17 febbraio 1600 muore bruciato vivo un essere umano, Filippo Bruno al sec. Fra Giordano Bruno dell’ordine domenicano.
Ricordare questa figura del Rinascimento è doveroso perché di sicura “attualità” dacché viviamo in una società fin troppo attenta al rispetto delle varie fedi; qui da noi in Italia di una particolare, cioè quella cristiana “cucinata in salsa romana”, come diceva al tempo lo stesso Bruno. Che la figura di Bruno potesse diventare oggetto di uno di quei ripensamenti critici che la chiesa si è ripromessa per la fine del II Millennio sembra una chimera, stiamo ancora aspettando.
Il suo anticristianesimo non nasceva tout court. Ma da reali convinzioni e dimostrazioni scientifiche. Parlare di Bruno è celebrare la scienza, il sapere, la conoscenza, contro tutte le coercizioni, repressioni, intolleranze che rendono l’essere umano costituito da un corpo e da una testa non da spazio vuoto dove il potere, da qualsiasi parte provenga, inietta i propri dogmi lasciando il povero uomo orbo di qualsiasi attività attinente all’intelletto e alla ragione. L’intelletto senza la ragione non ha senso.
L’intelletto è un dono di per sé, non lo da nessuno, appartiene all’essere umano, ma la ragione, ossia il pensare, non è niente se non ti danno la possibilità di essere razionale su tutto ciò che l’UNIVERSO contiene.
Che cosa ha ucciso lo Scienziato Bruno?
Oltre ad essere bruciato vivo gli misero anche la mordacchia sulla lingua affinché non potesse proferire le sue ultime parole. Oggi ad un condannato a morte si chiede l’ultimo desiderio. A Bruno no, perché?
Il maestro del sospetto doveva tacere!
Si, è vero, ha taciuto sul rogo, ma la sua opera resta una pietra miliare nel campo filosofico-scientifico e questo non può essere taciuto.
Allora che cosa l’ha ucciso?
L’intolleranza.
Bruno forse non ha mai creduto davvero di mutare i destini del mondo e rendere l’umanità più civile, più disposta al dialogo, più aperta verso tutte le idee e conoscenze.
Ma certamente ebbe tutta la consapevolezza di agire affinché i Tempi mutassero verso una effettiva epoca di TOLLERANZA.
Antonio del Santo
“L’intelletto è un dono di per sé, non lo da nessuno” Scusate, ma in questo passaggio, quel “da” è verbo o preposizione?
Il dà è naturalmente verbo e la mancanza di accento si chiama refuso, o in inglese typo. Mio padre se ne scusa.
Il senso della frase era comunque chiaro.
Jacques de Molay ti suggerisco alla redazione di caffè procope per
l’editing dei prossimi articoli, se vuoi.
Un commento su Bruno: alla luce di come è evoluta la storia di questo paese, possiamo dire che il povero Bruno è ancora lì che aspetta.
L’epoca di tolleranza purtroppo è di là da venire.
Basta guardare la legge sul reato di clandestinità, che vergogna.
Per la Signora/ina Melania. Nella mia richiesta non v’era alcun intento ironico: glielo assicuro! soprattutto in considerazione del fatto che anche i moderni testi di grammatica sono molto chiari in merito.Tornando A Bruno, colgo delle inesattezze che fuorviano abbastanza chi legge. Ad esempio, si parla all’inizio di:”Filippo Bruno al sec. Fra Giordano Bruno” non è, mi perdoni se insisto, il contrario? Ma questo, lei mi dirà che è un dettaglio. Bene, ne prendo atto. Non mi trova d’accordo completamente il seguente passaggio:”Parlare di Bruno è celebrare la scienza, il sapere, la conoscenza, contro tutte le coercizioni, repressioni, intolleranze etc.” Secondo me, prima di arrivare alla “celebrazione della scienza”, c’è un passaggio fondamentale dato dalla libertà di pensiero senza la quale non può esserci filosofia. Ed è da questa libertà che, alla fine, si potrà avere ragione delle “coercizioni, repressioni, intolleranze” e, non ultimo dell’odiosa legge sul reato di clandestinità che mi trova pienamente d’accordo: il rogo andrebbe approntato per chi riesce a concepire tali aberranti, anacronistiche e, per i silenti cattolici,aggiungo anticristiane leggi!
JdM
già. Melania ha ragione. anzichè guardare( e correggere ) la luna, voi guardate il dito, Jaques de Molay( vi assumeremo, in compenso, visto che l’estate è alle porte, nelle nostre fabbriche di infradito). definire il Bruno scienziatocome scrive il Del Santo, è un grosso azzardo, infatti. Brahe, William Gilbert, William Harvey e, in seguito, Galileo e Francis Bacon(Bacone), possono essere considerati anche veri e propri scienziati, per il loro attivo impegno nello studio più o meno metodico dei rapporti naturali di causa ed effetto. ma se già l’inclusione di Bacone in questa categoria non susciterebbe un consenso del tutto unanime, quella di Bruno risulterebbe del tutto priva di fondamento. Bruno,infatti, non si dedicò mai in prima persona alle osservazioni astronomiche, e il suo contributo alla riscoperta dell’atomismo antico fu di carattere del tutto teorico, mentre solo qualche anno più tardi Keplero a Praga, Thomas Harriot in Inghilterra e Galileo in Italia avrebbero applicato la teoria atomistica alla spiegazione di fenomeni naturali da loro minuziosamente osservati, quali la rifrazione della luce e l’attrazione magnetica. . Bisogna comunque tener presente che a Bruno si devono innovazioni sostanziali e di duratura importanza nell’ambito delle teorie da lui prese in esame, innovazioni alle quali giunge, però, tramite un ragionamento di tipo logico-filosofico,non per questo meno importante, si badi bene, caratterizzato da una forte tendenza alla visualizzazione per mezzo di immagini e simboli, anziché tramite la sperimentazione e l’osservazione metodica. Più che uno scienziato,Bruno può essere definito, dunque, un sostenitore della nuova scienza, o, secondo la terminologia attuale, un filosofo della scienza, affascinato dagli sviluppi della nuova disciplina, ma allo stesso tempo estremamente sospettoso nei confronti di alcune delle sue conseguenze. e una di queste, lasciatecelo scrivere, è proprio il far ricorso alla scienza ( che diviene, in tal guisa, scientismo), per spiegare qualsivoglia fatto attribuendogli il crisma di verità assoluta.
già, i cattolici. qui sta avvenendo proprio il contrario. li si vuole mettere al rogo, in nome di celentano, in nome delle leggi( per noi giuste, e ora andrebbero anche svuotate le carceri facendoli pagare pena a casa loro) sull’immigrazione e, per essere in tema, con lo scientismo, facendo, in maniera inusitata, di Giordano Bruno, di Galileo, di Darwin,i loro vessilli. una seria bufera di ateismo s’abbatte sulla fede ( noi, sotto, leggiamo questo in questi interventi). ” la scienza non ha bisogno di Dio” dice fin dal titolo l’ultimo libro di Edoard Boncinelli, tutto si evolve per caso, nel caos e tramite errore.
non ci stiamo!!!!! Dio è una scommessa della ragione e del cuore, come spiegava un grande scienziato( questo sì, si può definire tale), filosofo e matematico come Pascal. ed è una scommessa totale, sull’Essere o il Nulla. Dio non può essere confutato o dimostrato in sede scientifica. ma, soprattutto, Dio non è un’orologio, non ha la cattedra di fisica o di biologia nell’universo . e non va a sanremo e né tanto meno scrive su caffè procope.
Finalmente un pizzico di raziocinio in MSD: Bruno non ha mai disdegnato la scienza, ma l’ha rafforzata con la filosofia. Il Copernicanesimo, che non aveva intaccato l’universalismo della Chiesa, diviene con Bruno una clava contro la prepotenza, il fanatismo ed il paganesimo della Chiesa cattolica. Qui sta la sua grandezza, che non é areligiosità, ateismo, ma un invito alle gerarchie della Chiesa ad essere più vicine all’uomo!
già. gratta gratta, fineremo con l’essere d’accordo su tutto, egregio albertone. lo abbiamo scritto più volte che noi, contrariamente a quello che pensate, abbiamo molta stima nei vostri confronti, sicuramente più di coloro che vi “adulano”. basta non avere pregiudizi, quegli “idola” mai tanto destestati dal bacone filosofo.
