Serata delle grandi occasioni quella vissuta ieri al Cine Teatro Ariston di Marcianise (Caserta) dove un pubblico entusiasta ha partecipato al concerto di Fabio Concato, all’anagrafe Fabio Bruno Ernani Piccaluga. Una scommessa vinta, quella di Emilio Napolitano (più volte ringraziato da Concato durante la serata), che ha scelto proprio il cantautore milanese per rilanciare il suo storico teatro marcianisano, Una platea e galleria pienissime hanno accolto Concato il quale ha saputo interagire e guidare il pubblico, dall’inizio alla fine dello spettacolo musicale, in un emozionante viaggio pieno zeppo di ricordi pescando, di volta in volta, in mezzo ai suoi memorabili successi e ripercorrendo oltre quarant’anni di carriera. Un repertorio che conta, lo ricordiamo, 23 album pubblicati per 160 canzoni, una retrospettiva in musica e parole costruita attraverso una perfetta acustica e quattro straordinari musicisti: Ornella D’Urbano (arrangiamenti, piano e tastiere), Gabriele Palazzi Rossi (batteria), Stefano Casali (basso) e Larry Tommasini (chitarre).
Il concerto ha coinvolto ed incantato il pubblico per circa due ore durante le quali Concato ha intervallato canzoni con aneddoti, spesso divertentissimi, provocando l’ilarità degli astanti. “Domenica bestiale”, uno dei primi brani in scaletta, Concato ha scelto di cantarlo con il pubblico e in mezzo al pubblico, scendendo in platea e sedendosi accanto agli spettatori. “Se volete – ha spiegato all’inizio il cantautore 70enne – potete cantare insieme a me le canzoni anche ad alta voce. Magari – ha poi ironizzato simpaticamente – quelli meno intonati lo possono fare più a bassa voce”. “Fiore di maggio”, il pezzo più popolare intonato dal pubblico, ma anche “Mi innamoro davvero”, pezzo che è stato colonna sonora, di recente, del film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani“. Poi “Guido piano”, “Ritornando a casa” hanno raccontato altri passi del cammino di uno dei più raffinati protagonisti della nostra musica d’autore. E poi “Gigi”, “la canzone che amo di più”, ha spiegato Concato che aveva dedicato a suo padre, scomparso prematuramente, il jazzista Gigi Concato (Luigi Piccaluga), che era a sua volta figlio d’arte, il tenore Nino Piccaluga, la cui moglie fu Augusta Concato, anch’ella cantante lirica nonchè giornalista e poetessa, che influenzò i destini artistici dei suoi discendenti. Fabio Concato, infatti, è uno dei pochi cantanti italiani che ha una stretta familiarità con il jazz.
Grandi emozioni per “Speriamo che piova” e, soprattuto, la canzone del 1988 dedicata al Telefono Azzurro, 051/222525, che ha come titolo quello che all’epoca era il numero della linea umanitaria dedicata ai minori ed avente come tema proprio le violenze domestiche sui bambini. Pubblico in visibilio per “Sexy tango” così come per “Rosalina”, la bossa nova scelta per concludere un “altro giro da ambulante”. Ma poi il pubblico ha chiesto il “bis” e lui senza nemmeno uscire dalle quinte è ritornato ed ha ripreso a cantare, spiegando che una volta al Teatro Sistina di Roma, avendo prolungato per circa 15 minuti l’attesa, quando è ritornato sul palco il pubblico era già andato via. “Ci rimasi molto male – ha raccontato – e da allora non faccio mai attendere la platea per fare il bis”.
Fabio Concato emoziona con le sue intramontabili poesie. Sold out , ieri sera, al Cine Teatro Ariston di Marcianise [guarda foto]
24 Mar 2024
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