Come dice la medicina tradizionale orientale compito del medico è di impedire che le persone si ammalino. L’essere costretti a passare giornate intere in casa e l’insicurezza sociale, ha generato in noi grande stress psicofisico. Tutti, credo, hanno sperimentato un’alterazione del ritmo del sonno: un evidente allungamento del tempo di addormentamento ed una riduzione del sonno, con calo della produzione di serotonina, l’ormone della felicità. Stando in casa si dorme di meno perché si ha un maggior accumulo di metaboliti nel sangue che attivano alcuni circuiti neuronali i quali vanno a stimolare la corteccia cerebrale che ci terrà svegli per più tempo. Dormendo di meno si ha una condizione che sperimentano tutti i lavoratori notturni, ovvero si riduce l’attività dell’ormone della sazietà: la leptina o ormone della linea. Il risultato è che si mangia di più, essendo inefficace il sistema inibitorio della fame. Però, poiché in tali condizioni non ci si occupa di organizzare la giornata con attività che stimolano la produzione di ormoni della felicità, quali attività fisica moderata, ad esempio stretching, ascoltare musica, soprattutto alcune melodie di Mozart e Bach, bere acqua in quantità adeguate, cioè non meno di 2,5 litri al giorno, si ha eccessiva presenza di onde cerebrali Beta, che creano senso di insoddisfazione ed alterata produzione di dopamina, l’ormone della motivazione. Così, il meccanismo più frequente “di ricompensa” è la ricerca del “cibo sfizioso” o comunque qualcosa di appagante per il cervello. Si ricorre inevitabilmente agli zuccheri dannosi, cioè quelli lavorati a livello industriale e raffinati, che creano una vera dipendenza e ci danneggiano, perché insieme agli additivi, vengono rapidamente assorbiti. Gli zuccheri presenti in natura, quali: legumi, verdure, ortaggi, cereali integrali, frutta, invece, giungono non digeriti nell’intestino crasso, dove vengono fermentati dai batteri presenti (tra cui Bifido e Lacto bacilli), con formazione di acido butirrico, essenziale sulla flora batterica e sull’equilibrio intestinale. Più mangiamo cibi lavorati meno frutta e verdura consumiamo, e più basso sarà il livello di amido resistente nell’alimentazione. Per migliorarne la quantità dovremo avere una dieta ricca di leguminose, verdure e frutta. Le banane sono da preferire acerbe, le verdure crude. Le patate andrebbero mangiate cotte, poiché, come le melanzane, contengono una sostanza che può risultare dannosa, ovvero la solanina. Cuocerle con cotture a bassa temperatura e con tutta la buccia, ma non arrostite o cotte al forno o con altre metodiche che raggiungono e superano i 100 gradi, ci dà la possibilità di sfruttarne gli effetti benefici sull’intestino. Le patate rosse, dette americane, o batate, quelle dolci, invece, vanno mangiate crude. Gli alimenti “dannosi” diventano nutrimento per funghi e batteri “cattivi” che stimolano le patologie dell’intestino. Creano un’azione più devastante per la salute, rispetto alla sola iperglicemia o insulino-resistenza. L’uso di dolcificanti ha lo stesso effetto. Quelli che contengono cloro uccidono i batteri buoni, esattamente come il cloro delle piscine uccide i microrganismi. La rinuncia completa agli zuccheri, però, non è una buona strategia, anche perché il cervello per funzionare bene ha bisogno di zuccheri, quindi, è fondamentale scegliere gli zuccheri ed imparare a sostituire alimenti dannosi con quelli sani, altrettanto saporiti o che lo diventeranno sollecitando il gusto con l’abitudine. Consumare in modo regolare alimenti fermentati è una buona strategia per arricchirci di batteri probiotici (buoni), che troviamo ad esempio nei crauti, kimchi (piatto tradizionale coreano a base di verdure fermentate), kefir e yogurt biologico naturale semplice, non zuccherato. Non lo yogurt tradizionale pastorizzato, perché la pastorizzazione, cioè il trattamento ad elevate temperature, distrugge i probiotici naturalmente presenti. Purtroppo tali alimenti non è facile trovarli, perché la lavorazione artificiale, necessaria per conservarli più a lungo, elimina i batteri buoni. A molte persone, inoltre, non piace il sapore, per cui lo si può migliorare aggiungendo una piccola quantità di miele, pezzetti di frutta fresca, frutta secca a guscio o semini (sesamo, lino, soia, girasole, zucca, papavero), avena in crusca, in fiocchi o bastoncini. Un’altra strategia per mantenere sano il nostro intestino, è evitare gli antibiotici, gli antiinfiammatori ed i farmaci in genere o altre sostanze chimiche, compresi i pesticidi. Importante è sapere che l’assunzione di antibiotici può avvenire anche in modo indiretto, attraverso il consumo di carni e uova provenienti da allevamenti intensivi. L’assunzione di alimenti che contengono naturalmente probiotici, migliora la digeribilità del lattosio, potenzia il sistema immunitario, ha azione anticancerogena, ha effetti antiinfiammatori nell’intestino (contro la sindrome del colon irritabile ed altre malattie croniche intestinali). Inoltre, sono utili per perdere peso. Quindi i probiotici sono i batteri sani, che possono essere nutriti dall’interno da sostanze prebiotiche, cioè non microrganismi viventi, ma sostanze che nutrono la flora batterica sana e ne stimolano selettivamente la crescita. Tra questi c’è l’inulina e l’oligofruttosio. L’inulina è un carboidrato, un oligosaccaride presente naturalmente in cicoria, topinabur, scorzonera che è un ortaggio poco conosciuto noto come asparago d’inverno, carciofo, radicchio, carote, barbabietola, aglio, banane. L’oligofruttosio o frutto-oligosaccaride è naturalmente presente in legumi, piselli, ceci, lenticchie, soia, segale, fruttosio, cipolle, porri, funghi, peperoni. Inulina ed oligosaccaridi agiscono abbassando l’indice glicemico, cioè vengono digeriti molto lentamente, influenzando poco i livelli ematici di glucosio e facilitando la perdita di peso. Quindi verdure ed in genere cibi naturali ci arricchiscono di zuccheri buoni e la presenza contemporanea in essi di fibre, ne rallenta l’assorbimento. Preferire tali alimenti non solo è utile per mantenersi in forma, ma ci protegge anche quando scegliamo di nutrirci con qualcosa di meno salutare. Inoltre, questi cibi, mangiati crudi, non possiamo mangiarli velocemente, quindi, masticando bene e a lungo, produciamo più saliva. Il cibo viene a contatto con le pieghe della lingua dove ci sono quei batteri che reagiscono con la saliva e ci fanno assimilare monossido di azoto, essenziale per l’integrità dei vasi sanguigni. In più il cibo trasformato in bolo alimentare, inizia il processo digestivo dalla bocca, donandoci salute e potenziando il nostro sistema immunitario.
Anna Foglia (medico di medicina generale)