“Cari concittadini,
come sicuramente saprete, il consiglio comunale di Marcianise è stato sciolto su decisione dell’autorità centrale. Per tale effetto, l’amministrazione da me guidata è stata dichiarata decaduta. Tutto questo per presunte pressioni esercitate sull’attività amministrativa dalla criminalità organizzata. Si tratta di accuse che gettano un’ombra sull’intera città, offendendo non solo me – che ho avuto l’onore di guidare la città negli ultimi sette anni – ma l’intera nostra comunità.
Non conosco ancora le motivazioni precise di un così grave provvedimento ma sono pronto, fin d’ora, a contestarle nelle sedi dovute, convinto come sono della loro infondatezza. Non intendo qui sottolineare le ragioni mie e della mia amministrazione, ricordando la costante, convinta e determinante azione a difesa della legalità e per il contrasto alla camorra: lo farò nelle sedi dovute e ne renderò conto pubblicamente, appena gli strumenti previsti dalla legge mi consentiranno di farlo. Senza polemiche, evitando e respingendo le strumentalizzazioni che si nascondono dietro i frammenti di verità, alimentate dalla odiosa pratica degli esposti anonimi, con la forza dei giusti.
Mi preme ora, qui con voi, sottolineare che la nostra comunità è storicamente, antropologicamente, estranea alla cultura camorristica, nonostante il tentativo di accomunarci a realtà ben diverse e distanti dalle nostre. E mi preme ricordare che l’azione pubblica da me intrapresa a favore della legalità è stata pubblicamente riconosciuta negli anni, ben oltre i confini locali, e ancora adesso riscuote attestazioni anche tra alti funzionari dello Stato.
Sono stordito e disorientato io per primo per quanto è accaduto in queste settimane e anche per questo vi chiedo scusa per il ritardo con cui mi rivolgo a voi. Mi risulta difficile capire le ragioni che hanno determinato questo attacco forte, senza precedenti, immotivato, alla nostra città e alla nostra comunità. Ma sono sicuro che un giorno non lontano riuscirò a comprendere quanto è realmente accaduto e quali sono le ragioni vere sottese ad un così grave provvedimento: vi informerò con chiarezza e determinazione, statene certi. Ho l’obbligo di difendere non solo il mio onore, perché – lo grido ora e lo ripeterò in ogni sede – non ho mai favorito i camorristi, ma li ho solo contrastati con tutte le mie forze, subendo conseguenze per me e per la mia famiglia. Ho anche e soprattutto l’obbligo di difendere l’onore dell’intera città, di voi concittadini: non meritate, non meritiamo un marchio che vogliono a tutti i costi affibbiarci.
In questa difesa utilizzerò tutte le mie forze, le stesse con cui mi sono battuto – in questi ultimi sette anni – per contribuire al progresso civile di Marcianise, città con problemi ma anche con grandi potenzialità, fino a proiettarla su uno scenario addirittura internazionale. Ho l’orgoglio per quanto ho fatto, sono offeso per quanto ci hanno fatto.
Non arretrerò di un millimetro fino a quando non emergerà la verità, perché siamo tutti insieme parte di una comunità laboriosa che non merita il fango. Difenderò il mio onore, il vostro onore. Statene certi: non mi fermerò, non mi fermeranno”.
Filippo Fecondo
Caro Sindaco, la tua onestà e l’indiscussa professionalità ed i sentimenti vivi che ti legano alla tua città, (nostra) prima che come cittadino e poi anche come rappresentante di tutta la comunità ti vengono dal profondo senso di onesta e di grande uomo politico che tu sei, grande mattatore di idee nuove per lanciare nell’olimpo dei grandi la nostra città.
hai l’obbligo ed il dovere morale verso tutti noi e te stesso, di agire nelle sedi opportune perchè la nostra grande comunità non merita tanto. forse qualcuno che vive a marcianise figlio di questa città a pensato bene di volerla far rimanere sempre con la sua cultura contadina sperando che si abbassi sempre la testa a votare e non si protesti se i servizi e le opere mancano. allora c’è veramente qualcuno che vuole far aretrare marcianise, io dal conto mio e diversi dei miei amici ti appoggiamo in pieno nella tua azione di far valere tutti i diritti di una città rinomata in tutta la regione campania, ma non solo da oggi pure penso da prima che nascessi io e pure tu. saremo pronti come cittadini a dimostrare l’onestà e l’integrità di tutt noi
grazie per quello che hai fatto e ancora stai facendo e contunrai a fare…………..
