando lo stesso dolore.
Ai prossimi Campionati Italiani di Fotografia Subacquea, ci sarà anche un “Trofeo Dottoressa Anastasia Guerriero, Maestra di Scienza, Maestra di Vita ”, e poi ci sarà sempre, ogni anno.
Siamo fieri di averlo istituito, siamo fieri di dire ai fotografi subacquei che parteciperanno: “Quando sarete laggiù, fotografate una stella, per ricordarne un’altra: Anastasia”.
8 MARZO 2009
UN AUGURIO SPECIALE AD UNA DONNA ASSAI SPECIALE E AD UN’AMICA DALLE AFFINITA’ ELETTIVE
I often passed the Village
When going home from school –
And wondered what they did there –
And why it was so still –
I did not know the year then,
In which my call would come –
Earlier, by the Dial,
Than the rest have gone.
It’s stiller than the sundown.
It’s cooler than the dawn –
The Daisies dare to come here –
And birds can flutter down –
So when you are tired –
Or – perplexed – or cold –
Trust the loving promise
Underneath the mould,
Cry “it’s I,” “take Dollie,”
And I will enfold!
Spesso attraversavo il Villaggio
Quando tornavo a casa dalla scuola –
E mi domandavo cosa facessero là –
E perché fosse tanto silenzioso –
Non potevo sapere l’anno allora,
In cui la chiamata sarebbe giunta –
Più presto, per la Meridiana,
Degli altri che sono andati.
È più calmo del tramonto.
È più fresco dell’alba –
Le Margherite osano venire qui –
E gli uccelli possono posarsi –
Così quando sei stanca –
O – perplessa – o fredda –
Confida nell’amorosa promessa
Sotto la terra,
Grida: “sono io”, “prendi Dollie”,
E io ti abbraccerò!
EMILY DICKINSON (COMPONIMENTO 14 DEDICATO ALL’AMICA SUSAN)
AUGURI ANASTASIA!
FRANCESCA
8 MARZO 2009
UN AUGURIO SPECIALE RIVOLGIAMO, OGGI, AD ANASTASIA, CHE RIMANE SEMPRE UNA GRANDISSIMA DONNA, PROFESSIONISTA, MAMMA, FIGLIA, SORELLA E AMICA PER TUTTI NOI!
Verranno, forse, altri Natali e altre Pasque
come questa, e quel flammeo di luce
che di te permane e riverbera il mio vivere,
ora per ora, sul non-senso del divenire,
comunemente turbolento e, in un solo attimo,
tu lo sai bene, spettrale e annichilente
come in Abruzzo, contro il tempo e l’annullamento,
mantengo energicamente vivo e alimento
a dispetto del disincanto, dagli aculei
aspri e amari del dubbio e delle domande, che attraversa
da parte a parte il mio essere. Solo alla tua aperta
e lucida comprensione rivelo, oggi, quello
che tu già immaginavi. Vengo alla tua pace
senza parole d’occasione e
senza formule di rito, solo per dirti
che tu continui a vivere nell’Amore che hai
seminato e sparso a mani aperte e ricolme
fino alla fine e che darà frutti abbondanti
e un raccolto, per quantità e qualità, sovrabbondante
ad ogni pur vigile e amorevole cura pure attesa.
Tu vivi poiché hai saputo accendere in noi
quello stesso tuo fuoco pervasivo che può dare senso
alla vita, lasciando a noi un unico messaggio che solo
l’amare, solo il conoscere conta, non l’aver amato,
non l’aver conosciuto…
Con Amore, Francesca
Tu che continui a camminare rigorosa
sul filo della mia inconsistente
evanescenza mi richiami al silenzio
più delicato del tuo essere madre
in una rosa di significati
che si rincorrono l’un l’altro
negandosi ad ogni unità di comprensione
e contro ogni pensiero recintato
da paletti e filo spinato.
Il tuo essere potenza materna,
per così lungo tempo, divenuta
pienamente atto, solo per l’ampiezza
di un battito d’ali, mi trattiene
da ogni augurio che possa, senza volerlo,
rinnovarti la pena di un ratto che,
se a noi ha tolto le tue sembianze,
di tutto ti ha privato,
fin nella tua essenza ancestrale
e più profonda che nel materno
ha il suo archetipo così da lasciarne
un’impronta vitale.
