Nota stampa RSU Jabil Marcianise: “Con una nota aziendale il management Jabil ha continuato a dare la colpa ai soli dipendenti, per quello che in realtà è lo specchio del fallimento gestionale. Dimenticando totalmente il risultato negativo delle ultime ricollocazioni (SOFTLAB e OREFICE) si persevera nel sostenere il “processo reimpiego” come unico strumento per la salvaguardia del sito. La RSU ad ogni tavolo, locale e istituzionale ha sempre chiesto a gran voce la necessità di individuare soluzioni che rilancino lo stabilimento Jabil di Marcianise, che ormai da troppi anni vive una crisi drammatica, con il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali. È stato richiesto in ogni occasione di incontro tra le parti, la necessità di reperire ulteriori attività, tenendo in considerazione anche la possibilità di un cambio di settore tecnologico. La tenuta occupazionale del sito di Marcianise non può e non deve essere legata solo ed esclusivamente al reimpiego e agli ammortizzatori sociali. La RSU con un comunicato odierno, non solo rigetta al mittente ogni forma di minaccia, ma valuterà insieme ai lavoratori tutte le iniziative possibili per contrastare qualsivoglia azione unilaterale da parte dell’azienda”. Di seguito il comunicato Rsu:
“In merito al comunicato aziendale diramato in data 28.07.21, la RSU prende le distanze nella forma e nei contenuti. Ancora una volta si evince un atteggiamento mirato soltanto a colpevolizzare i lavoratori rispetto al fallimento delle scelte industriali del management. La RSU (che siamo noi), in tutti i tavoli interni, territoriali ed istituzionali, ha sempre avanzato proposte concrete per la gestione della crisi, che sono state puntualmente ignorate. Noi non siamo disponibili a questo “Gioco al Massacro” e respingiamo totalmente tutte le scelte della Direzione, in quanto non condivise. Il Piano Industriale, assolutamente insoddisfacente, mette al centro soltanto un costante impoverimento del sito senza mai affrontare le reali potenzialità produttive che possiamo esprimere, anche fruendo delle risorse del PNRR. A nostro avviso sono identificabili strumenti alternativi che, invece di impattare sulla tenuta occupazionale, possono rappresentare una svolta industriale per nuove commesse in nuovi e più attuali settori tecnologici. Puntare solo sulle ricollocazioni non è più una soluzione adeguata, anche sulla scorta di quanto avvenuto nelle scorse esperienze. Negli ultimi 16 anni sono andati via circa 1000 lavoratori – 350 dei quali negli ultimi tre – ma, evidentemente, i veri colpevoli (CHE SIETE VOI) sono ancora qua. La RSU ritiene fondamentale concentrare tutti gli sforzi possibili nel reperire lavoro (unica vera soluzione) e si chiede se la struttura commerciale e’ davvero adeguata al compito assegnato, visto che, ad oggi, non si riscontra nessun valore aggiunto per il sito. La RSU ed i lavoratori non accettano minacce e metteranno in campo ogni iniziativa utile a contrastare qualsiasi decisione unilaterale, che l’azienda potrà esercitare.”