Ho letto con interesse la lettera aperta ai cittadini scritta dal Sindaco Filippo Fecondo. Ne apprezzo certamente l’orgogliosa difesa del proprio operato, che sarà valutato politicamente – cionondimeno – dai cittadini, il popolo sovrano cui spetta di esprimersi sulla cosiddetta responsabilità politica.
Ne avevo – nell’incipit – ammirato anche il tono contenuto nei confronti delle Istituzioni centrali, laddove il Sindaco Fecondo si riserva di far valere nelle giuste sedi le sue ragioni, che lo libererebbero da qualsivoglia addebito (di natura, rammento, non personale ma collettiva, come afferente all’intera Giunta e al Consiglio Comunale) e dall’infamante valutazione amministrativa che il Consiglio dei Ministri ha effettuato nell’ambito dei suoi poteri preveduti ex art. 143 T.u.e.l.
E’ giusto e persino doveroso che un amministratore affermi la propria estraneità a partecipazioni camorristiche nella sua Giunta, per tranquillizzare la cittadinanza e per rispetto della sua medesima persona. Se la coscienza glielo suggerisce, ha ragione a dichiararlo davanti ai cittadini e a implementare le sue difese dinanzi agli organi giurisdizionali dello Stato (nel caso di specie il Tribunale Amministrativo Regionale).
Non condivido più il percorso logico del Primo Cittadino nei passi successivi della sua emotiva missiva.
Pur in principio avendo premesso di volere osservare il self restraint che compete agli amministratori (di nomina elettorale o concorsuale) eccede i limiti dello stesso paventando insidiose congiure in suo danno. Non è conforme all’abito di un uomo delle Istituzioni lanciare sinistre accuse imprecisate alla volta – giustappunto – degli enti e degli organi che hanno reso provvedimenti a suo detrimento. Come il Sindaco stesso dimostra di comprendere e sapere, nei punti più ragionevoli del suo scritto, vi sono le giuste sedi ove esplicare le proprie ragioni; un’autoreferenziale apologia che peraltro avanza pesanti insinuazioni a carico dell’autorità prefettizia e poi del Ministero degli Interni e del Consiglio dei Ministri e per finire del Presidente della Repubblica mi pare anzitutto poco credibile, e poi eccentrica se non (abusando di un’espressione della procedura penale) abnorme. In somma: è comprensibile, giusto e doveroso che il Sindaco ci tranquillizzi sulla sua fiducia circa il suo operato; il più, è del demonio.
Un altro giuoco retorico mi è poco piaciuto; e cioè il voler ragguagliare le sorti della Città alle sorti della sua Amministrazione comunale. Altro è il concetto di Comunità (non giuridico); altro il concetto di Ente Territoriale (concetto giuridico, il Comune); altro il concetto di organo amministrativo (la Giunta Comunale, il Consiglio Comunale; concetti anch’essi de iure).