Come avrei potuto farlo a una distanza
così breve di tempo senza importi
il peso acre di un’umanità dalla quale,
se hai reciso certo il nesso materico
distaccandotene, pure continua
a diffondersi una fresca brezza d’amore
in un circolo di comune inclusione?
E’ un flusso che ci attraversa
e non è illusione o parvenza,
ombra o simulacro, neppure nel sogno,
è compresenza più acuta ed essenziale:
la mia preghiera è che il tempo
non allenti questo legame
nel suo cinico esercizio di oblio,
anche se custodire la tua storia
spetta a noi.
Potrai, allora, comprendere
e perdonarmi,se, in occasione
della festa della Mamma,pur pensandoti
molto, non ti ho formulato, espressamente,
alcun messaggio augurale?
Una bambina e la madre passano accanto il nuovo ospedale di Marcianise e la bimba chiede alla madre chi era Anastasia Guerriero (il nome dell’ospedale) e la madre le risponedera’. La bambina acquistera’ la consapevolezza che, diversamente da quello che si dice e si vede in giro, per avere una vita entusiasmante, bella, gratificante, piena di grandi soddisfazioni, e per diventare una cittadina di altissimo spessore, non ci sara’bisogno di prostituirsi al primo politico di bassa o di alta posizione, non dovra’ imparare a spogliarsi in feste e festine ed avere uno o magari molteplici “papi'”‘, e capira’ che potra’ essere allegra senza essere un’oca giuliva, entusiasta della vita senza essere sconnessa dalla realta’, elegante ed attraente senza essere volgare. Sapra’ che varra’ la pena di studiare, impegnarsi, sacrificarsi, essere generosa, amare incondizionamente, essere umile, avere tanti amici, essere madre ed amare. Soltanto per quella bambina, e per tutti i nostri giovani che si affacciano alla vita in quest’ambiente cosi’ povero di dignita’, per loro, mettiamo il nome di Anastasia sul frontespizio del nuovo ospedale. Un atto di civilta’ e di redenzione da parte di una Italia ormai con cosi’ poco onore.
Anastasia, un anno fa sei andata a vivere nella stanza accanto, ci conforta sapere che il nostro sorriso e’ la tua gioia, ma ci manchi cosi’ tanto, cosi’ tanto.
Corrado e Michael
Ci sono persone capaci, con il loro agire, di imporre volontà apparentemente incomprensibili e che ci fanno chiedere qual è il senso del loro operare.
Ma il senso del loro operare sfugge alla comprensione umana, al nostro bisogno di certezze immediate e di azioni mirate al raggiungimento di uno scopo o all’ottenimento di una ricompensa.
Quell’agire è proprio del Divino che si serve degli uomini per realizzare disegni più grandi che solo l’Amore Infinito può concepire e che fondano sulle cose semplici della vita.
Ciao Anastasia, sei sempre nei nostri pensieri.
Pasquale, Anastasia, Antonio, Bartolomeo
Paragrafi di un’amicizia
Anastasia mi fu affettuosamente familiare fin dall’infanzia, allorquando, ancora unica figlia di Peppino e Irene Guerriero, venne a villeggiare dalla calda Marcianise al mio paese, Sant’Angelo dei Lombardi, tra i monti irpini. Poi vi tornò qualche estate ancora accompagnata dal vispo fratellino Olimpio. Ricordo ancora con stupore i suoi occhi grandi e sorridenti, il suo chiacchierare spedito e continuo. Attrasse con la sua grazia non solo me e i miei, che avevano conosciuto e frequentato nell’Azione Cattolica la mamma poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, ma molte altre persone del paese, compreso il severo e apparentemente inemozionabile mons. Chiusano, sacerdote tipico della chiesa pacelliana. Sono ricordi molto appannati, ma non mi sono usciti dalla mente, anche perché a me, ancora piccolo e inesperto di viaggi, Anastasia e i suoi familiari apparivano la via di fuga verso un lontano, affascinante, ignoto mondo, oltre i confini del mio paesino.
