Nella serata di ieri, venerdì 14 febbraio 2025, Palazzo Tartaglione a Marcianise ha fatto da cornice a un evento speciale dedicato a Pino Daniele, con la presentazione del libro di Pietro Perone, “Pino Daniele: Napoli e l’anima della musica, dal Mascalzone latino a Giogiò”. L’evento ha visto una partecipazione attiva ed entusiasta del pubblico, desideroso di immergersi nella vita e nella musica del grande artista napoletano. Pietro Perone, capo redattore de “Il Mattino” di Napoli e autore del libro, ha dialogato con il giornalista Alessandro Tartaglione, offrendo al pubblico un viaggio attraverso la Napoli di ieri e di oggi attraverso le canzoni di Pino Daniele. Luigi Ferraiuolo, direttore di “Un Borgo di Libri”, ha introdotto l’evento.
Il libro di Perone non è una semplice biografia, ma un’esplorazione dei luoghi che hanno ispirato l’artista e un’analisi delle sue prime canzoni di denuncia. Si ripercorre lo storico concerto del 1981 con duecentomila giovani, le delusioni patite in una città che si è rivelata matrigna per Pino Daniele, fino alla sua decisione di allontanarsi. L’autore segue le orme di Pino Daniele nel suo canto di una città diversa e non omologabile, cercando di capire cosa è stato colto della sua lezione e cosa è andato perso. Il libro contiene anche una riflessione sulla violenza e sulle difficoltà della città, anche alla luce della tragica morte di giovani come Giovan Battista Cutolo. Tanti gli aneddoti, alcuni inediti, raccontati durante la serata, dagli esordi del cantautore nei Festival dell’Unità nell’entroterra campano, fino al grande successo di pubblico ed ai concerti in giro per il mondo.
“Il concerto del 1981 di Pino Daniele a Piazza del Plebiscito a Napoli fu un evento storico e significativo – ha spiegato Perone. Fu organizzato al termine di una manifestazione chiamata 100 giorni di teatro e di musica a Napoli. Ad organizzare fu l’amministrazione guidata dal sindaco comunista di Napoli, Maurizio Valenzi. “Ci si aspettavano circa 20-30.000 persone – racconta l’autore – ma la piazza fu invasa da circa 200.000 persone. Ragazzi dai quartieri e dalle province circostanti erano presenti con cartelloni che indicavano la loro provenienza. La RAI dovette interrompere le riprese a causa dell’enorme affluenza di persone che si arrampicavano su colonnine, lampioni e telecamere. Napoli quella sera sognò grazie a Pino Daniele e al suo supergruppo. Il concerto rappresentò un momento di unità e speranza per la città. Dopo il concerto, il “giocattolo si ruppe”, il supergruppo si sciolse e il sogno di cambiamento svanì. Tuttavia, il concerto rimane un simbolo di un’epoca e di un desiderio di rinnovamento per Napoli”. Questo ha portato lo scrittore a riflettere su quanto le parole di Pino Daniele siano ancora attuali e potenti. La serata ha visto un vivo interesse del pubblico, che ha potuto riscoprire la profonda connessione tra la musica di Pino Daniele e l’anima di Napoli.