“L’accordo rappresenta un risultato importante per i lavoratori e le loro famiglie, ma anche per l’Italia e il Sud”. Così il ministro Nunzia Catalfo allo stabilimento Jabil di Marcianise, dove ieri mattina ha incontrato i lavoratori dopo che ieri è stato firmato l’accordo con azienda e sindacati per il ritiro dei 190 licenziamenti. Applausi a scena aperta per Catalfo da parte dei lavoratori; al ministro è stato anche consegnato un mazzo di fiori con un bigliettino firmato dai dipendenti. “Abbiamo sofferto tanto, ma adesso finalmente abbiamo uno spiraglio – ha spiegato il ministro. “Ho incontrato i lavoratori dello stabilimento Jabil di Marcianise e una di loro mi ha detto questa frase che mi ha colpito. Grazie all’accordo raggiunto ieri, lei, insieme a 189 suoi colleghi, ieri mattina ha ritirato la lettera di revoca del licenziamento. In questi giorni, seppur a distanza, ho capito quanto questi lavoratori abbiano sofferto e temuto per il loro futuro e quello delle loro famiglie. Come ministro del Lavoro era per me doveroso intervenire. Sono nata e cresciuta al Sud, perciò conosco bene gli ostacoli che quest’area del Paese ha affrontato e sta affrontando. E so bene anche che l’unico modo per superarli è unire le forze. Imprese, lavoratori, istituzioni e organizzazioni sindacali devono viaggiare nella stessa direzione. Soprattutto nel delicato momento che sta attraversando il nostro Paese. Ritengo che l’esito positivo della vertenza Jabil possa rappresentare un piccolo grande esempio di come, unendo le forze, si possano raggiungere risultati concreti. Adesso, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, lavoreremo per la ricollocazione di questi lavoratori. Come ho assicurato loro anche questa mattina, continuerò a seguire con attenzione questo percorso”.
Mauro Musella, lavoratore e delegato Uilm in prima linea dall’inizio della vertenza – era giugno 2019 – dice che “ora il clima in fabbrica è più rilassato; i 190 lavoratori hanno avuto modo di ritirare stamane le lettere di annullamento dei licenziamenti, ed è stata una grande soddisfazione poterli riaccogliere in azienda. La mediazione del Governo – prosegue – è stata determinante per raggiungere l’intesa, e il ministro Catalfo si è speso in prima persona, cosa che non accade quasi mai, visto che spesso sono i sottosegretari ad occuparsi delle vertenze. Per il futuro è necessaria una visione precisa: bisogna trovare società nelle quali ricollocare i lavoratori attraverso un accordo che blindi le garanzie economiche e normative, come l’articolo 18 e l’anzianità”. Soddisfatto, pur con qualche cautela, Pietro Delle Cave, lavoratore che aveva ricevuto la lettera di licenziamento a dispetto di una storia familiare molto particolare: sua moglie è la figlia dell’imprenditore Domenico Noviello, ucciso dalla camorra a Castel Volturno dodici anni fa. “Oggi – dice – mi sento meno abbandonato dallo Stato. Questo accordo fa respirare i lavoratori, ma bisogna monitorare che le aziende che vorranno reimpiegarci abbiano un progetto solido e non solo cartaceo. Nei mesi scorso ho sostenuto un colloquio con una di queste aziende, alla presenza di referenti Adecco e consulenti del lavoro; io dissi che avrei gradito visionare lo stabilimento e parlare con i miei futuri colleghi, ma non ho ricevuto mai risposta”. Sorride anche Vincenzo Golino, che era stato licenziato assieme alla moglie, passando dal “doppio reddito a zero reddito”. Oggi afferma che “uno tra me e mia miglia accetterà la ricollocazione”; Monica Faenza, separata con due figli, si era vista vicino al baratro dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento. “Oggi è una bella giornata per me e i miei figli, perché c’è qualche speranza in più, anche sulle aziende in cui potremo essere reimpiegati; il ministro Catalfo seguirà la situazione e questo ci tranquillizza”. Anche Francesco Percuoco, segretario provinciale della Fiom-Cgil, chiede certezze sulle aziende in cui ricollocare i lavoratori Jabil. “Devono dimostrare di avere progetti fattibili e concreti”.