Più netti e vivi diventano quelli di alcuni anni dopo, quando Anastasia cominciò i suoi studi superiori e quelli universitari ottenendo risultati encomiabili, mentre io ero quasi avviato a discutere la mia tesi di laurea in lettere classiche e quindi ad affrontare subito dopo abilitazioni all’insegnamento e concorsi a cattedre. Proprio in occasione dei miei esami di abilitazione fui, insieme alla mia premurosa e preoccupata madre (ero orfano di guerra e per giunta militante nella sinistra), ospite per qualche giorno della famiglia generosa di Anastasia. Allora si incontrarono in lunghe discussioni le nostre affini sensibilità, i nostri comuni punti di vista sulla vita come missione, sull’impegno nella ricerca non finalizzato alla soddisfazione delle personali ambizioni ma al bene degli altri, le nostre passioni per la letteratura e l’arte. Per quanto Anastasia avesse scelto una strada diversa dalla mia, rammemoro chiaramente la sua solida formazione culturale nelle discipline umanistiche, che non poco ha concorso a segnare la sua breve vita e a renderla esemplare per i tanti che l’hanno conosciuta e apprezzata, e per i molti che hanno ottenuto le sue benefiche cure; tale formazione di base non poco ha concorso anche a farle raggiungere mete di prestigio internazionale. Il tutto da Anastasia è stato fatto in silenzio, senza clamori e autocelebrazioni, quasi timidamente, per rispetto degli altri, per non mortificare nessuno.
I miei paragrafi di amicizia con Anastasia si arricchiscono allorché, con il terremoto irpino dell’Ottanta, i nostri incontri si fecero sempre più frequenti. Conobbe la mia famiglia, quasi altrettanto numerosa quanto quella dalla quale proveniva; conquistò l’affetto e la stima dei miei figli (tutti “rinati” dalle macerie del terremoto), e li amò come fossero altri suoi nipotini, quelli che intanto nascevano e crescevano intorno a lei. Sapeva dare un amore tanto intenso da non poter essere ricambiato nella stessa misura. E questo lasciava nei suoi interlocutori un rimorso insanabile. Un episodio ricordo in particolare. Ci accolse nel laboratorio di analisi nel quale lavorava in un Ospedale nel ventre di Napoli. Ci fu prodiga di ogni premura, di ogni spiegazione e consiglio. Ci raccontò il suo delicato lavoro di frontiera, accompagnandolo con dolci sorrisi, che solo lei sapeva donare con i suoi occhi grandi ancora di bambina. Allora capii quanta strada avesse intanto fatto la mia cara Anastasia, sia nella sua professione medica, scientificamente esperita, sia nella sua crescita morale e intellettuale. E intanto rimaneva ben salda la sua fede, quella cui era stata iniziata in famiglia, quella fede che già allora la ricerca scientifica metteva in discussione, come ancor più oggi lo fa. Fu questa l’appendice del nostro incontro napoletano, sulla quale debbo necessariamente essere reticente, ma che in me, meno ortodosso di Anastasia, lasciò tracce che tuttora sento vive e attive.
Di lì a qualche anno mi comunicò che si sarebbe trasferita negli Stati Uniti per dirigere un laboratorio di ricerca di oncologia infantile. Da un canto fui felicissimo perché Anastasia, giustamente e rigorosamente schiva di ogni scorciatoia carrieristica, aveva finalmente potuto coronare il suo sogno professionale; dall’altro, immalinconito del suo allontanamento che non mi avrebbe più consentito di dialogare con lei sui principi fondanti della vita, né confrontare la mia fede umanistica con la sua scientifica, insomma sui massimi sistemi, almeno quelli della nostra dimensione di persone comuni. Dagli USA le notizie su Anastasia, da me conosciute attraverso i contatti con la sua dolcissima e amorosa madre, erano sempre più positive. Ormai era chiaro che lì lei sarebbe rimasta fino al completamento della sua carriera, ma era altrettanto chiaro e confortante che avrebbe con la sua ricerca dato speranza e salvezza a molti bambini. Insomma, insieme ai suoi obiettivi scientifici Anastasia stava raggiungendo quelli della sua fede, lavorare per amare, amare per aiutare.
Due volte soltanto l’ho rivista dopo il suo trasferimento negli Stati Uniti, nella casa della sua carissima sorellina Giulia in compagnia della mamma. Abbiamo parlato di tutto, allo stesso modo delle occasioni precedenti. In nessuna delle due volte mi sembrò che il nuovo lavoro e la diversa civiltà l’avessero cambiata. Era sempre la stessa Anastasia che avevo conosciuto bambina. L’ultima volta, però, nel Natale del 2007, mi fece conoscere il bimbo meraviglioso che aveva adottato, ma mi tacque del male che ormai minacciava la sua vita. Due atti d’amore grandissimi, di cui solo pochi sono capaci. In Anastasia l’amore era la cifra fondamentale dell’esistenza. La notizia improvvisa della sua fine non mi sconvolse tanto per l’amica perduta, quanto per una militante dell’amore di cui Dio aveva privato il mondo. I suoi occhi erano sempre grandi, dolci, aperti. Come avrei potuto immaginare quel dramma che dentro di lei e dei suoi già si conosceva?
