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“Dillo a Caffè Procope”: Agostino infermiere a Crema (Lombardia); Giovanna biologa all’Ospedale di Marcianise; Pasquale dal Veneto scrive lettera commovente alla moglie

Si chiama Agostino De Crescenzo, è marcianisano e svolge la professione di infermiere a Crema, provincia di Cremona, nella zona rossa della Lombardia. In questo momento lavora nel reparto Osservazione Breve Intensiva allestito per i pazienti Positivi al Covid-19. “Siamo  orgogliosi di lui – spiega la sorella e gli altri parenti di Marcianise – per i suoi sacrifici. Non è facile stare lontani da casa, soprattutto in questa situazione.
Giovanna Salzillo, biologa, ci informa che la Biologia Molecolare dell’UOC di Patologia Clinica del Presidio Ospedaliero di Marcianise si è organizzata in circa 24 ore per l’esecuzione dei tamponi Covid-19.
Pasquale Nortesani, marcianisano, vive e lavora in Veneto scrive così alla moglie: “Buongiorno mia adorata moglie ogni giorno notte e tutto le ore penso a voi e mi faccio sempre la stessa domanda: chi sa quando vi vedrò? Penso a tutti i momenti sia belli che brutti, come questo che stiamo vivendo: speriamo che ce la caviamo. Mi faccio mille domande e poi la verità è che ogni tanto guardò in cielo e chiedo alla buonanima di papà che preghi per mia figlia e per tutti gli altri bimbi al mondo e gli raccomando di far stare bene a mia moglie, a mia figlia, tutta la nostra famiglia e tutti i miei compaesani e gli italiani.  Penso a quando mio padre mi raccontava quando nonno parlava delle guerre, che la gente si metteva nei cortili, si abbracciava si stringeva, scherzava, e chi teneva da mangiare lo tirava fuori e poi quando si sentiva passare un aereo si nascondevano tutti assieme. Invece ora non ti puoi abbracciare, non puoi mangiare. Sto pensando che forse questo è un castigo di Dio e che la gente pensa a fare cattiverie. Fermiamoci un attimo e pensiamo per 30 secondi, mettiamo l’orgoglio da parte e mettiamoci a pregare, dedichiamo un po’ del nostro cuore al Signore. Ce la faremo amore mio. Mi mancate è una cosa dura per me, è una cosa fuori dal normale perché io tengo un carattere che non ce la faccio a stare chiuso dentro, mi innervosisce. Penso adesso a quei carcerati che non solo stanno scontando la pena ma sono preoccupati anche per i loro familiari che stanno fuori. Qui sto impazzendo, le cose non vanno bene come ci fanno credere alla televisione io la vedo molto peggio”.
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Alfonso Alberico - Marcianise

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