Primo decennale dalla scomparsa del musicista marcianisano Alberto D’Anna scomparso prematuramente il 10 gennaio del 2015 all’età di 52 anni (classe 1962). Alberto D’Anna è stato di certo il musicista più importante della Marcianise moderna. Comincia da bambino lo studio del rullante con il maestro Walter Scotti. Da Napoli a Roma e poi a Milano fino ad arrivare a Boston. Tra i suoi mentori vanta musicisti di fama internazionale come Horacio Hernandez e Steve Gadd con cui D’Anna fece un seminario. Oltre che batterista di jazz dal numero sconfinato di collaborazioni, era anche un etnomusicologo. Si laureò, infatti, alla Sapienza di Roma con il prof. Francesco Giannattasio, allievo di Diego Carpitella, studiando in particolar modo la musica africana del West Africa e del Centro Africa (etnie Ewe e Ashanti del Ghana). Alberto D’Anna vanta una lunga carriera di batterista per via di collaborazioni eccellenti con artisti del calibro di James Senese, Renzo Arbore, Tony Esposito, Adriano Pappalardo ed Eduardo De Crescenzo. È stato per moltissimi anni punto di riferimento di decine di musicisti, marcianisani e non, che volevano iniziare a seguire la carriera musicale. D’Anna, dotato di una tecnica eccellente, era molto conosciuto nell’ambiente musicale jazzistico nazionale ed a pieno titolo parte di quel movimento musicale che all’inizio degli anni 80 andava sotto il nome di “Neapolitan Power” di cui il principale rappresentante era Pino Daniele. Tra il 1984 e il 1986 è stato il batterista dei “Napoli Centrale” chiamato dal leader del gruppo James Senese. Nel 1987 entrò a far parte del gruppo “Lingomania” in sostituzione del batterista Roberto Gatto. Renzo Arbore lo volle con lui in Rai come batterista della sua orchestra nel fortunatissimo programma “Indietro tutta” (1987-88). Eterno studente del suo strumento, insegnante di percussioni, studioso, D’Anna ha dimostrato di essere un musicista tecnicamente ineccepibile, un fantasista ritmico dalle infinite sfumature, un drummer muscolare che rifuggiva dalle sinuosità del jazz “oleografico”. Come un pittore impressionista, D’Anna ha abbozzato una serie di attenti, vibranti ritratti delle sponde del “Mare Nostrum”, utilizzando materiali musicali di diversa estrazione, ma attraversati da una consonanza poetica ed espressiva. La peculiarità del lavoro di D’Anna era quella di innestare su ritmiche africane applicate al drum set, composizioni originali e standards jazzistici. La sua base teorica era costituita principalmente dagli studi di Simha Arom, etnomusicologo francese, e di Kwabena Nketia, etnomusicologo africano; la sua base tecnico-musicale si basava sul lavoro sul campo di batteristi come Royal Hartigan, Mokhtar Samba, Kevin O’ Sullivan. Su questa scia si è innestato lo studio, il lavoro, l’ammirazione per altre culture. Negli ultimi anni aveva collaborato con i chitarristi jazz partenopei Aldo Farias ed Antonio Onorato, mentre il suo ultimo lavoro risale al 1996 [Splasc(H) Records], quando aveva pubblicato il progetto musicale “Aksak” (termine turco traducibile come “ritmo zoppo”, ossia, per la nostra cultura, tempo dispari) insieme al contrabbassista Marco de Tilla e il trombettista Giovanni Amato.
Di seguito uno dei tanti video presenti su You Tube registrato durante una performance al Bar Cafeina di Marcianise.