Qui finiscono i miei paragrafi, che non avrei mai voluto scrivere. Di essi, tuttavia, altri si scriveranno nel mio animo, perché Anastasia non mi morrà mai dentro. La memoria, dicevano gli antichi discepoli di Pitagora, è vita e salvezza.
“Continuità”
Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto,
Nessuna nascita, forma, identità, nessun oggetto del mondo.
Nessuna vita, nessuna forza, nessuna cosa visibile;
L’apparenza non deve ostacolare, né l’ambito mutato confonderti il cervello.
Vasto è il Tempo e lo Spazio, vasti i campi della Natura.
Il corpo, lento, freddo, vecchio, cenere e brace dei fuochi di un tempo,
La luce velata degli occhi tornerà a splendere al momento giusto;
Il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;
Alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,
Con l’erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.
Walt Whitman
Buon Compleanno, Anastasia!
E’ trascorso un anno da quando la mia cara Anastasia se n’e’ andata. Spesse volte mi accingevo a mettere giu’ i miei ricordi di lei ma non riuscivo ad andare avanti, il dolore era ancora troppo forte.
Ci siamo conosciute alla fine della primavera del 1994 a Philadelphia (USA)in un Centro di assistenza per i poveri, nel sotterraneo di una chiesa, diretto da Suor Maria. Io frequentavo il Centro da qualche anno, ed essendo vicino al mio ufficio, andavo 2 o 3 volte alla settimana durante la pausa pranzo. Suor Maria da circa un mese mi parlava di una nuova volontaria italiana, un medico dal nome Anastasia che voleva assolutamente farmi conoscere. Finalmente arrivo’ il grande giorno. Io ero tornata da poco dal viaggio di nozze ed avevo con me alcune fotografie del matrimonio. Appena entrata Suor Maria con grande eccitazione mi disse “C’e’ Anastasia, c’e’ Anastasia, vieni devi conoscerla” Non credo di esagerare ma fu una grande amicizia a prima vista.
Non potevo credere di aver conosciuto una persona tanto speciale che al tempo stesso aveva i miei stessi punti di vista, che credeva in quello che credevo io, qualcuno con cui parlare di spiritualita’. Spesso mi parlava del suo lavoro ed io ero affascinata quando mi descriveva la sua ricerca, dei suoi esperimenti, un mondo per me completamente nuovo. Mi trasmetteva il suo entusiasmo e grazie al suo modo semplice e logico di spiegare, riuscivo a visualizzare quello che mi diceva. Non mi stancavo mai di ascoltarla, ne ero affascinata come pure non mi stancavo mai di sentirla ricordare ” i suoi bambini”, quei bambini che aveva assistito durante i suoi 20 anni in pediatria oncologica in Italia.. Aveva ragione di chiamarli cosi’ perche’ Anastasia non solo li aveva curato come medico ma anche amato come una mamma.
Il suo trasferimento ad Atlanta, a New York per ragioni di lavoro, non rallento’ le nostre conversazioni, anzi, ci sentivamo spesso. La sua disponibilita’ non aveva limiti. Spesso le parlavo di qualche mio conoscente o amico che aveva problemi di salute e le chiedevo se potevo dare a loro il suo numero telefonico. Anastasia non mi ha mai fatto sentire che a volte magari esageravo, tutt’altro, anzi con grande pazienza li seguiva per tutto il periodo necessario ed io ero contenta nel sapere che erano sotto la sua ala protettiva.
La sua diagnosi era sempre corretta e perfetta, anzi spesso meglio del loro medico.
Nonostante questo le portasse via tempo prezioso, Anastasia era felice di potere continuare la sua opera di medico e di aiutare direttamente chi stava male. Una di queste pazienti fu M. G. a cui era stato diagnosticato il cancro al seno. Anche questa volta la mia cara amica prese in mano la situazione e divento’ il suo medico oncologo. Maria non faceva nulla senza il suo parere.
Questa era Anastasia, era l’Angelo custode di tutti. Abbracciava la croce di ognuno, percorreva con loro il calvario tenendoli per mano. Gioiva se eri felice, soffriva se eri in pena. Era una roccia, un punto di riferimento insostituibile, fedele, onesta, limpida, nobile, generosa.