Orbene, sciolta per infiltrazione camorristica non è la Città, la Comunità di persone laboriose di cui il Sindaco parla, e a ragione; e neppure la Persona Giuridica di carattere pubblicistico, il Comune di Marcianise; sciolta è la sua Giunta, il suo Consiglio Comunale. Ora, non è ragionevole e non è responsabile voler accomunare alle proprie sorti (giuste od ingiuste che esse siano) le sorti della Comunità; per raccogliere simpatie, il Sindaco non può affermare che questo provvedimento ridondi in disdoro di noi tutti. Io non me ne sento offeso, né disonorato. E penso nessuno dovrebbe. Non è un’onta per la Città; è un’onta sua (del Sindaco, della Giunta, del Consiglio) e io spero – sinceramente – un’onta ingiustamente patita che il T.a.r. provvederà ad emendare. Cionondimeno, scatenare una guerra morale tra la Comunità locale e lo Stato non serve a nessuno, ed è – per quanto interessa a un appassionato di diritto – concettualmente improprio. Non c’è diffamazione per nessuno; c’è solo un procedimento secundum legem svoltosi ed esitato in un provvedimento di scioglimento; i rimedi qualsiasi giurista li conosce. Non griderei allo scandalo a meno di non avere nessuna fiducia nella Repubblica e nella riparabilità degli errori di qualsiasi organo amministrativo (segnatamente, Ministero degli Interni e Prefetto); e non può essere questa posizione qualunquista quella del Sindaco Fecondo che ha retto la Città per ben 7 anni. Allora, nonostante il comprensibile stato d’animo per la presunta ingiustizia subita, il Sindaco non deve cedere alle facili tentazioni di demagogia e dietrologia.
Mi permetto un’ultima polemica: l’antropologia del marcianisano è complessa assai, e forse nessuno è in grado di scriverci un trattato come s’è fatto per gli aborigeni. Ma io non appartengo alla schiera degli struzzi e so almeno che in mezzo a tante persone perbene ci sono tante mele marce, ed in quantità ben superiore alla media nazionale e persino regionale e provinciale. Basti considerare le infinite inchieste della Procura di SMCV nonché della DDA di Napoli inerenti al nostro territorio nonché la sconcertante realtà di vessazione che conosciamo sulla nostra pelle, in special modo i nostri imprenditori industriali e commerciali.
Non è con facili patriottismi localistici che si combatte il nemico, questa abominevole serpe che coviamo in seno.
Gabriele Trombetta
gabriele ti invito ad essere meno prolisso e più sintetico. Vorrei far riflettere i lettori su un fatto. Nelle motivazioni si parla di andamento elettorale “influenzato in maniera significativa” dalla malavita organizzata che ha “festeggiato” la vittoria alle elezioni con un noto politico di maggioranza. E scusate se è poco…
Egregio Filippo Fecondo, mi scusi l’irriverenza ma mi farebbe piacere sapere chi Le ha ri-consegnato l’autorità di parlare per nome e per conto di un’intera comunità oggi, semmai, offesa da Sue (e di pochi altri) scelte. Lei è stato correttamente votato ed eletto, per due mandati consecutivi, a primo cittadino di Marcianise. Per due volte raccogliendo consensi. Per due volte raccogliendo successi. Politici e personali. Stop. Il resto è storia di questi giorni. Sono le somme, stavolta non positive, che è costretto a tirare. Il Suo entourage era ed è composto da persone a Lei- suppongo- note da qualche tempo. Le cui decisioni peraltro, non avrebbero dovuto sorprenderLa. Ed il cui modus vivendi nemmeno- penso- Le sia mai sfuggito. Oggi colgo dai suoi interventi una ingiustificabile rabbia contro una persona (la dott.ssa Stasi) che in questo territorio, ai tempi dei fatti in oggetto, era e rappresentava le Istituzioni. Non commetta anche Lei l’errore di gridare al complotto sminuendo e mortificando uno Stato già troppe volte lontano. Accetti con serenità le conseguenze- per ora sì-mortificanti per la Sua persona, così come qualche anno fa accettava i successi. Immagini come può invece sentirsi questa bistrattata comunità che paga uno soctto altissimo senza mai aver avuto, come Lei, il privilegio di sedere nei posti dove si decide. Dove si è deciso e, forse, si è sbagliato.
