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COVID 19 e non solo | di Pasquale Giuliano

CXCR4 è il nome di un  gene chiave della Leucemia Mieloide Acuta (LMA) un tumore del sangue tipico degli adulti ed associato ad un basso tasso di sopravvivenza.

La sua scoperta si deve ad un gruppo di ricercatori dell’Università di Lund (Svezia) che sono pervenuti a tali risultati utilizzando la tecnica del CRISPR (più semplicemente “copia ed incolla” del DNA).

Tale procedimento (tradotto in maniera molto semplicistica) permette di controllare quale gene è spento e di comprendere meglio le origini della malattia.

La disattivazione di CXRA4, spiega Ramprasad  Ramakrishnan, primo autore dello studio, ha portato alla morte della cellula tumorale.

A darne notizia nel pomeriggio del 6/6/2020 è stata SKY Tg 24.

Precedentemente nel corso del 2019 uno studio dei ricercatori dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano era riuscito a mettere in luce i meccanismi con i quali, in alcuni casi, le cellule della LMA riescono a sfuggire al controllo del sistema immunitario in seguito al trapianto di midollo osseo.

Alle persone non direttamente coinvolte le scoperte in questione potranno sembrare argomenti di interesse esclusivo per addetti ai lavori.

Non è così.

Certo è che proprio grazie alla tenacia, abnegazione e competenza di questi esperti che, lentamente, passo dopo passo ,si perviene a questi risultati.

I loro studi, i loro sacrifici sono spesi, frequentemente, in silenzio, in anonimato, lontano dai riflettori.

Le loro scoperte, però, i loro piccoli avanzamenti non restano per se; offrono spiragli di luce, nuove possibilità e nuove speranze a chi è colpito da queste malattie.

A loro, spesso, non va neanche la riconoscenza degli  ammalati che, nello sgomento generato dalla consapevolezza della propria malattia, difficilmente riescono a pensare a quanti si sono adoperati e si stanno adoperando per combattere il male che li tormenta. Tutto ciò nonostante il loro lavoro ed  impegno siano continui.

Si è detto, frequentemente, in questo periodo, che il COVID19 abbia finito per assorbire tutta l’energia sanitaria disponibile sottraendo le cure e gli accertamenti necessari anche agli ammalati oncologici.

Fortunatamente non è stato così per tutti gli ospedali come non lo è stato, sicuramente,  per il CEINGE , l’Ospedale “Elena d’Aosta” di Napoli e l’Ospedale “S.Anna e San Sebastiano” di Caserta dove, anche durante questo periodo, il lavoro dei sanitari ha seguito e prosegue il suo corso, consentendo agli ammalati oncologici di ricevere diagnosi e cure.

Il loro impegno non si esaurisce in questo modo, le loro conoscenze non rimangono fini a se stesse ma rese pubbliche, messe a disposizione della comunità  per nuovi utilizzi e la necessaria

diffusione.

Il loro contributo si estende alla formazione, alla specializzazione, alla divulgazione.

Avrà inizio, infatti, il 18 giugno 2020 alle ore 14,15 la videoconferenza “Il paziente ematologico: diagnosi, terapia e follow up” promossa da EUBEA Lifelong Learning.

Il programma si articolerà in tre giornate 18- 25 giugno e  2 luglio durante le quali saranno discusse tematiche relative alle varie tipologie di oncologie ematologiche, dei problemi legati all’utilizzo dei farmaci per curarle, dei nuovi prodotti farmacologici, delle diagnosi e delle cure.

Il meeting coinvolgerà, ognuno per il proprio settore, vari specialisti: molti di loro operano all’interno del reparto di ematologia oncologica del nosocomio casertano.

L’incontro rivolto a trenta partecipanti accreditati, è destinato a medici, biologi, dietisti ed infermieri e darà diritto a n. 11 crediti formativi.

Nel corso del convegno sarà presentata, inoltre, l’iniziativa “Pronto Ematologia Caserta” , una proposta che si prefigge di sviluppare sinergie tra ASL/AORN Caserta/AIL ovvero con i medici di medicina generale, specialisti ospedalieri e l’AIL al fine di migliorare l’offerta assistenziale in ambito ematologico.

Pasquale Giuliano