Se n’e’ andata troppo presto.
Chissa’ perche’ e’ andata cosi? Di sicuro gli Angeli non vedevano l’ora di riabbracciarla. Comunque siamo stati tutti estremamente fortunati ad averla avuta nella nostra vita anche se avremmo voluto averla piu’ a lungo. Ci ha dato molto e ci ha insegnato molto. E’ stata un esempio di vita. Grazie Anastasia, grazie per avere arricchito la mia Anima con la tua presenza.
Tanti tanti auguri di buon compleanno mia cara, ti voglio un mondo di bene
Anna
Cara Anastasia
oggi Luisa mi ha telefonato e mi ha parlato di te.
Mi ha detto che ieri ha trascorso l’intero pomeriggio a guardare foto scattate a New York,foto che la ritraevano con te, con il tuo gruppo di lavoro e anche con Kevin.
Mi ha chiamato stamane,non per caso,ma perchè oggi,1 Novembre festa di tutti i santi,è il tuo compleanno.
Sei nata il giorno della festività di tutti i santi e il tuo onomastico ricorre a natale,che coincidenze meravigliose!Oggi è la tua festa!Oggi e non domani sei da ricordare.Domani andrò al cimitero ma “non per cercare tra i morti coloro che sono vivi”.Il signore è un padre generoso e fedele alla sua promessa di rendere partecipi della sua gioia e della vera vita coloro che hanno creduto in lui.E tu lo hai fatto Anastasia uniformando tutte le tue azioni fino alla fine al suo insegnamento.Cara Anastasia qualcuno diceva che non basta essere amati ma bisogna sentirsi amati e noi ci siamo sentiti profondamente amati da te e sono convinta che per tutti noi questo incanto continui perchè le radici celesti e le radici terrestri si intrecciano.C’è una poesia di Centore che amo ricordare:”Una finestra s’apre/sul ricordo di te/meriggio d’acque/fuori oltre la vetta/al nostro muto/dirci cose infinite”.Ricordo l’ultima volta che mi accompagnasti al terminal A dell’aereoporto Kennedy a New York,dopo un abbraccio, che mi auguravo non fosse l’ultimo, con il tuo sorriso mi invitasti a proseguire da sola ed ogni volta che mi voltavo indietro con gioia notavo che tu eri ancora là e che continuavi a salutarmi,mi inviavi un bacio e mi auguravi buon viaggio.E cosi ti ricordo ancora.Buon compleanno Anastasia.
ESAUSTA DI RICORDI SI DILEGUA
PARE DISPARE AI MARGINI DI SE’
RIAPPARE L’ODO CADERMI IN FONDO,
TRASUMANATA IN PIU’ DI LUCE E LUCE CALMA,
INCORROSA,SVELATA LA TUA PRESENZA AMATA.
GIUSEPPE CENTORE
Non servono le parole.
“Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.”(Pablo Neruda”)
http://www.youtube.com/watch?v=7FDPCKwoo28
Anastasia is every day with us in our minds as we come to work.
Liviu
Anastasia’s memory continues to guide my team and my work.
Pasqua 2010
Auguri, Anastasia
E colui che ama sarà riamato.
Chi serve, sarà servito –
se non ora,un giorno che verrà.
Meglio per chi si riconosce grato,
e avendo servito, se ne va lieto,
senza Rachele, per verdi colline.
Ma tu, parola, vestito regale,
abito della lunga, breve pazienza,
più alto del cielo, più del sole allegro.
I nostri occhi non vedranno
il tuo colore innato,
l’ampio fruscìo delle tue pieghe
non sentiranno le orecchie dell’uomo,
solo il cuore dirà tra se medesimo:
– Libere siete, e libere sarete,
e innanzi a schiavi non risponderete.
Ol’ga Sedakova
un altro anno e’ passato.
si cambia, si cresce, si acquisiscono nuove idee, si fanno nuovi programmi, etc, etc, eppure le uniche cose che non hanno bisogno di essere perogrammate, analizzate, valutate, capite, strutturate, rimangono sempre le stesse: quelle del cuore. E con il cuore, ti ricordiamo sempre con tanto affetto e tanta nostalgia.