Ha ragione Del Santo, quando definisce Giordano bruno uno pure scienziato, anche se non gli si possono attribuire specifiche scoperte. Egli rappresenta col suo pensiero la sintesi di tutto il nostro Rinascimento. La passione per la scienza lo portò a importanti intuizioni filosofiche che poggiamo su discipline meramente scientifiche, particolarmente la geometria.
Forse é uno dei più grandi filosofi della scienza, perchè parte dalla scienza per fare filosofia. Senza la profonda conoscenza di Copernico, non poteva arrivare all’infinità dei mondi. La pura astronomia lo sollecita su intuizioni formidabili, che sono le stesse che, forse, lo portarono alla morte. “L’infinito non può avere un centro”, una semplice intuizione di geometria che sconvolge l’arroganza della Chiesa cattolica, che si riteneva universale.
E’ grande il filosofo, ma, per me, più grande è l’uomo con la sua coerenza: muore per difendere la libertà di pensiero!
stante ad informazioni segrete e riservate ricavate da nostri consociati ( abbiamo già estorto inviti, se volete ve li spediamo, a voi e Del Santo),venerdì 2 marzo, presso il liceo scientifico locale, il Quercia, interverrà il filosofo Aldo Masullo. approfittatene, egregio albertone, per chiedere, ad un profondo conoscitore del Bruno( tra l’altro,anche Masullo è di Nola e lo abbiamo seguito in occasione dell’anniversario della morte del Bruno, mentre voi ed altri scrivevano comodamente sulla poltrona), cosa ne pensa del Bruno scienziato o filosofo della scienza. noi propendiamo per la seconda opzione, la filosofia usa un altro metodo di conoscenza del reale, molto più ampio della scienza stessa ( se gli scienziati del neutrino si fossero appropriati anche di tale metodo, non avrebbero fatto la brutta figura che è venuta a galla, si sarebbero subito accorti del paradosso).
http://www.filosofiatv.org/news_files2/117_Giordano%20Bruno%20%20scienza%20del%20Rinascimento.pdf
anch’io, imbroglione di un m. s’è d., provavo una sorta di simpatia per te, per parte del “tuo” pensiero, ma devo riconoscere che mi sbagliavo e che, gratta, gratta, non sei che un parvenu paesano, in tutto e per tutto un millantatore come quello che hai eletto a tuo capo ideologico. consentimi…sei solo un giulianoferrara di paese.
ceccus
Michela Camellini
Giordano Bruno e la scienza del Rinascimento
Bruno sostenitore e filosofo della nuova scienza
in ordine autrice, titolo e paragrafo (il secondo e non ne ha cambiato neanche una virgola) della fonte di m. s’è d.
ti sei almeno chiesto chi sia quest’autrice o, da buon psedoliberista, hai preso a mani piene fregandotene altamente del lavoro e degli impegni altrui: penso che la Camellini, se è studiosa seria, non avrebbe avuto niente da ridire a passarti il suo studio, sarebbe bastato citarla.
ceccum
già, le fonti e le ispirazioni che da esse si traggono. e dove sta il problema? sono fatte apposte per essere, prima studiate, pena il non richiamarle alla memoria per poi,in seguito, poter connetterle con la tematica, e se il caso lo richiede, trascriverle. per intero o parzialmente, non importa. pensate, invece, egregio fossifoco, che un filosofo molto amato dalla sinistra, Umberto Garimberti che,meraviglia delle meraviglie, è giunto a copiare pure se stesso. noi, secondo il vostro scrivere, non saremo buoni cittadini, di più, addirittura millantatori, ma di certo lui non è assolutamente un buon e saccente pensatore ( noi, molto umilmente, pensiamo ma sappiamo di non sapere, come Platone). è perfino uscito un libro, “Umberto Galimberti e la mistificazione intellettuale“ (Coniglio Editore 2011, la fonte va citata) in cui viene rivelato come questo brutto vizietto del filosofo anti-cattolico( questo ci consente pure di restare in tema) sia presente fin dagli inizi. due mesi fa anche l‘Università Ca’ Foscari di Venezia, di cui è dipendente, ha inoltrato un richiamo formale all’esimio professore a causa della mancata e persistente citazione delle fonti nella redazione dei suoi testi scientifici. certo, ben poca cosa rispetto ai vostri etici richiami( ma per uno che legge kant, come voi,prima di andare a letto, lo comprendiamo, è stato un atto dovuto assai), ma che va comunque riportato ( specie se ciò serve a smontare il moralismo e il doppiopesismo della sinistra).
Come ho già avuto modo di comunicarVi in forma privata, il commento del 26 febbraio 2012, 01:04 am a firma Marco Russo, NON SONO IO! A questo punto, non riuscendo ad avere tutela da parte Vostra, mediante il numero identificativo della connessione internet dalla quale è partito quel commento, (indipendentemente dall’indirizzo e-mail che può essere quello mio che può aver copiato dal mio account Facebook, essendo, con ogni probabilità, uno dei miei contatti) mi vedo costretto a seguire altre vie per tutelare la mia persona. L’intento di questo vigliacco che ha preso a firmarsi con le mie generalità è palese, vale a dire allontanarmi da questo blog, che già non frequento più così assiduamente prova ne è il fatto che di tale mistificazione mi sono accorto dopo quasi due giorni, e devo dire che ci sta riuscendo se Voi della Redazione non farete nulla. La pluralità e libertà nella conduzione che vi ho sempre riconosciuto, corre il serio rischio di svuotarsi dei suoi significati se dallo scontro dialettico tra commentatori, si passa a tali vili aggressioni personali, poiché di questo si tratta quando un individuo si copre con le chiare generalità di un altra persona, per dire ciò che quella persona non direbbe mai! e che Voi consentite senza porvi rimedio, in ossequio, forse, alla legge dei numeri quella che, poi, alla fine è quella che gratifica. Vi prego, infine, di voler rimuovere con cortese sollecitudine il commento segnalatoVi.
Marco RUSSO
Questo il volantino che sarà distribuito nella mattinata di domenuica 4 marzo. In piazza sarà esposto un dipinto di Vincenzo Carrino, raffigurante la morte per rogo di Giordano Bruno.
Morì per la libertà di pensiero!
Il 17 febbraio è stato il 412° anniversario della morte di Giordano Bruno, il filosofo, nato a Nola e condannato a morte per rogo dalla Santa inquisizione a Roma, a Campo dei Fiori, nel 1600.
Il suo pensiero è complesso, articolato, racchiude tutto lo spirito del nostro Rinascimento e, quindi, non può essere ristretto in una pagina.
Tra le tante sue idee, sicuramente in contrasto con il Cattolicesimo, quella centrale del suo pensiero ne determinò la condanna e la morte per rogo.
E’ autore di parecchie opere, anche teatrali, ma, secondo il mio modesto giudizio, il libro che fece arrabbiare le gerarchie ecclesiastiche fu il suo “De l’infinito universo et mondi”, in cui espone le idee centrali del suo pensiero.
Bruno era un domenicano, fermamente convinto della presenza di Dio in tutto l’universo, che considerava infinito.”Dio, diceva il Nolano, per essere infinito non può che creare l’infinito; nell’universo, dunque, ci sono infiniti mondi che sono abitati da altri esseri viventi”.
Dispersa nell’universo, come un granellino di sabbia, la terrà perdeva, così, la sua centralità, “perché, affermava Bruno, l’infinito non può avere un centro”.
La mazzata, per le gerarchie ecclesiastiche, era grossa, perché la terra, perdendo la centralità nell’universo, faceva perdere l’universalità della Chiesa, racchiusa nell’aggettivo cattolico.
Detto in parole povere: il papa, fino allora, ritenuto universale, perché rappresentante del Dio sulla terra, finiva, per “colpa” dell’intuizione filosofica di Bruno, per diventare il “capo” di un granellino di sabbia, disperso nell’universo!