C’è qui tanta di quella gente per bene che vive e lavora con correttezza che forse non si farebbe nemmeno a tempo a contarla. A Marcianise si vive, si lavora e si continua a non essere padroni dell’aria che- purtroppo- siamo ancora costretti a respirare. Pensi a questo scempio. Pensi all’estate che incombe ed al caldo che sta arrivando. E prima ancora di ricorrere ai magistrati eliminare questo “sospetto odor di malaffare” che aleggia tra i politici della città, mi auguro si ricorra altrettanto in fretta alla magistratura per eliminare il marcio costante che appesta la nostra aria. Che mina le nostre vite.
Come sempre mai sconfitti,
Myril
Quei contadini che hanno visto espropriati i propri terreni per quattro soldi perchè pensavano che su di essi sarebbe stato realizzato lo scalo merci e poi li hanno visti rinvenduti alla società che ha costruito il centro Campania, non possono non sospettare qualcosa. Anche se sono contadini non sono ignoranti, hanno anche loro la capacità di pensare…e che ti pensi caro sindaco!
Facciamo il “mea culpa”: non abbiamo capito niente!
Filippo Fecondo e tanti altri lo sanno: i miei giudizi politici non li mando mai a dire, li esprimo direttamente.
Il giudizio mio politico, e solo politico, che esprimo su Filippo Fecondo, sindaco di Marcianise per 7 anni è negativo.
Non è la prima volta che l’ho detto e l’ho fatto anche “Caesare imperante”.
L’occasione, questa volta, mi è data da una sua lettera, pubblicata su “Procope”, un giornale di Marcianise on line.
“Sono orgoglioso del lavoro che ho svolto a favore della collettività” e “l’Amministrazione da me guidata ha prodotto risultati in alcuni campi ineguagliabili”, scrive Fecondo, dimenticando che le nostre azioni non possono essere mai giudicate da noi stessi e che sulla barricata degli amministratori ci possono essere cervelli efficienti quanto il suo, capaci di dare giudizi disinteressati.
Sono “ineguagliabili” i lavori di pavimentazione con basoli di alcune strade, rifatte così male che ti sorge il dubbio che stavano meglio prima?
Sono “ineguagliabili” i “pruriti di marzo” di malintesa modernità che hanno prodotto il restringimento di alcune importanti strade, il giocattolo “Pilomat” e le “comodissime” panchine di Piazza Umberto I? Forse, si!
Bernard Shaw era solito dire: ” Sarebbe un commercio vantaggioso comprare gli uomini per quello che valgono e rivenderli per quello che credono di valere”.
La nostra Città, ex mio compagno di lotta e di sogni utopistici, è difficilissima da governare e da trasformare ed io, per quanto “ineguagliabili” siano stati i risultati della tua Amministrazione, mi ostino ancora ad aspettare il Messia!
Non può essere questo lo spazio per parlare della altre “ineguagliabili” tue realizzazioni, sulle quali non voglio mettere lingua, perché non sono stato “dentro alle segrete cose”. Consentimi, però, da comune cittadino, di dare un giudizio complessivo sul tuo operato “umano” di sindaco.
Di questo giudizio sono più convinto di quanto tu lo sia per il bene che hai fatto alla nostra collettività e per i risultati “ineguagliabili” della tua Amministrazione.
Sei stato capace di burocratizzare la politica, di trasformare il Palazzo del popolo in un maniero di Don Rodrigo, hai “ucciso” quel residuo di partecipazione che a malapena la Città conservava, hai cercato di imporre la museruola a chi non la pensava come te e, convinto epigono di un decisionismo craxiano, hai ammutolito gli organismi istituzionali, fucina e sintesi del collettivo pensante.
E sono sicuro, ex compagno di lotta e sogni utopistici, che il venticello della maldicenza, che pure c’è stato, non poteva produrre quello che è successo: i guai in cui sei incappato, a torto o a ragione, sono arrivati perché c’era uno scollamento tra la Città ed il Palazzo: nessuno avrebbe osato rompere un feeling tra amministrati ed amministratori; chi l’ha fatto sapeva bene che il feeling non c’era.
