Ha compiuto lo scorso 5 novembre i suoi primi novant’anni. Antonio Madonna, classe 1934, una vita intera trascorsa tra politica e lavoro, ha la vitalità e l’energia di un ventenne ed ogni volta che lo incontri ha una storia ed una vicenda locale da raccontare che tira fuori dal suo prezioso cofanetto della memoria. Originario di Capodrise e residente a Marcianise, viene da una famiglia di estrazione popolare, con una madre che faceva l’ostetrica condotta del Comune di Marcianise. Fu il papà, che aveva combattuto nella prima guerra mondiale ed era stato anche prigioniero, a portare avanti la famiglia di cinque figli poiché la madre muore prematuramente. Un evento che accelerò la maturità del piccolo Antonio, che aveva solo 9 anni, e che lo costrinse a fare di necessità virtù, imparando a cucinare per sé e per la sua famiglia oltre che a gestire, insieme ai fratelli, la casa.
“Nel 1944 – ricorda Antonio Madonna – con l’arrivo degli alleati a Marcianise si costruirono diversi accampamenti. Mio padre, che era stato in America, faceva da interprete facilitando la comunicazione tra la comunità locale e gli angloamericani. Sul sagrato della chiesa di San Pasquale, l’attuale Piazza Buccini, c’erano i militari inglesi con le tende canadesi. Nel “vecchio asilo”, il Palazzo Novelli, c’erano gli indiani, mentre i militari francesi stanziavano all’interno del Palazzo Messore, tra via Santoro e via Roma. Alla Madonna della Libera c’erano i militari italiani che avevano allestito anche un presidio sanitario. Al di là della ferrovia, in zona Macello, c’era una compagnia di soldati statunitensi che impiantò anche uno stabilimento, dove lavoravano anche persone di Marcianise e Capodrise, in cui si preparavano pacchi viveri che venivano inviati ai militari che combattevano al fronte”.
Una famiglia fortemente di sinistra la sua, a partire dal fratello maggiore Angelo, che fu un docente di matematica e poi un apprezzato preside scomparso qualche anno fa. Antonio abbraccia giovanissimo la fede politica e aderisce al Partito Comunista seguendo le orme del fratello. Nell’immediato dopoguerra si iscrive alla Federazione Giovanile del Partito Comunista Italiano (FGCI) di Caserta e diventa responsabile per la sezione di Capodrise. Segretario PCI della federazione di Terra di Lavoro era, all’epoca, Giorgio Napolitano (1951-57), che diventerà poi l’undicesimo presidente della Repubblica dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015.
“Fu Napolitano – spiega Antonio Madonna – che mi consegnò, in comodato d’uso, un Motom, cioè una motoretta molto resistente ed in voga in quel periodo, affinché mi spostassi facilmente nei territori della provincia per fare proselitismo e aumentare il numero di iscritti alla FGCI”. Ma il riferimento politico principale per Madonna fu Giuseppe Capobianco (1926 – 1994), primo segretario provinciale della Federazione Giovanile Comunista, storico, funzionario di spicco e membro della commissione nazionale di controllo del Pci, autore di numerosi saggi sulla Resistenza. “Peppino Capobianco – racconta Madonna – propose di aprire una sezione della FGCI a Marcianise. Rispetto a Capodrise, considerata una roccaforte rossa il cui primo sindaco nel dopoguerra fu il comunista Pasquale Jenco, a Marcianise dominava la Democrazia Cristiana e quindi c’era bisogno di rafforzare il partito in città”. Antonio Madonna fu un attivissimo militante di sinistra e si impegnò fortemente alla propaganda contro la “legge truffa” del 1953, lavorando giorno e notte, insieme agli altri militanti, per contrastarla. Nel 1954 dovette lasciare la FGCI per evitare problemi al fratello Giuseppe Armando che stava per entrare nella Marina Militare, poiché i comunisti all’epoca venivano schedati dalla Prefetture.
“Ricordo con grande gioia – spiega commosso – quando organizzavamo il campeggio a Scauri, nel basso Lazio, a cui partecipavano i ragazzi della gioventù comunista ma non solo. Per racimolare i soldi per la vacanza andavo a lavorare nella ripulitura dei canali dei Regi Lagni utilizzati per la macerazione della canapa. Fu un ingegnere di Marcianise, proprietario a Scauri di una villa, che ci fece avere un piccolo spazio per potervi impiantare una tenda. Allora non c’erano lidi organizzati ma solo sabbia e natura. Partivamo da Capodrise con le chitarre cantando “Bandiera rossa” e cambiando più pullman si arrivava finalmente al mare. Nel nostro gruppo l’unico non studente era Luigi Pontillo. Classe 1925, Pontillo aveva fatto il partigiano ed era un convinto idealista, autodidatta e con una incrollabile fede comunista. Faceva il postino a Marcianise ed era stato selezionato per partecipare al programma televisivo “Lascia o raddoppia?” poiché conosceva tutto sulla Rivoluzione d’Ottobre in Russia del 1917. Diverse volte Napolitano aveva pranzato e dormito a casa sua. Una volta – ricorda divertito Madonna – al campeggio ci venne a trovare l’allora sindaco democristiano di Scauri e Luigi, con la sua verace ed appassionata verve fu talmente provocatorio che rischiò di farci cacciare dal campeggio”.
A caratterizzare la vita lavorativa di Antonio Madonna è stata la sua esperienza con l’Azienda Tabacchi italiana, una società che si occupava delle attività connesse alla produzione, lavorazione e commercio del tabacco, sale e chinino. “Entrai nella sede di Santa Maria Capua Vetere come operaio – spiega – nel maggio del 1958. Dal lavoro di campagna passai poi all’area amministrativa poiché ero in possesso del diploma di perito commerciale. Non fu facile farsi spazio anche perché all’epoca, senza lo Statuto dei Lavoratori, potevi essere licenziato addirittura “per indesiderabilità”. Il primo gennaio del 1960 fui promosso “equiparato”, un livello intermedio tra operaio e impiegato. Nel ’62 partecipai ad un concorso interno all’azienda e arrivai primo in tutta Italia diventando impiegato d’ordine. Fui promosso aiuto contabile e, in seguito, capo contabile. Nel 1966 fui promosso direttore amministrativo e poi direttore del personale. Avevo maturato una grande esperienza nei rapporti umani visto che avevo occupato tutte le posizioni gerarchiche a partire dalla più bassa. Coltivavo un profondo e sincero rispetto per tutti i ruoli e questo mi fece ben presto raggiungere obiettivi aziendali importanti. Da dirigente ad interim passai a dirigente effettivo e, nel 1980, fui promosso direttore dello stabilimento. Quando dopo molti anni fui nominato Commendatore al Merito della Repubblica, per aver salvato una società di tabacco in Toscana, divenni direttore centrale, cioè direttore di tutti i direttori”.
Una vita, quella di Antonio Madonna, costellata di successi professionali ed esperienze umane preziose che lo rendono, inevitabilmente, figura di riferimento politica e memoria storica collettiva di Marcianise e Capodrise. Nonostante l’età e qualche acciacco, Antonio continua a dare un contributo alla sua famiglia oltre che alla nostra comunità, partecipando assiduamente a diverse iniziative politiche e culturali locali. È iscritto, tra le altre cose, all’Anpi di Marcianise, l’associazione dei Partigiani d’Italia, oltre a frequentare realtà associative e circoli tra Capodrise e Marcianise. È stato un piacere fare questa chiacchierata con Antonio ed è un privilegio godere della sua amicizia.
Alessandro Tartaglione