Che farne di questo monachetto tanto bugiardo da affermare che tutti gli uomini bianchi, neri, rossi, gialli, gli Indios, gli animali, i papi, i cardinali, i re e gli imperatori sono tutti uguali, perché fatti della stessa materia universale e divina?
Di rimedi, in pieno clima di controriforma, ce n’erano in abbondanza e gli spicci erano l’abiura o la condanna a morte.
Dopo sette anni di galera, venti interrogatori, alcuni con tortura, il monaco eretico non abiurò e fu, perciò, condannato ad essere bruciato vivo.
Quando gli comunicarono la sentenza di morte, la cronaca riporta che dicesse: “Questa condanna fa più paura a voi che l’avete data che a me che la subisco”.
Quando lo portarono al rogo, ancora lucido e nel pieno possesso delle facoltà mentali, gli fu messa la mordacchia, uno strumento che blocca la lingua, per evitare che continuasse a maledire i suoi aguzzini.
Durante processo a Bruno, un agguerrito inquisitore fu il cardinale Roberto Bellarmino, che fu arcivescovo di Capua ed oggi è santo!
Alberto Marino
Marcianise, I marzo 2012
Anche Giordano Bruno lo diceva “Tartagliàun, dimiettete”
Vorrei lasciare anch’io un pensiero per Giordano Bruno.
Innanzitutto, come loro m’insegnano, il frate domenicano si segnalò subito per le sue opinioni decisamente eretiche sulla verginità della Madonna, sulla transustanziazione, sul culto dei santi, sull’inferno. Si spinse addirittura a sostenere la liceità della fornicazione e della bigamia, perdendosi in confuse teorie sulla trasmigrazione delle anime. Elaborò una metafisica che concepisce l’universo come infinito e privo di centro, increato, dove Dio è pensato panteisticamente come coincidente con il mondo e con la natura; il cosmo è pertanto infinito e in esso tutto viene divinizzato.
Questa filosofia porta con sé la necessità di distruggere il cristianesimo, la sua morale, la sua concezione dell’uomo, segni per il filosofo di un’estrema decadenza e povertà del mondo. Quest’idee a dir poco stravaganti fecero insospettire la Santa Inquisizione, per cui Bruno, dopo essersi spogliato dell’abito religioso (sic!), andò peregrinando per mezza Europa.
Giunge a Ginevra dove da una parte abbraccia il calvinismo, per essere accettato nei circoli culturali e religiosi della città, e dall’altra attacca violentemente un professore del luogo, dando alle stampe un libello contro di lui, e, a quanto sostiene l’accusa, mentendo platealmente. Viene processato dai membri del Concistoro, non cattolico, ma CALVINISTA, e costretto in ginocchio a lacerare il suo opuscolo, ammettendo la propria colpa. Che uomo ONESTO!!!
Lasciò Ginevra (forse per la profonda VERGOGNA?) giunsea Parigi nel 1581: la sua fama di esperto nell’ars memoriae gli valse la convocazione del re Enrico III, di cui diviene in breve intimo confidente. Dopo soli due anni Bruno finisce a Londra, presso l’ambasciatore francese Castelnau, in Salisbury Court, vicino al Tamigi. Qui, secondo le recenti indagini di John Bossy (“Giordano Bruno e il mistero dell’ambasciata”, Garzanti) svolge un lavoro di spionaggio (anche SPIONE???) contro l’ambasciatore francese di cui è ospite, a tutto svantaggio dei cattolici, arrivando addirittura a rivelare i segreti carpiti in confessione (ripeto: che uomo ONESTO!). Infatti, pur essendo già da tempo un feroce nemico del cattolicesimo e della Chiesa, Bruno si finge zelante sacerdote e celebra riti in cui non crede, nell’ambasciata francese, vantando d’altra parte la propria apostasia presso la corte di Elisabetta. Nel suo arrivismo giunge a svelare alla regina l’esistenza di un complotto catto-spagnolo, in realtà inesistente, contro di lei: scrive di esserne venuto a conoscenza in confessione. Nessuno gli crede.
In più Bruno volle, fortissimamente volle, una cattedra a Oxford. La ottenne offrendosi volontario, con una umile missiva, in cui si presenta così: “Professore di una sapienza più pura e innocua, noto nelle migliori accademie europee, filosofo di gran seguito, ricevuto onorevolmente dovunque, straniero in nessun luogo, se non tra barbari e gli ignobili… domatore dell’ignoranza presuntuosa e recalcitrante… ricercato dagli onesti e dagli studiosi, il cui genio è applaudito dai più nobili…”. Alla terza lezione verrà accusato di PLAGIO e invitato a togliere il disturbo; le sue invettive feroci contro i londinesi, e contro il prossimo suo in genere, gli procurano, probabilmente, un breve arresto e determinano il ritorno precipitoso a Parigi.
Sgradito anche a Parigi (chissà come mai) scelse la Germania, e in particolare la città protestante di Marburgo. Ancora una volta il filosofo di Nolaottenne, dietro pressanti richieste, una cattedra universitaria, ma, ancora un ennesima volta, entra in conflitto col rettore, Petrus Nigidius, che lo aveva assunto e che ora lo licenzia. Con la grinta di sempre Bruno riparte, per approdare a Wittenberg, città simbolo del luteranesimo, dove, tanto per cambiare, ottiene il diritto di tenere corsi universitari. E’ qui che Bruno cambia ancora casacca: in occasione del discorso di addio, dopo soli due anni di permanenza, polemiche, e tanti nemici, l’8 marzo 1588 tiene davanti ai professori e agli alunni dell’università un elogio smaccato della figura di Lutero, contrapposta a quella del papa, presentato, secondo le migliori tradizioni del luogo, come un vero anticristo. “Come ha usato Calvino contro la Chiesa, così adesso usa Lutero: il cattolicesimo emerge come il vero grande nemico” (Matteo D’Amico, “Giordano Bruno”, Piemme). Chiaramente il gioco può riuscire sperando che a Wittenberg non si conosca il libello bruniano di soli quattro anni prima, e cioè lo “Spaccio”. In esso infatti Bruno auspicava che Lutero e i suoi seguaci fossero “sterminati ed eliminati dalla faccia della terra come locuste, zizzanie, serpenti velenosi”, essendo causa di guerre, disordini e discordie senza fine. Ma si …. in fondo si può sempre cambiare idea, da un eccesso all’altro ed in poco tempo anche!!!
La sua “scientificità” fu davvero perfetta tanto che spiegava la metempsicosi, affermando che coloro i quali abbiano “viso, volto, voci, gesti, affetti ed inclinazioni, altri cavallini, altri porcini, asinini, aquilini (…), sono stati o sono per essere porci, cavalli, asini, aquile, o altro che mostrano”!
Vagando ancora approdò a Helmstadt in Germania nel 1589. Ancora una volta ottenne di poter insegnare nell’università locale, e per l’ennesima volta, pur fingendosi protestante e scagliandosi contro la Chiesa cattolica, suo bersaglio preferito, viene in breve scomunicato dal pastore della locale chiesa luterana. (pover’uomo, scacciato da tutti).
Ennesima tappa: Venezia. Qui è accolto con curiosità da una cerchia di nobili da salotto, e in particolare da Giovanni Mocenigo, che è disposto a ospitarlo e nutrirlo in cambio dei suoi “segreti”. Ma Giordano Bruno non è certo incline a fare il precettore privato: il suo desiderio sembra essere quello di usare le sue conoscenze magiche, espresse nei testi “De magia” e “De Vinculis”, per assoggettare nientemeno che il pontefice Gregorio XIV ai suoi disegni di riforma religiosa e politica universale! Ritiene infatti di saper controllare e dominare le forze demoniche presenti nella natura e di poter soggiogare il prossimo con messaggi subliminali, formule magiche non percepibili dagli incantati: “Ritmi e canti che racchiudono efficacia grandissima, vincoli magici che si realizzano con un sussurro segreto…” (“De Vinculis”). Anche un MAGO…. Chissà se non pure CARTOMANTE!!!