Aspettiamo un altro Messia!
Cordialmente
Alberto MARINO
Il professore Alberto Marino,nonostante i sette anni di dissenso, anche alle ultime elezioni amministrative ha votato Filippo Fecondo.
Sul giudizio che Fecondo sia stato un signor Sindaco assolutamente accentratore ed esclusivamente preoccupato di fare il gioco della sua piccola squadra è realtà concreta sotto gli occhi di tutti.
E’ sotto gli occhi di tutti il suo attegiamento superbo e distante che nei sette anni di mandato mai egli ha provato a limare o smentire.
E’ un dato netto la sofferenza di tanti che l’anno avvertito distante e superbo.
Daltronde, la sua storia non lascia affiorare la figura di trascinatore, di politico attento a quel rapporto umano che un sindaco dovrebbe mostrare dall’alto del suo trono.
Ma che Alberto Marino, adesso, voglia cogliere l’occasione per rendersi più visibile alla citta e, politicamente speculare sulle incapacità del sindaco Fecondo, mi sembra francamente guerra tra poveri per quattro briciole di potere.
Suggerirei al prof. Marino una profonda riflessione, anch’egli dall’alto della sua superbia intellettuale, (un po troppo arzicocolata) che in tanti anni di trascorsa politica altro non ha prodotto che chiacchiere nel salotto rattrappito delle superflue ideologie.
Quanto sia servito il compagno Marino e la politica comunista in questa città è una domanda a cui è difficile dare risposta.
Caro Prof. Alberto Marino, i tempi sono cambiati.
Il compagno Bertinotti si bacia con la burrosa Valeria Marini e Fidel è ormai un personaggio da cartolina, il compagno di un tempo Alfredo Bondi è portavoce di Berlusconi.
Mi creda è faticoso darle retta se le argomentazioni proposte sono quelle fin qui espresse.
Delle due lune o Lei cerca di rappresentare una politica di vero rinnovamento, oppure scelga altri palcoscenici, non quello politico, altrimenti il suo risulta un inutile belare sulle ferite profonde di questa città.
Grazie.
Ritengo che i compagni di merenda debbano esimersi dal commentare l’operato dell’ex sindaco. Tale giudizio spetta alla cittá e alla storia.
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Conosco il prof. Marino da tempo, e da avversario politico.L’ho sempre stimato, non ho mai messo in discussione la sua onestà politica, ho sempre apprezzato lo spirito caustico con cui sdrammatizza, senza banalizzarli, i problemi.
Non è mai stato compagno di merende di nessuno; al momento, è stato capace (come il compagno Kruscev) di battere la scarpa sullo scranno.
E’ certamente uomo di sinistra, regione geografica attualmente percorsa da forti perturbazioni.
Sono però convinto che se tutti fossro stati come lui, oggi non ci sarebbe alcuna questione morale.
Un solo limite io gli ho sempre trovato, ed affettuosamente lo propongo: amante del bel gesto e dello spiritoso calembour, talvolta perde di vista gli aspetti concreti dell’agone politico.
Voto: 9 (anch’io, come già detto, ho votato Fecondo; anch’io compagno di merenda?)
Marza
Che Fecondo sia stato un fallimento totale è un dato oggettivo, ormai assimilato anche dale pietre. Raffaele Cutolo diceva che “l’epoca dei fessi è finita”, forse aveva ragione. Ovviamente tale affermazione viene applicata sul piano squisitamente politico. Non esiste più che nella città di Marcianise deve ragionarsi con la pancia e non con la testa, d’altra parte la nascita di partiti e dipartimenti nei partiti la dice lunga sulla ribellione e sulla voglia di fare per la città. Addio Fecondo, addio Squeglia, addio Zinzi, avete fatto la vostra parte, e i risultati sono sugli occhi di tutti. Non perdono a Fecondo la sue scelte fatte in solutidine, per non aver coinvolto un consigliere, un assessore, un soggetto qualunque, sempre da solo con il suo autista, distante almeno cento metri a trattare con il polo industriale, non perdono Squeglia per aver detto sempre il contrario di quello che pensava, non perdono Zinzi, per essere sceso sempre a compromessi con il gatto e la volpe, ovvero Fecondo e Squeglia.