Corrado e Michael
LA VITA E’ UN BENE PREZIOSO
Al Giannone day in onore di Anastasia Guerriero
Anastasia Guerriero, donna e scienziata, da Caserta a New York, passando da studentessa per il Liceo classico “P. Giannone”, che anche quest’anno l’ha voluta ricordare nel suo 3° Giannone Day, celebratosi sabato 16 aprile 2011 presso il Teatro Comunale. Una manifestazione a cura dell’Associazione Ex Allievi Liceo Classico Statale “P. Giannone”, che si è aperta con l’Inno Nazionale della Repubblica cantato dal coro degli studenti giannoniani e che ha visto a raccolta alunni e docenti di ieri e di oggi, con una ricca programmazione nel cui ambito si situa il Premio del Concorso “Anastasia Guerriero”, quest’anno alla sua seconda edizione, indetto nel nome di una ex allieva che ha toccato i vertici della scienza e dell’impegno umano. Presenti in sala molte autorità del mondo istituzionale, religioso e culturale, tra le quali alcuni illustri ex allievi del Giannone, e presenti le sue sorelle Elvira, Annamaria e Giulia ed il fratello Olimpio, mentre mamma Irene, che l’anno scorso ha partecipato commossa all’assegnazione del Premio, questa volta da piazza Duomo, dove abita, seguiva e palpitava di emozione con il suo ormai fragile cuore così provato.
Anastasia, una creatura silenziosa e discreta, che ha attraversato una vita troppo breve e troppo generosa, donata senza riserve, fino a quando lo stesso male per il quale combatteva non l’ha immaturamente stroncata al massimo della sua carriera.
La storia. Dopo aver compiuto gli studi classici al “Giannone”, Anastasia si era laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Pediatria presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” di Napoli e in Ematologia e Oncologia all’Università Cattolica di Milano. I prestigiosi risultati delle sue ricerche diffusi dalle maggiori riviste scientifiche internazionali la facevano cittadina del mondo, in Germania presso l’Università di Hannover per il trattamento delle leucemie linfoblastiche acute nei bambini, a Filadelfia, ad Atlanta e in molte altre Università dell’Europa e degli USA. Ai bambini dedicava la sua intelligenza e tutto il suo cuore. Le sue straordinarie ricerche sul sistema linfocitario, sempre vincenti, facevano testo nei maggiori convegni scientifici del mondo fino ai Paesi dell’ Est, dove più volte si recava. E proprio in Corea aveva adottato il piccolo Kevin. Nel 2002 veniva nominata Direttore medico-oncologico presso la sede di New York del colosso medico-farmacologico Pfizer, dove si è occupata tra l’altro della delicata fase di organizzazione dei nascenti trials sperimentali pediatrici. Una vita spesa per la scienza, spezzata dalla stessa malattia che stava debellando.
“Anastasia Guerriero, si legge sul programma della manifestazione, ha contribuito in maniera eccezionale alla ricerca oncoematologica, dove la sua produzione scientifica è stata di assoluta eccellenza, perché capace di coniugare le alte capacità professionali all’innata disponibilità umana. Lascia una testimonianza altissima di donna e di scienziata al servizio dell’umanità”.
A questa donna, ieri diligente allieva e oggi testimone di un impegno altissimo, il suo Liceo, all’indomani della sua scomparsa, ha voluto dedicare un Premio letterario destinato agli studenti del triennio delle Scuole secondarie di secondo grado della Regione Campania da assegnare al migliore elaborato.
“La vita è un bene prezioso: il trapianto, trionfo della vita e sconfitta per la morte”. Questa la traccia. Molti i concorrenti, i cui elaborati sono stati valutati e selezionati dalla giuria presieduta dal Dirigente scolastico del Liceo e presidente dell’Associazione ex Allievi, prof. Giorgio Iazeolla, e composta dai dott. Fulvio Picazio, presidente A.I.L, Anna Maria Fucile, Giuseppe De Nitto, Anna Giordano, Elvira Guerriero, Giovanna Napolitano, Franco Mascia. Il Premio, offerto dalla A.I.L., Associazione Italiana Leucemie, dell’importo di € 500,00, è stato assegnato alla vincitrice Beatrice Barbato, alunna dello stesso Liceo classico “P. Giannone” per il suo elaborato di ottimo livello. Menzione speciale e targa alla studentessa Anastasia Di Meo del Liceo Pedagogico di Alvignano per l’originalità dello svolgimento.