Quando il Mocenigo trovò Bruno a letto con sua moglie lo denunciò alle autorità (ma non era un consacrato!!! SIC), le quali furono ben felici di sbarazzarsene consegnandolo all’Inquisizione romana. Bruno, che -lo ricordiamo- era un frate, abiurò ma poi tornò sulle sue decisioni, in un balletto continuo che durò anni. Alla fine venne abbandonato al braccio secolare come mago, eretico e sovversivo.
E tuttavia è già abituato ai processi, alle abiure, alle fughe, e forse pensa, in cuor suo, di farla nuovamente franca. La sua tattica difensiva consiste nell’ammettere alcune accuse, nell’attenuarne altre, e nel negare, infine, le più infamanti. Arriva così a rinnegare alcune sue opere, e a presentare i suoi passati riavvicinamenti alla Chiesa, compiuti sempre e solo per convenienza politica, come testimonianza della sua sostanziale “ortodossia”. Il filosofo degli “eroici furori”, in realtà, non ha nulla di eroico: “tutti li errori che io ho commesso… et tutte le heresie… hora io le detesto et abhorrisco…”. Come già coi calvinisti di Ginevra, il ribelle, la spia, l’arrivista in cerca di poltrone universitarie, dopo aver attaccato e inveito, si inginocchia e abiura, con pari teatralità e finta compunzione. Ma Roma sospetta, e nel febbraio 1593 avoca a sé il processo, che durerà otto lunghi anni. Il tribunale inquisitoriale non emette condanne frettolose, ma procede con precisione e scrupolo, convocando testimoni, compulsando le opere, rispettando tutte le procedure, invitando ripetutamente ad abiurare. Bruno si dichiara disposto in più occasioni a cedere: la condanna, e l’affido al braccio secolare, arrivano dopo varie promesse di abiura, e altrettanti ripensamenti.
L’Inquisizione romana si muove con una scrupolosità straordinaria: verbalizza minutamente numerosissimi interrogatori, fa analizzare da teologi esperti tutte le opere di Bruno, sottopone ripetutamente al filosofo elenchi di errori filosofici e teologici che gli chiede di abiurare, fornendo all’inquisito ampi mezzi di difesa.
Contrariamente a quanto si è abituati a pensare, la cella in cui Bruno viene rinchiuso e dove rimarrà per sette anni è – a detta del grande storico Luigi Firpo – un luogo abbastanza vivibile, ampio e luminoso, dove la biancheria viene cambiata due volte alla settimana e dove l’imputato può usufruire di vari servizi come il barbiere, i bagni, la lavanderia. All’inizio del 1600 il Tribunale presieduto dal cardinale Bellarmino, che ha tentato in tutti i modi di convincere il filosofo dei suoi errori, dopo una lunga serie di ultimatum posti al Bruno, a cui egli risponde con la promessa di voler abiurare, per poi tornare sui suoi passi, decide di consegnarlo al braccio secolare: si arriva così al tragico rogo del 17 febbraio 1600.
Dunque la morte di Bruno, per quanto tragica, se contestualizzata nel momento e nelle condizioni storiche in cui avvenne, non ha nulla né di misterioso, né di barbaro; ed anzi si può affermare, senza essere temerari, che pochi altri processi – non solo cinquecenteschi – hanno visto da parte dei giudici mettere in atto un comportamento così scrupoloso e corretto, così moralmente e deontologicamente irrepresensibile.
E’ largamente noto come nessun altro processo inquisitoriale quanto quello di Giordano Bruno, sia stato usato, innanzitutto dalla massoneria ottocentesca, come strumento d’attacco alla Chiesa Cattolica. L’operazione è stata condotta presentando in modo distorto la natura del processo stesso.
Giordano Bruno morirà, alla fine, dopo essere stato scacciato da almeno DIECI città diverse, condannato da cattolici, calvinisti, protestanti e professori universitari; dopo essere stato spia, aver violato il segreto confessionale, aver ripudiato se stesso, per convenienza, innumerevoli volte, e, infine, dopo aver cercato, attraverso la magia e l’intrigo, di rovesciare l’ordine politico, non solo quello religioso, del suo tempo.
Infine Bruno, sospettato già in gioventù di crimini assai gravi, frate apostata e fuggiasco, in qualunque luogo abbia soggiornato in Europa è giunto immancabilmente a provocare aspre reazioni a lui avverse, in particolare nei paesi protestanti, dovendo a più riprese fuggire precipitosamente. Inoltre non è stato un pensatore puro e disinteressato, ma, al contrario, si è impegnato in progetti politici di fatto sovversivi svolgendo, probabilmente, attività di spionaggio, e sognando addirittura, prima dell’arresto, di sedurre il Papa e di rinnovare personalmente la religione cattolica per trasformarla in un nuovo culto “egiziano”. Mago oltre che filosofo, il suo processo è uno dei più corretti e rigorosi che mai il Sant’Uffizio abbia condotto: al punto che i giudici giungono ad alterare le procedure pur di dargli un’ulteriore possibilità di ravvedimento.
Spacciarlo per un puro, un eroe coerente sino alla fine, uno scienziato moderno (titolo che lui stesso non avrebbe affatto desiderato), è mera e ideologica falsificazione storica (condita con abbondanti dosi di retorica).
Distinti saluti
Tommaso Tartaglione
Tommaso Tartaglione? In verità pensavo che questo pensiero fosse di certo Matteo D’Amico, il web ne è pieno:
http://www.article-marketing.eu/societa/religione/chi-era-veramente-giordano-bruno-un-cristiano-o-un-eretico.html
http://www.totustuus.me/modules.php?name=News&file=article&sid=65
http://www.cuorementespirito.it/forumsnitz2000/post.asp?method=ReplyQuote&REPLY_ID=9896&TOPIC_ID=980&FORUM_ID=23&CAT_ID=3&Forum_Title=DALLA+CRONACA+DEL+GIORNO&Topic_Title=Giordano+Bruno+e+la+Chiesa&M=
http://musicasacra.forumfree.it/?t=12914236
http://www.cristianicattolici.net/giordano_bruno.html
Ohh, grazie a Dio qualcuno chem finalmente si documenta prima di scrivere a schiovere. Posso citarvi altri autori: Rino Cammilleri, Antonio Socci, Alberto Leoni, Luigi Negri, Matteo D’Amico, Francesco Agnoli e dulcis in fundo l’ottimo Stanley Jaki. Attendo delucidanzioni dal prof. Marino. Grazie :)
ovviamente attendo chiarimenti su Giordano Bruno anche da parte dei due amici che hann commentato per ultimo. Grazie.
Ecco che inizia l’antipatico ping pong del chi abbia ragione o no su un argomento totalmente basato su fonti storiche riferite o riportate di autori prossimi o di un passato anche remoto. Ognuno ha attinto, chi in maniera più approfondita, chi meno, da tutta una serie di quelle fonti storiche per sostenere la propria tesi ed ognuno la modella in ragione delle proprie convinzioni e della propria capacità che spesso diventa personalistica sopratutto in ragione del proprio credo. Nessuno di noi è stato diretto testimone dell’evento originale, onde per cui ogni opinione potrebbe essere sovvertita da altri contenuti che magari non si conoscono. Sarebbe meglio che, al di là della visione di discredito che ognuno vedrebbe del proprio pensiero,assurto a verità, tutti quelli esposti, messi insieme, divenissero oggetto di riflessione per una valutazione che non sfociasse nella polemica assurda e controproducente
all’arricchimento culturale. Oltre al fatto che la polemica, infine, fuorvia dall’indirizzo originale proposto dal prof.Marino, ossia il pensiero globale di ciascuno a sostegno della conoscenza. Non solo, egli stesso, nel suo garbo, ha sempre condotto la cosa nel limite della correttezza e del pluralismo culturale.
Identificare Tommaso Tartaglione é come muoversi in un ginepraio, ma non ha importanza: abbiamo capito che é un cattolico e che ammette la pena di morte. Potrei anche dire che ognuno ha le sue idee rispettabilissime, ma me lo vieta il Vangelo!