Un invito, ragazzi di tutta Marcianise risvegliatevi come state facendo, ormai la piazza è tutta vostra, e non vendete la città a Napoli (Bassolino)e ad Avellino (De Mita)per quello che ancora resta. La verità.
D’accordo con Alberto Marino e con altri. Sono un parente di Donato Musone, in questo contesto vorrei che la redazione riportasse le due Lettere Aperte “Sui i Diritti dei Cittadini” indirizzate al Sindaco Filippo Fecondo, ai Consiglieri Comunali ed altri; la prima a firma di Pio Iannitti, Paolina Abbate e Donato Musone protocollata al nr.6558 del 5 ottobre 2004 e la seconda a firma di Donato Musone protocollata al nr.4206 del 16 maggio del 2005. A DONATO MUSONE (mio parente) gli voglio dire: DEDICATI ALLA CULTURA e lascia perdere la poltica…ti vuoi svegliare..sei grande..hai fatto tanto e non hai ancora capito niente…anche tu hai votato e fatto votare (solo) per il secondo mandato Fecondo, vero!!! forse credevi veramente al progetto politico di Gaetano Marchesiello!!??..Donato lascia stare i tuoi parenti e amici,capito, non coinvolgerli in più in politica … con stima Michele Santoro
Anch’io ho votato Fecondo, ed assolutamente non mi sento compagno di merenda come la quasi totalità dei suoi elettori, evidentemente qualche altro si.
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Intervengo solo per precisare che la lettera aperta che caffè Procope pubblica oggi è del marzo 2008,pochi gioni dopo lo scioglimento degli organi amministrativi della città. Non si conoscevano, allora, i contenuti della Relazione della Commissione d’Accesso che oggi, almeno nello stretto ambito del Ricorso Amministrativo, sono noti. Ribadisco tutte le perplessità e i sopspetti che allora ebbi modo di esprimere rispetto ad un atto così grave, che si basa su presupposti falsi, dettati da anonimi e interessati suggeritori e vagliati in modo superficiale e politicamente indirizzato dai vertici della Prefettura di Caserta.
Illustre sindaco,che per anni hai rappresentato la nostra città il tempo della campagna elettorale è finito!Smettiamola di infierire ancora su una città oramai allo sbando.Tu e alcuni del centro sinistra dovete uscire dalla scena e non dovete neanche parlare più della politica nostrana!Troppi danni sono stati fatti e poche soluzioni trovate.
Egregio Sindaco Fecondo
nessuno più di lei sa quanto sia difficile stare dietro le cose di questa città, cosi assurda ed estrema.
La levatura politica di un uomo è tale quando più profonda è la capacità di penetrazione nei veri problemi della città.
A tal proposito si rilegga l’intervento acutissimo di Michelangelo Giovinale (publicato su queste pagine) relativo alle difficoltà che la sua città mostra nel garantire le forme più elementari di crescita e di vivibilità.
Vorrebbe tornare a rifare il sondaco dopo sette lunghi anni? Ma ne è davvero certo? e per fare cosa?
E’ imbarazzante il suo intervento: la sua faraonica convinzione nell’aver fatto cose che nessuno riesce a toccar con mano.
In verità non è solo lei imbarazzante, lo sono in molti, la lista è davvero lunga e va molto dietro nel tempo.
Non creda che in città siano tutti distratti e superficiali, non creda nemmeno che chi scrive sia di sponda politicamente opposta alla sua.
Nella sua elezione a sindaco di questa città c’è anche il mio voto.
