Pronto intervento domenica 26 aprile da parte della Polizia Municipale in via San Giuliano a Marcianise perché era stato segnalato uno sciame di api su un albero. Gli agenti hanno subito allertato l’apicoltore marcianisano Pietro Tartaglione, non nuovo a questo tipo di interventi, vista la sua ventennale esperienza in merito. Lo sciame è stato inserito all’interno di un’arnia e l’albero è stato liberato. Un po’ alla volta, l’apicoltore è riuscito a recuperare l’intero sciame: una volta che l’ape regina è stata ricollocata nell’arnia, tutte le altre l’hanno seguita.
Il fenomeno delle api che in gran numero riappaiono in città si chiama sciamatura e si verifica ogni anno in primavera. Si possono notare sciami di api attaccati sui rami degli alberi ma anche su ringhiere, macchine, moto, persiane delle case e altri oggetti presenti in città. Non si tratta di un effetto del coronavirus, come molti possono pensare, ma di un fenomeno naturale che si ripete costantemente. Per definizione, la sciamatura è la partenza definitiva da una colonia di una regina seguita da una parte delle operaie. È parte del ciclo vitale annuo delle api, e rappresenta il modo in cui il “superorganismo” alveare si riproduce. Quando questo, infatti, raggiunge la sua dimensione massima, si divide, creando una nuova famiglia. Questo sciame che abbandona l’alveare d’origine è composto da giovani api operaie, qualche fuco e, ovviamente, dall’ape regina, la quale abbandona l’alveare qualche giorno prima che nasca la nuova regina. Chi le avvista non deve avvicinarsi anche se le api, in questa fase, non sono pericolose. Si deve invece avvisare un apicoltore o un’associazione che tutela questi importantissimi insetti da cui dipende gran parte della produzione agricola dell’intero pianeta.