Conosco, più o meno, tutte le peripezie di Giordano Bruno e non ho nessuna difficoltà a definirlo ” non uno stinco di santo”!
Tommaso, non vi sembra innaturale che l’organizzazione che si regge sul messaggio di Cristo decide di uccidere, ed in quel modo”, un uomo che non é “uno stinco di santo?”.
Non ci sono in questa decisione i sette peccati capitali, quelli che voi stessi mi avete fatto imparare, da bambino,col catechismo?
La Chiesa, per ragioni di stato, e lo ha dimostrato anche con Berlusconi, é disposta a perdonare tutti i peccati e sicuramente lo avrebbe fatto anche con Giordano Bruno.
Con l’uccisione di Bruno la Chiesa ha voluto uccidere solo e solamente
la ” libertas philosophandi”: solo la Chiesa doveva pensare, agli altri non era consentito, perchè il Cattolicesimo é chiesa docente, dove i discenti devono solo imparare quello che essa vuole.
Anche la Chiesa posttridentina non ha mai voluto cedere su questo principio e lo ha fatto con il catechismo come insegnamento acritico!
Lo sapete, caro Tommaso, per quanti secoli la Chiesa ha sostenuto che la filosofia é serva della filosofia?
E questo non é arroganza? E dove la trovate l’arroganza nel Vangelo?
E meno male che c’é stato il grande Bruno, che con la sua morte coraggiosa ci ricorda ancora le migliaia e migliaia di vittime della Santa Inquisizione!
Finché la Chiesa avrà avuto sostenitori come voi, che giustificano la condanna di Bruno, non sarà mai la fedele interprete del Vangelo e non riuscirà mai a liberarsi, totalmente, dal fango di cui si é imbrattata nei secoli.
Chi vi dice queste cose é un marxista che é convinto che se la Chiesa avesse seguito il Vangelo, Marx non avrebbe avuto spazio per le sue idee!
Statemi bene!
Mi permetto di contraddire il sig. Franco Russo in merito alla correttezza e al pluralismo culturale adoperati .
Rispetto alla correttezza, questa non è stata adottata se la si considera da un punto di vista storico perché si delinea erroneamente un personaggio, storico per l’appunto. Quanto al pluralismo culturale è chiaro che concerne la libertà di ciascuno di esprimere la propria opinione non disgiunta, tuttavia, dalla libertà stessa di critica, laddove ce ne siano i presupposti.
Rispondendo, invece, al prof. Alberto Marino, questo “abbiamo capito che è un cattolico” (sembra quasi un’etichetta) mi ricorda un po’ quando una volta si diceva “un negro”. Ad ogni modo non solo confermo, con orgoglio, di essere cristiano, dunque cattolico, ma non ravviso affatto alcuna difficoltà nella mia identificazione. Sarei lieto di un suo ulteriore chiarimento in merito.
Alla sua domanda “non vi sembra innaturale che l’organizzazione che si regge sul messaggio di Cristo decide di uccidere, ed in quel modo”, un uomo che non é “uno stinco di santo?” la mia risposta è decisamente no.
Lei pone questa problematica: la pena di morte accettata dalla Chiesa Cattolica. Innanzitutto le cito un passo del vangelo secondo S. Luca (23, 39-43):
“Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”. Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio, benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”. E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. Si evince appunto che Cristo non ha per nulla contraddetto, ovvero disapprovato il buon ladrone alle sue parole “noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni!”, riferendosi alla crocifissione. Può arrivare lei, facilmente, alla conclusione logica.
La Chiesa Cattolica non può, ovviamente, considerare a priori la pena di morte come ontologicamente negativa, ma questa va considerata con più ampio respiro, e cioè in termini anche di legittima difesa, nel rispetto dell’altrui vita umana. Del resto, l’autorità pubblica in taluni casi non solo può, ma anzi deve attuare la pena di morte proprio per difendere la vita stessa delle persone ad essa affidate.
Nella repressione delle eresie, tuttavia, la Chiesa Cattolica innanzitutto adoperò tutti i mezzi della carità cristiana: lettere apostoliche, scomuniche, la predicazione di dotti e santi uomini tra cui per primo S. Domenico di Guzman, S. Antonio di Padova (tra l’altro inviato da S. Francesco d’Assisi in Francia per confutare gli eretici). L’eresia, che toglieva la pace al vivere sociale, equivaleva allora ad un crimine contro lo Stato e la legislazione di tutti gli Stati (quindi legislazione LAICA) colpiva quegli eretici ostinati, sovvertitori e pericolosi per l’ordine pubblico con pene molto severe, tra cui la pena di morte, considerando tali personaggi rei di alto tradimento. Era dunque la LEGISLAZIONE LAICA, il DIRITTO PUBBLICO di quei tempi che infliggeva la pena, non la Chiesa Cattolica. Consideri che Federico II arrivò perfino a decretare nelle leggi dell’Impero che gli eretici persistenti nell’errore fossero bruciati o che gli venisse strappata la lingua. Eppure oggi questo personaggio viene additato per la purezza dei propri costumi…..sic!!!! Nel caso di Bruno, infatti, fu il governatore di Roma, espressione della società civile, non ecclesiastica, a decretare la sua morte per capi d’imputazione come spionaggio, alto tradimento, sovversione politica (non solo religiosa), arti magiche (di cui lui stesso si vantava di conoscere i più arcani misteri). Il suo è stato un processo più che giusto in quanto i giudici tentarono anche di prolungare i tempi di prescrizione onde salvarlo dal braccio secolare. Bellarmino stesso tentò di salvarlo ma il Bruno prima si pentiva e ritrattava tutto per poi ritornare punto e a capo. Che poi lei faccia ironia sul fatto che l’arcivescovo di Capua sia stato riconosciuto dalla Chiesa come santo allora dovrebbe leggerele frasi apologetiche di S. Francesco (oggi additato comicamente come un pacifista) sulle Crociate; a quel punto anche quest’ultimo le risulterà inviso, mi creda.
In più mi fa altra ironia (legittima, per carità) sul perdono a Berlusconi e che “la Chiesa …. è disposta a perdonare tutti i peccati” posso citarle, a questo punto, anche io il ritiro della scomunica ai comunisti (fra cui anche lei, come sua stessa ammissione) da parte di Paolo VI.
Tra i sette peccati (ma forse intendeva vizi?) capitali purtroppo non è incluso quello che lei imputa alla Chiesa; questi sono: avarizia, superbia, ira, accidia, gola, invidia e lussuria. Questa volta mi permetto (con rispetto però) di usare io un po’ di ironia: evidentemente non ha imparato molto bene da bambino il catechismo.
Se invece intendeva i quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio (elencati sempre dalla Chiesa in base all’insegnamento divino), questi comprendono l’omicidio volontario certamente, ma esiste la deroga di cui le dicevo sopra e che può trovare facilmente all’articolo 2267 del Catechismo della Chiesa cattolica. E tuttavia però le non può citarmi la dottrina della Chiesa, per farmi notare la sua contraddizione, (cosa che non esiste come mi son permesso di spiegarle) ed accettarne solo alcuni principi. O lei ne accetta tutto l’insegnamento o non ne accetta nulla. Questione di coerenza, in primis perché il peccato gravissimo di omicidio volontario comprende anche l’infanticidio e pertanto l’aborto. Lei è antiabortista o abortista? Se riconosce l’omicidio volontario come aberrante non può accettare l’aborto, per qualunque causa esso sia. In secundis, tra i peccati gravissimi che lei ha tentato di citarmi è compreso anche il peccato impuro contro natura. Per cui lei condanna anche gli atti omosessuali, tra i quali anche la legittimazione al cd. “matrimonio gay”? Glielo domando solo per una questione di coerenza visto che è lei che ha voluto citarmi le leggi ecclesiastiche-
Il secondo punto che pone, inoltre alla mia attenzione, riguarda l’“uccidere solo e solamente
la ” libertas philosophandi” da parte della Chiesa. Le posso con tutta sicurezza risponderle che non è come dice, in quanto certamente e giustamente la Chiesa si è posta e si pone come unica depositaria del messaggio evangelico, come Cristo stesso ha stabilito (basta leggere il Vangelo) . Qualora un qualsiasi tizio si fosse svegliato filosofeggiando in altro modo ostinatamente sarebbe stato semplicemente scomunicato. La scomunica è un provvedimento con cui la Chiesa prende atto dell’uscita di un suo figlio dalla comunità dei fedeli. Punto. Finisce lì. Eventuali punizioni che colpivano la libertà personale potevano essere irrogate solo dal potere temporale e tuttavia solo per gravi reati quali ad es. spionaggio, alto tradimento, attività sovversive. Reati di cui si macchiò il Nostro. La questione è molto semplice e bisogna assolutamente evitare di creare ad arte leggende nere.