Adesso, dimostri almeno di avere sensibilità, si tolga dalla scena politica senza far rumore, senza necessariamente dover vestire il costume di salvatore della patria.
La misura è davvero colma, lo dica anche agli amici Squeglia e Zinzi che sono stati gli unici veri interlocutori nei lunghi e stristissimi sette anni del suo mandato.
Non essendo un frequentatore degli ambienti politici e volendo essere politically correct non sono in grado di dichiarare la mia completa adesione (ma sono molto tentato) al ragionamento di Marino.
Tuttavia immaginando le eventuali magagne che inevitabilmente vengono generate, purtroppo sono uno che non riesce ad abituarsi all’idea che cio’ che si vede in giro possa essere la normalita’.
Ho visto molti posti del nostro pianeta e mi sono reso conto che la mia terra, parlo da campano, e’ veramente a livelli da terzo mondo
Questa mia condizione non mi fa’ vivere felice.
Io capisco che da noi non e’ facile amministrare la cosa pubblica, vuoi perche’ le pressioni sono esagerate, o anche perche’ purtroppo esiste ancora una percentuale di persone che non hanno cognizione del vivere civilmente e che continuano ad usare la furbizia come modus vivendi, ma non riesco ad accettare che si continui ad offendere l’intelligenza di quelli che l’intelligenza la sanno usare.
Ho abbandonato da molto tempo le battaglie e le aspettative di un mondo migliore e piu’ giusto.
Ho chiuso le mie ideologie nel mio intimo e sono diventato realista, cosciente che l’essere umano e’ pieno di difetti e per questo il modello di societa’ che sogno e’ irrealizzabile.
C’e’ bisogno di una vera e propria rivoluzione culturale dove i buoni principi e i sani valori devono essere diffusi coi fatti e non con le chiacchiere.
Per migliorare la societa’, bisogna che migliori la sua materia prima cioe’ l’uomo.
I politici, devono essere i primi a dare il buon esempio.
Dovrebbero almeno evitare di fare debiti con la bocca…………
ragazzi svegliatevi!!!!!!!!!!!!!!!!
io alle prossime elezioni proporrei una lista di giovani nn legati ad alcun partito per un profondo rinnovamento della classe politica locale!
RISPOSTA A DIOGENE
E’ mio costume non mandare mai a dire le cose nascondendo le mie generalità. Nel caso specifico, non riesco ad identificare il “nostro DIOGENE”, se non ricorrendo ai miei ricordi scolastici nei quali mi appare questo nome. Lo stesso, se non sbsglio, sarebbe morto quasi venticinque secoli fa.
In riferimento alla mia “superbia intellettuale”, magari ne avessi avuta! E’ triste verificare che continuano ad esserci individui che, pur di favorire l’amico in disgrazia, “arzicocolano” senza curarsi eccessivamente delle sensibilità altrui. Lo fisso come un principio fondamentale: sono disponibile a colloquiare con gli altri, solo e solamente, senza ricorrere a pseudonimi!Se avessi conosciuto Diogene, avrei agevolmente risposto al “filosofo” in modo più appropriato e segnatamente mirato.
Accetto l’invito di Marino e svelo la mia identita’.
Mi fimo gipsy perche’ giro (soprattutto lavoro) per il mondo!!!
Sono molto interessato a tutto cio’ che puo’ dare una svolta al nostro destino.
Sono fermamente convinto che il nostro popolo, quello del sud in generale, dovrebbe dare un taglio netto alle cattive abitudini e riscattarsi definitivamente.
Ai tempi di internet, non dovrebbe essere molto difficile.
Proviamo a dare ai nosri figli una buona educazione!!!
Pino Borrelli
Caro professore Marino, adesso che conosci l’identità del caro Gipsy, la tua esistenza è cambiata ? ti senti forse un pò più sollevato ? quello che ha espresso rimane !! le parole per avere senso non sempre devono avere un volto o un nome.
Come è vero che spesso gli stolti guardano il dito e non la luna.
vs facebook