Possiamo finalmente assegnare una Famiglia allo stemma di Castel Loriano; anzi due, poichè ci troviamo di fronte a uno stemma matrimoniale: si tratta delle famiglie Del Riccio e Alamanni. Sono anni che gli studiosi si impegnano alla ricerca della storia che si celava dietro a questo blasone e oggi siamo in grado di dare una risposta. Il 14 maggio 1575 Filippo II di Spagna, re di Napoli, concesse a Guglielmo Del Riccio, un mercante fiorentino a Napoli, il feudo di Loriano e Trentola, che alla sua morte lo lasciò in eredità alla figlia Laura, la quale sposò, nel 1588, Andrea Alamanni, che si fregiò così anche dei titoli di barone di Loriano e marchese di Trentola. A questo periodo risale l’apposizione dello stemma lapideo di Castel Loriano murato sulla facciata principale che riporta l’Arma di entrambi i coniugi: Alamanni (nella metà sinistra di chi guarda, come di consueto per gli uomini) e del Riccio (metà destra). La composizione araldica è formata da uno scudo circolare accartocciato con una figura in punta, sormontato da un elmo metallico circondato da foglie di acanto; quest’ultimo fu trafugato probabilmente nella prima metà del novecento. Di un elmo doveva trattarsi, vista la forma del foro che ne rimane e la base su cui esso poggiava, simile a una gorgiera. Tutta la composizione è circondata da una cornice quadrata ricavata dallo stesso blocco lapideo in cui è stato scolpito lo stemma. Sappiamo che il blasone degli Alamanni è trinciato argento e azzurro con una doppia banda degli stessi colori, invertiti rispetto al campo, mentre quello dei del Riccio è d’oro (o d’argento), alla banda di rosso, accompagnata da due rose dello stesso.
Gianni Di Dio
Chissà cosa avebbero pensato oggi, nel 2012, che il suddetto stemma è stato sostituito da una volgare busta di monnezza! Sciò!!!
chissà cosa avrebbe pensato nel vedere il degrado in cui versa il castello e soprattutto l’uso che se n’è fatto! manco a ristrutturare l’esterno hanno pensato e poi si lamentano che a marcianise ci sono opere di valore abbandonate a se stesse, per non parlare poi del castello in Airola buttato via come se a marcianise della sua storia non importa niente!!!
Gaetao le tue sono parole sante
Fil parlare è inutile a Marcianise. Leggere questo articolo ti fa riflettere sul perkè in tanti anni, con l’avvicendarsi di tante amministrazioni, nessuno abbia pensato a fare qualcosa….
Gaetano, hai pienamente ragione su buona parte della tua riflessione,ma al castello Airola, da quando ci manchi? Forse vuoi dire che l’attuale splendore è solo opera del proprietario che vi abita? E che fino allora qualsiasi amministrazione, in centinaia d’anni, non ha mai avuto a cuore la sorte del patrimonio artistico, comunque esistente in questa città?
Franco ci sono passato spesso da fuori e intendevo proprio che l’attuale splendore è dovuto agli attuali proprietari e non al volere di chi dovrebbe tenere a cuore i patrimoni culturali della città! e poi soprattutto un opera come quella doveva essere come minimo riscattata dal comune e in un modo o nell’altro e renderla visitabile….
Caro Gaetano, è meglio che a queste cose ci pensi il privato, se vogliamo continuare ad ammirare qualcosa che ci rimane. E’ meglio non aggiungere altro…tanto per non parlare male della politica., alla quale cambierei volentieri nome!