Infine scrive “il grande Bruno, che con la sua morte coraggiosa ci ricorda ancora le migliaia e migliaia di vittime della Santa Inquisizione!”. Faccio qualche altra considerazione: prima afferma che non è uno stinco di santo e poi lo qualifica come grande (???). Sono d’accordo sul fatto che la sua sia stata una morte coraggiosa, ma se mi permette è stato il coraggio di uno stupido. Non posso far passare la palese e millantata bugia sulle migliaia e migliaia di vittime che sarebbero state mietute dalla Santa Inquisizione.
Da dove le giunge tale notizia? Guardi che dalle sentenze dell’Inquisizione non si può far altro che notare la bassa percentuale non solo della pena di morte, ma delle condanne in generale. Se si pensa al “famigerato” frate domenicano Bernard Gui su 938 accusati soltanto 42 furono affidati al braccio secolare, 139 invece assolti o condannati a pene minori, talvolta irrisorie. E allora mi domando: da dove le migliaia e migliaia di vittime? Lo chiedo per curiosità, mi creda.
Piuttosto mi parli dell’Inquisizione PROTESTANTE, sorta dopo la cd. Riforma, a causa della quale i fedeli del Papa venivano impiccati ed arsi (fino al 1696), talvolta si giunse persino al cannibalismo. Calvino condannò a morte circa 60 persone per i soli adulterio, bestemmie e idolatrie, capi d’accusa che nella Inquisizione Cattolica non avrebbero mai comportato una pena capitale. Se ha interesse le posso riferire fatti ancora più macabri dell’inquisizione protestante, appoggiata dal Bruno.
Conclude con due pensieri: “Finché la Chiesa avrà avuto sostenitori come voi, che giustificano la condanna di Bruno, non sarà mai la fedele interprete del Vangelo e non riuscirà mai a liberarsi, totalmente, dal fango di cui si é imbrattata nei secoli.” Se permette, noi cattolici riteniamo, secondo ragione anche, che l’unica depositaria del Vangelo sia la sola Chiesa Cattolica e preferiamo dar retta a santi, uomini cultura, studiosi, filosofi, teologi, del calibro di S. Agostino, S. Ambrogio, S. Tommaso D’Aquino (questo si FILOSOFO), S. Francesco, S. Benedetto, S. Alfono M. de Liguori, S. Chiara ecc. ecc. ecc. piuttosto che gente millantatrice come Giordano Bruno.
Mi creda, le idee di Marx hanno avuto eco a causa dell’ignoranza di molti e forzatamente a causa delle baionette dei suoi adepti che hanno mietuto altro che migliaia, ma milioni, decine di milioni in tutto il mondo come tutt’oggi ancora aimè avviene.
Purtroppo l’amara realtà è che chi è comunista ha letto Marx,chi invece non è comunista l’ha letto e l’ha pure capito!!!
Questo è quanto avevo desiderio di dirvi per onore della verità ed in base al principio della libertà di parola. Ma sarebbe altresì auspicabile documentare le critiche poste alle mie argomentazioni!!
Salute a voi
Tommaso Tartaglione
Caro Tommaso, gradirei conoscere i contenuti della contraddizione che mi imputi nel mio commento.
La cito “Non solo, egli stesso, nel suo garbo, ha sempre condotto la cosa nel limite della correttezza e del pluralismo culturale.” a questo mi riferivo ed ho risposto nella mia ultima.
Cordialità
L’integralismo cattolico é più pericoloso di quello islamico. Meno male che in Italia ce ne sono pochi di integralisti, che sono isolati dai tantissimi cattolici democratici. Sul tema religioso mi sono scelto come compagni due grandi cattolici della nostra letteratura: Dante e Manzoni! Tartaglione, ci dia uno sguardo: non si sa mai!
Da quello che hai scritto caro Tommaso, non è difficile evincere che ti ritieni l’unico depositario della verità, visto che hai teso a suffragare la tua ricerca come l’unica valida a sostegno della storia di cui nessuno dei presenti è stato diretto testimone. Appare chiaro che gli storici a cui ti sei appellato non sono stati gli unici a descrivere quegli eventi e non mi pare che tu li abbia convocati tutti per avere la certezza di ciò che asserisci. Tuttavia, seppure tu abbia il merito di aver criticato diversamente l’atteggiamento del Bruno, parli di rendere onore alla verità.
Il prof.Marino non ha mai negato a chicchessia il diritto alla critica proprio perchè sa bene che ogni opinione possiede un suo valore, e questo lo puoi evincere in ogni suo commento, anche andando molto a ritroso nel tempo. Pensi di essere corretto tu per aver attinto solo ed esclusivamente da chi ha espresso lineamenti storici allineati a quelli della tua ricerca? Alla fine al prof. Marino premeva solo evidenziare dove potesse giungere il coraggio di un uomo, che sebbene colpevole di tante nefandezze, commesse e sofferte, ha preferito morire, piuttosto che allinearsi alle indicazioni altrui….Quella Chiesa, mettila da parte e pensa alla vera Chiesa che la compone…
Mi farebbe un gran piacere il prof. Marino se dimostrasse dove consisterebbe l’integralismo di cui mi addita. Non faccia come con Marx: non veda cose che non esistono. Dove vede l’integralismo in ciò che ho scritto?
Io parlo di DIRITTO PUBBLICO, di ORDINAMENTI LEGISTLATIVI, di CODICI, di ARTICOLI. Dove vede l’integralismo? O è più facile marchiare l’interlocutore come si faceva una volta dicendo “un negro”, piuttosto che prendersi la briga di analizzare i pensieri altrui e rispondere? Evidentemente è troppo faticoso pure per un comunista. La finisca una volta per tutte di appioppare etichette alla gente e faccia seriamente il professore.
Ho citato fonti documentabili. Ho fornito numeri esatti di sentenze che non sono dati opinabili, così come la matematica non è un’opinione. Se comportarsi seriamente fornendo all’attenzione del proprio interlocutore, con cui si vuole discutere civilmente e con onestà intellettuale (virtù che il prof. Marino ha dimostrato di non possedere, almeno in questa sede) documenti, dati, informazioni significa peccare, ebbene allora sono un peccatore. Pazienza!!! Vuole chiudermi in uno dei tanti GULAG che voi comunisti avete inventato?
Eppure in una discussione civile, come ho inteso impostarla, lei avrebbe la facoltà e tutto il tempo di confutare i miei dati. Perché non ci prova? Si comporta così anche con i suoi allievi? Se un suo discente non fosse d’accordo con lei lo taccerebbe pure di essere integralista? E ma allora lei non accetta il contraddittorio. E’ Vangelo solo quello che lei profferisce. E va bene, basta che lei ci creda.
Eppure questa non è democrazia. Uh, pardon scordavo che lei è comunista, incompatibile con questo concetto. Del resto è lei che può essere tacciato, al massimo, di integralismo, perché qui il comunista è lei, mica io.
Quanto a Dante e a Manzoni mi fa assai piacere che se li sia scelti come “compagni” (e sennò che comunista sarebbe) anche se dubito che questi avrebbero fatto la stessa scelta su di lei, ma anche qui vale lo stesso principio che le ho detto su Marx: oltre che letti vanno pure capiti.
