Era il vero saluto alle amatissime festività natalizie, l’ultimo impeto di luci, spari e fiammelle, ma anche l’ultimo morso ai dolciumi della tradizione. “Cacciare” il Bambino era un’usanza sentita e diffusa in tutta Marcianise, ancora viva fino a qualche decennio fa. Un rito tutto domestico di commiato alla statuetta del Bambin Gesù prima che fosse riposta in scatola e in soffitta insieme alle altre figurine del presepe. Alcune famiglie ne facevano un vero e proprio rendez-vous, un’occasione per invitare amici e parenti, al punto che andare da quella Zia che ‘caccia o’ Bambino’ diveniva un appuntamento annuale per interi nuclei familiari.
La statuetta del Bambinello Gesù di quella famiglia veniva portata a mano (solitamente da un bambino o una bambina, ma anche da un capofamiglia) per la strada sotto casa, o nella corte o nel cortile, seguita dallo stuolo di familiari e invitati in una sorta di piccola processione privata, illuminata da ceri, fiammelle e fiaccole. “Stai in braccio alla Madonna e fare la nonna ninno fa”, “tu scendi dalle stelle”, ed altri ritornelli in tema erano intonati dai partecipanti.
Durante il piccolo tragitto, o al suo termine, non mancava lo scoppio di petardi e, rincasato il corteo, la cerimonia si concludeva con il rituale del bacio dagli astanti al Bambinello. La famiglia che organizzava spesso offriva dolci, rustici e bibite.
La “sciuta” o la “cacciata” del Bambino, e di conseguenza il pensionamento in soffitta del presepe, potevano avvenire il giorno dell’Epifania, ma al più la prima domenica dopo questa ed anche oltre. Infatti, secondo la tradizione cristiana, è il giorno della Candelora a segnare definitivamente la fine del Natale, ricorrenza che viene festeggiata il 2 febbraio, esattamente 40 giorni dopo il 25 dicembre.
La prima uscita del Bambinello era tradizione che venisse celebrata dai monaci del Convento dei Francescani di Marcianise. Secondo un’antica usanza alcantarina la statua veniva portata in processione dopo la messa dell’alba del primo giorno dell’anno. Il piccolo rito domestico e familiare era particolarmente caratterizzato a Marcianise, e non se ne trova menzione in altri luoghi del Meridione, tanto da poter essere annoverato tra le tradizioni tipiche della cittadina. Alcune famiglie che ‘cacciavano il Bambino’ erano celebri e il loro appuntamento molto atteso per la particolare bellezza della statuetta, o per la ricchezza del banchetto, o per l’ineguagliato fragore dei fuochi di accompagnamento. [nella foto la storica statuetta del Bambinello del Convento dei Frati Francescani di Marcianise risalente all’epoca borbonica]
Luciano Restivo
Alessandro Tartaglione