Anna Giordano
Il dottore Paternuosto va in pensione vi riportiamo il suo simpatico addio e la lettera per la sua prima collaboratrice . Gli auguriamo di vivere ancora a lungo
IL LEONE SI E’ ADDORMENTATO E PIU’ NON RUGGIRA’…………..
Io debbo andare ! Il tempo è finito ! Io avrei voluto rimanere ancora ma il tempo è finito ! Nella mia lunga vita professionale ho cercato sempre di aiutare il debole e forse non sempre ci sono riuscito. Ho cercato anche di imporre i miei principi di decoro di dignità e di non commerciabilità dell’ onore e con molti , forse troppi , non ci sono riuscito. Di tanto nella vostra magnanimità perdonatemi !
Finchè non sarò fra le stelle io continuerò a fare il medico ! Il mio numero lo conoscete.
338 698 5341
Allego , per eventuali benefattori , tariffa onorari per visita :
Medici… ………………………………………………………. Euro : 0
Malati di tumore…………………………………………………Euro :0
Dottori in Medicina della Repubblica Italiana ………………….Euro : 200
Politici, omonimi , parenti , affini e supporter……………….….Euro :250 (meglio se non venite!)
Pazienti normali…………………………………………………Euro 70
Vi abbraccio tutti (sindaco compreso )
NON DIMENTICATEMI !!!!!!
Mario Paternuosto
Inventore, scrittore, uomo d’armi e gentiluomo di campagna .
In arte medico
Ciao!
LETTERA PE LA DOOTSSA BOTTIGLIERI
Al Direttore Generale ASL CE
Al Direttore Sanitario ASL CE
Al Direttore Sanitario PO di Marcianise
Al Sindaco di Marcianise
Al caposala Reparto Gastroenterologia PO Marcianise
Ai Sanitari Reparto Gastroenterologia PO Marcianise
Avere una moglie bella e non scocciante , fare un lavoro come un hobby , essere ricordati.
Penso che siano le cose essenziali nella vita di un uomo . Per mia fortuna io le ebbi tutte. Essere ricordati concede significato a tutta una vita quando si da a chi sa ricevere ! Nella mia lunga vita professionali io penso di non avere sbagliato nell’avere dato alla dottoressa Maria Erminia Bottiglieri della di cui professionalità posso menar adesso vanto. Negli anni insieme abbiamo portato il nome dell’Ospedale di Marcianise alla ribalta nazionale . Il REC, il COBED, l’Ansa al Nitinolo , la Pelican, il misoprostolo , l’enteroprogressore , l’ago per bucrilato , il letto Leonardo ed altre innumerevoli idee innovative parlano per noi .Ogni volta che negli anni avvenire la dottoressa Bottiglieri farà inspirare profondamente il paziente per comprimere la convessità del colonscopio con il diaframma ……si ricorderà di me ed io, forse fra le stelle , sarò felice . La dottoressa Bottiglieri merita di fare il primario dopo di me.
Dottor Mario Paternuosto
Marcianise :1 giugno 2011
Poesia premiata dal Centro Ester di Napoli 2011 e dedicata alla stimatissima Dottoressa Anastasia Guerriero
E venne la sera
Senza rimpianto al tramonto del giorno,
le membra posarono dolcemente su di una valle di quiete,
abbandonando progetti, sogni e sentimenti,
aprendo la porta ad una nuova vita,
sconfiggendo ogni diga su di un altro orizzonte.
In un tempo e luogo assegnato,
l’avventura condotta come dono d’amore
profumava di primavera, di felicità, di speranze;
mai cattivo umore, mai sofferenza,
mai incertezze attraversarono il cammino
rivestito di luce nell’ampia ricerca del vero.
Cinquantasette arcobaleni di vita
lasciarono l’esistenza al soffio del vento della sera,
e non si avvertì più quella presenza di dolcezza
in ogni parola di conforto e comprensione;
improvvisamente gelarono giorni, mesi e anni di malinconia.
Ma nella valle della quiete quella splendida esistenza sotto un nuovo tepore rivive le musiche dolci
delle sue primavere sempre pronte
al sacrificio per gli altri, per amore.
Nicolò Antonio
che caffe procope possa guidare la raccolta delle firme e vreare movimento politico necessario per intitolarle la struttura ospedaliera della Città.
Un piccolo gesto a chi, in Vita, si è distinta con eccellenza; Cittadina meritevole di essere ricordati fra gli Illustri Figli di Marcianise.