Al sig. Franco Russo posso rispondere dicendo che non sono il depositario della verità, al massimo cito dati che al momento non trovano confutazione, ancorché auspicabile, da parte di chicchessia. Ma quello che ho scritto rimane. Chi voglia contraddire quei fatti lo faccia, chi glielo vieta. Dimostri il contrario. Siamo a disposizione.
“Il prof.Marino non ha mai negato a chicchessia il diritto alla critica proprio perchè sa bene che ogni opinione possiede un suo valore” INFATTI, col solito pregiudizio e intolleranza tipici dei comunisti, taccia di integralismo gli altri, per la serie del bue che chiama cornuto l’asino. Per il resto attingo direttamente alle fonti: le sentenze. Può lei confutare i documenti ufficiali giudiziari???
“……il coraggio di un uomo, che sebbene colpevole di tante nefandezze, commesse e sofferte, ha preferito morire, piuttosto che allinearsi alle indicazioni altrui……” Guardi sig. Russo che è molto grave quello che afferma. Che cosa mai significa quello che ha scritto??? Anche un Kamikaze allora, un terrorista “sebbene colpevole di nefandezze” preferisce di morire con coraggio, e per questo va celebrato??? Nel mio paese si chiama delinquente un tipo del genere.
Comunque sentite, ha ragione il prof. Di Rienzo quando afferma che gli anniversari NON SI CELEBRANO, SI STUDIANO. E allora prof. Marino studi un po’ di storia e piuttosto che parlare di migliaia di vittime dell’Inquisizione, di cui attendo ancora la prova documentata, pensi alle decine di milioni di uccisioni perpetrati dai suoi colleghi, o meglio compagni comunisti, in tutto il mondo. Che fa, guarda la pagliuzza nell’occhio degli altri e non si accorge della trave nel suo occhio? ehehehehehhehe
E con questo immagino la discussione sia terminata, a meno che si risponda con controdati.
Pace e bene a tutti ….. anche ai comunisti.
Wikipedia: Gli inquisitori procedevano:
• «contro gli eretici ed i fautori o ricettatori di essi, contro i sospetti di una falsa credenza, contro quelli che impediscono agli inquisitori di esercitar liberamente il loro uffizio, e contro quelli che richiesti a prestar la loro opera per poterlo eseguire, si ricusano, ancorché siano principi, magistrati e comunità»;
• «contro i pagani che venuti alla fede e battezzati, ritornano a professare il paganesimo»;
• «contro i malefici ed i sortilegi che con arti superstiziose tentano di danneggiare il prossimo; contro gli astrologi giudiziari, divinatori e maghi, molto più se questi abbiano fatto patti col demonio, ed abbiano apostatato dalla vera religione; contro quelli che impediscono ai bramosi di professare la vera fede e di abbracciarla; contro chi predichi dottrine scandalose e contrarie alla vera religione; contro quelli che in pubbliche lezioni o dispute, ed anche in discorsi e scritti privati sostengono che la ss. Vergine non sia stata concepita senza macchia originale»;
• «contro chi usa litanie nuove non approvate dalla sacra congregazione de’ riti; contro chi celebra la messa e ascolta le confessioni non essendo sacerdote; contro i sacerdoti sollecitanti a cose turpi nell’atto della confessione o immediatamente innanzi o dopo di essa, o nell’occasione o col pretesto della medesima; contro i ministri del sagramento della penitenza, che negligentino di avvertire i penitenti dell’obbligo di denunziare i sollecitenti, o che insegnano non esservi siffatta obbligazione, e contro i testimoni falsi e calunniatori che depongono in causa di fede»;
• «contro i cristiani apostati, anzi possono procedere contro i giudei ed altri infedeli se neghino quelle verità, che nella loro credenza sono comuni coi cristiani, se invochino o facciano sacrifizi ai demoni, e cerchino d’indurre i cristiani ad eseguirli, se pronunzino delle bestemmie ereticali, ed in molti altri casi».
“L’ora viene che chiunque vi ucciderà, crederà di rendere un culto a Dio. Faranno questo perché non hanno conosciuto né il Padre né me.” (vangelo di Giovanni 16:3)
La differenza sta nel fatto che il Bruno non era nè un kamikaze, nè un terrorista nell’essersi scelto quella fine, ma ucciso da altri, che come sostenitori dell’unico Vangelo, avrebbero avuto il dovere di adottare altre forme correttive adatte alla causa. Ma del resto la Santa (in che cosa?)Inquisizione ne ha fatte di vittime, e questo lei lo sa benissimo!Ad esaltare quel Vangelo medesimo? O a darne un’idea diversa?
Gli integralisti, anche quando studiano, non credono alla storia.
Come ci sono i negazionisti dell0 sterminio degli ebrei da parte dei nazisti, ancora oggi ci sono quelli che negano le nefandezze della Santa Inquisizione, che ha fatto centinaia di migliaia di vittime, a partire dal 1250.
Questo, Tartaglione Tommaso, per essere un integralista, non potrà mai accettarlo!
A lavà ‘a capa ‘o ciuccio si perde acqua e sapone!
era da tempo immemore che non suonavamo l’inno del libero pensiero( non è da tutti ricordare le tante vittime del cominismo e, ancor prima, della rivoluzione francese) libero dal pensiero unico che accomuna tutti coloro che leggono Kant prima di andare a dormire. ed è per questo che, accompagnati dal suono a tutto volume dell’inno nazionale, scriviamo, pancia in dentro, petto in fuori :
w tommaso tartaglione !!! w l’italia !!!! w i marò liberi subito !!!!
Il prof. integralista comunista Marino (nonché etichettatore, strano modo di difendersi di chi è pieno di pregiudizi e di chi si ritiene depositario assoluto della verità; ma del resto mica è un comunista per caso!?) non sa, forse, che l’Inquisizione nacque ufficialmente nel 1233 quando il Papa Gregorio IX ne investì l’ordine domenicano. 1250 cos’è?
Lei continua ad asserire la sua strampalata teoria e perché non la corrobora con i dati? Se lei ne è in possesso quale paura la frena nel mostrarceli? Ce li ha o non ce li ha? Lasci stare me, pensi a chi sta leggendo i nostri commenti: ritiene forse lei che non siano degni di conoscere i suoi dati storici? Cos’è? Non sono tutti comunisti come lei i visitatori di questo blog? Sia democratico (lo so che è difficilissimo per lei che è comunista), ma lo faccia per la sua causa comunista!!!
La ringrazio per la citazione sul “ciuccio”: in effetti è di più gradevole compagnia rispetto ai compagni comunisti.
allanima! tommaso tartaglione da un incipit da canonico scafato, un po’ ottocentesco per la verità, si rivela essere un leguleio clericale paesano e contemporaneo del maffei stesso, per poi approdare ad un anticomunismo di maniera, un po’ doncamillonesca quando sospira ehehehehehhehe, ma tutta berlusconiana quando enfatizza sulla parola pura e cruda: comunismo.
scusami, tommaso, ma a me piace ironizzare e ricercare personaggi, tipi, inventare soggetti da spunti umani rilasciati anche dalla scrittura.
quelle che tu e papà state sollevando sono questioni di uomini, di pensiero, di idee. e papà, nella sua difesa di queste, non può accettare che uomini condannino a morte altri uomini per ragioni contraffatte dal credo religioso. egli non accetta, e mai accetterà, che si possa condannare per delle idee, figurati per delle fedi.
cià
ste’
L’entità della persecuzione Il numero delle vittime della caccia alle streghe durante i due secoli in cui sia i tribunali dell’Inquisizione che quelli della Riforma le condussero al rogo è stato largamente dibattuto.
Il raggiungimento di una certezza sul tema è ostacolato da molti elementi, come la perdita nel tempo di documenti affidabili relativi a gran parte dei processi. Il motivo principale fu che per paura che gli immensi archivi inquisitoriali cadessero nelle mani dei protestanti o degli avversari della Chiesa, molti di questi vennero dati alle fiamme, come a Milano, Mantova, Benevento e quelli della Sicilia con le carte di migliaia di processi[4], o come quelli rubati dai francesi a Roma. Pertanto le cifre che si ipotizzano in ordine alle vittime della persecuzione vanno considerate come ordini di grandezza e spesso sono oggettivamente influenzate dalle opinioni e dalle collocazioni culturali degli Autori che le hanno determinate.
Le stime che trovano più largo consenso parlano di circa 110.000 processi, svoltisi principalmente in Germania (50.000), Polonia (15.000), Francia (10.000), Svizzera (9.000), isole britanniche (5.000), paesi scandinavi (5.000), Spagna (5.000), Italia (5.000) e Russia (4.000). Brian Levack ha valutato le esecuzioni capitali al 55% dei processi, giungendo pertanto ad un totale di giustiziati pari a circa 60.000 persone in tre secoli[5].
In questi processi l’80% degli accusati era di sesso femminile, mentre in Estonia (60%), Russia (68%) e Islanda (90%) vi fu una predominanza maschile[5].
Tommasimo, il 1250 era una data di riferimento approssimativa solo per dire che siete il terrore del mondo da 762 anni.Le date non hanno importanza, anno più anno meno, quello che conta é che voi continuate a difendere chi ha ucciso in nome di una fede religiosa! Questo il nocciolo della questione, che voi non capirete mai, perchè integralisti. Sono un comunista gramsciano e, come tale, condanno tutti i soprusi e le nefandezze e, tra le grandi nefandezze della storia, ci sono quelle della Santa Inquisizione!
Vuole la condanna delle purghe staliniane, non c’è bisogno che le ripeta: l’ho fatto tantissime volte!
Ha mai sentito parlare di umanesimo? E’ il mio credo, anche perché lo fu di Bruno e, più recentemente,di Gramsci!
Fermiamoci qui, perché con Lei si parla a vuoto: é un ciuccio che non vuol bere!
Sig. Marino junior, anche a me piace fare dell’ironia, senza mai ovviamente oltrepassare il limite della buona creanza. Detto questo la cito: “papà, nella sua difesa di queste [idee], non può accettare che uomini condannino a morte altri uomini per ragioni contraffatte dal credo religioso. egli non accetta, e mai accetterà, che si possa condannare per delle idee, figurati per delle fedi.”
Ottimo. Allora dica a suo padre di spiegarci alcuni dati: morti e vittime della libertà (tra cui quella di pensiero, ovviamente, tanto decantata dal suddetto padre) nei paesi a dittatura comunista: Albania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Germania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia, Slovenia, Polonia,Ungheria, Romania, U.R.S.S., Cina, Corea del nord, Vietnam, Angola, Mozambico, Cuba ecc. ecc.. Ebbene, si contano decine e decine di milioni di morti.
Chieda sempre a suo padre se le dice nulla la “primavera di Praga” oppure Budapest nel 1956, foibe, tanto per fare solo tre esempi, relativamente recenti, ma sicuramente emblematici.
Allora la questione in cosa si pone? Si pone in termini di coerenza, di coerenza intellettuale innanzitutto. Non si può rifiutare il concetto che si possa condannare per delle idee, e quindi opporsi a chi lo fa senza guardare prima in casa propria. Gli esseri umani uccisi dall’ideologia comunista, oltre che quantitativamente, sono anche qualitativamente inferiori? Direi proprio di no: a- da un punto di vista quantitativo, ripeto, si tratta di decine di milioni di vittime; b- da un punto di vista qualitativo ogni essere umano ha la stessa identica dignità. E allora come può suo padre affermare che ci siano state centinaia di migliaia di vittime dell’Inquisizione senza riportare prove storiche a supporto ed ignorare le vittime della sua ideologia? Ma per caso suo padre, oltre che superintegralista, è un NEGAZIONISTA?
Ripeto: non bisogna guardare la pagliuzza nell’occhio del prossimo senza aver tolto la trave nel proprio occhio. Il solito modo becero di andare contro la Chiesa e contro la storia.
Suo padre, tra le varie cose, ignora che nel 1998, quando il Papa Giovanni Paolo II ordinò che fossero aperti gli archivi segreti dell’ex Congregazione del Sant’Uffizio, fu presentato nella sala stampa dal Vaticano dal prof. Agostino Borromeo il libro dal titolo “L’Inquisizione- Atti del Simposio Internazionale”. E da questi archivi risultò che su 100.000 processi intentati sia da tribunali ecclesiastici che da tribunali civili, sempre in merito all’Inquisizione, la pena capitale fu inflitta da tribunali ecclesiastici solo 4 volte in Portogallo, 59 in Spagna e 36 in Italia. Allora, sempre se la matematica non è un’opinione, la somma di 4+59+36 da il risultato di 99. Dico 99. Le CARTE GIUDIZIARIE dicono dunque 99, suo padre “centinaia di migliaia”. A chi dobbiamo dar retta??? Se poi sua padre ci fornisce altri dati, siamo sempre a disposizione. Al momento non l’ha fatto. Perché? I misteri della vita!!! Nel caso di Giordano Bruno, questi fu condannato a morte da un tribunale civile, non per motivi religiosi, ma per reati gravissimi commessi dal Nostro. Devo ripeterlo? Spionaggio, intrighi politici, atti sovversivi, alto tradimento. Reati puniti a quell’epoca, dalle legislazioni TEMPORALI (significa LAICHE, non consacrate o religiose) con la pena di morte. Suo padre fa dell’ironia sull’Arcivescovo di Capua Bellarmino che fino all’ultimo tentò di convincere il Bruno a ritrattare, onde evitargli la morte. Come si dice: và a fa o’ ben….!!!
Facciamo così guardi: siamo in periodo di Quaresima, un periodo di riflessione, di silenzio che ci fa rientrare in noi stessi. Dica a suo padre di riflettere un pò e ne riparliamo dopo Pasqua.
“State buoni…se potete”
egregio stefano, ma vi è mai passato per la testa che è silvio (ora lo è invece monti con la sua destra economica, tecnocratica, bocconiana, liberista, mercatista, teutonica, che non è tanto ma è pur sempre qualcosa di diverso dal credo comunista e cattocomunista) ad incarnare, il pensiero di tanti pensatori liberi e non viceversa? che siamo, dunque, noi a guidarlo e non vivecersa ? come vi spiegate, altrimenti, i voti che ha sempre conquistato? e non venite a raccontarci che anche voi credete alla favola delle televisioni.
esimia associazione marcianise s’è desta, e carissimo tommaso tartaglione, purtroppo impegni lavorativi (voi non ne avete?) mi tengno lontano dalla tastiera. prego voler attendere qualche ora per conoscere, per quel che può valere, “come la vedo io” sulle questioni sollevate. questioni non di poco conto visto che investono l’atavica dicotomia tra spiriti libertari e liberisti e, purtroppo, il benessere di ogni singolo uomo di questo mondo, ma la questione andrebbe allargata a tutta Gaia stessa.
comunque mi farò leggere, non vi mancherò molto.
vi voglio bene
ste’
p.s. approfitto dell’occasione per fare coming out sul nick sceltomi per dialogare con l’associazione m. s’è d.
come direbbe l’eroe dei film con i buoni ed i cattivi: spero che un uomo faccia lo stesso.
ste’
lasciate da parte il coming out, fossifoco, non serve. a noi piace così e basta. il nostro così come il vostro. piuttosto, a proposito dei liberali e liberisti, abbiamo solo il dovere di aggiungere che, per dovere di cronaca, non tutti tra i nostri adepti sposano il credo liberista montiano. ci sta, tra noi, chi vuole una destra, popolare, nazionale, mediterranea, comunitaria, politica, sociale, tradizionale.
e il pdl, così come ha fatto la dc di una volta, con angelino alfano ( è di oggi il suo coming out del partito contro i matrimoni omosessuali e il fare figli per favorire la ripresa economica) può ben compendiare le due anime. non vogliamo, infatti, tra noi, liberi e scapoli o che sposano i loro rovesci( leggi comunisti e sinceri democratici) . ma nemmeno diventare, vita natural durante, macchine celibi ( e i tecnici lo sono).
w tommaso tartaglione!!! w la libertà !!! w la destra!!! w il mitico pdl !!!! w marcello dell’utri cofondatore di forza italia !!!!