Buone notizie sul fronte Coronavirus a Marcianise. Il tampone effettuato al medico di famiglia, che aveva visitato il 72enne paziente di Marcianise risultato infetto, ha dato esito negativo. Un sospiro di sollievo per il dottore che ha il suo ambulatorio a Marcianise, ma anche per i suoi assistiti. Resta un solo caso positivo a Marcianise per il momento ed il paziente si trova ora all’ospedale di Caserta. Cresce di poco il contagio da Coronavirus nelle ultime 24 ore nel casertano, ma inizia a coinvolgere, seppur lentamente, i medici in prima linea: due medici dell’ospedale di Caserta sono risultati positivi al test per il Covid-19; entrambi sono a casa da qualche giorno. Due giorni fa si era ammalato un medico che lavora all’ospedale di Marcianise, quindi un altro in servizio al carcere di Santa Maria Capua Vetere. Nel casertano, in attesa dei risultati dei tamponi che saranno analizzati oggi, i casi di positività si attestano a quota 96, con sette decessi. Si registra però qualche buona notizia anche sul fronte delle guarigioni: due contagiati sono guariti, l’ultimo è un 32enne di Cesa, risultato positivo dopo essere rientrato dal Nord Italia. I due tamponi, effettuati dopo i quindici giorni di quarantena, hanno dato esito negativo. Su Facebook il giovane ha manifestato la sua gioia. “Finalmente dopo questo lungo periodo buio per me e la mia famiglia, e dopo tutti questi sacrifici passati sempre e solo a combattere per farcela, è arrivato l’esito di tutto ciò: ufficialmente negativo, sono guarito”.
In questi giorni è inoltre aumentato il numero di persone ricoverato in terapia intensiva: al momento sono una decina, quasi tutte all’azienda ospedaliera di Caserta; ma ieri sera, spiega il direttore generale dell’Asl Ferdinando Russo, “all’ospedale di Maddaloni, che abbiamo destinato ai malati da Coronavirus, è arrivato il primo paziente in terapia intensiva, proveniente dall’ospedale di Sessa Aurunca; al momento i posti a Maddaloni sono quattro, a regime ne avremo una ventina di terapia intensiva; ma abbiamo bisogno di macchinari, soprattutto di respiratori”. Sono 372 le persone nel casertano attualmente in quarantena, monitorati costantemente, perché hanno avuto contatti con soggetti risultati positivi; 1300 invece quelle in autoisolamento dopo essere rientrate dal Nord Italia. Oltre 700 infine i tamponi effettuati in provincia dall’inizio dell’emergenza.
“I medici continuano a non essere sufficientemente tutelati, non solo quelli ospedalieri, che devono usare con parsimonia i dispositivi di protezione, ma anche e soprattutto i medici che operano sul territorio, da quelli di medicina generale ai pediatri, che devono provvedere privatamente a dotarsi dei dispositivi, che non si trovano facilmente”. E’ quanto afferma il presidente dell’Ordine dei medici di Caserta Erminia Bottiglieri, gastroenterologo all’ospedale di Marcianise, dove un medico primario è risultato contagiato, ed è attualmente in quarantena a casa. Oltre cento tamponi sono stati fatti ai medici e agli infermieri venuti in contatto con il professionista; gli esami sono stati praticati anche ad alcuni dipendenti dell’ospedale di Aversa, dove il medico contagiato presta servizio a “scavalco”. C’è apprensione nelle due strutture sanitarie gestite dall’Asl, così come all’azienda ospedaliera di Caserta, dove i tamponi sono stati praticati a molti dipendenti, tra medici e personale infermieristico; è la stessa apprensione che si respira anche sul territorio, dove medici di famiglia e pediatri fino ad ora hanno dovuto comprarsi di tasca propria i dispositivi, spesso introvabili. “I medici devono essere assolutamente tutelati – prosegue la Bottiglieri – non possiamo permetterci che il contagio si diffonda anche nel nostro territorio in una categoria in prima linea in questa drammatica emergenza; in Italia sono già morti dei colleghi per fare il proprio dovere, ricordo con affetto il presidente dell’Ordine dei Medici di Varese Roberto Stella”. Il direttore generale dell’Asl di Caserta Ferdinando Russo promette però che nei prossimi giorni saranno fornite mascherine e gli altri dispositivi sia negli ospedali che ai medici che assistono le persone sul territorio. “Dobbiamo fornire la migliore assistenza possibile – spiega Russo – ai pazienti che sono a casa e hanno bisogno di cure. Stanno diventando operative le unità speciali, che renderanno ancora più efficiente il servizio”.
“I medici dei Psaut di Caserta, ai quali viene assegnato un solo kit di protezione non riutilizzabile, sono sprovvisti di mascherine protettive del tipo ffp3 o ffp2”. Lo rende noto il presidente nazionale del Saues, sindacato autonomo urgenza emergenza sanitaria Paolo Ficco. “La sola mascherina chirurgica, applicabile semmai al paziente in arrivo sul quale grava il sospetto di contagio da Covid-19 – spiega Ficco -, non è assolutamente adeguata a proteggere i medici e gli infermieri”. “Comprendiamo le difficoltà del momento, ma non possiamo rischiare ulteriori contagi tra i sanitari: l’Asl provveda al più presto – è l’appello del presidente del Saues – e doti i Psaut casertani di un adeguato numero di mascherine ffp3 o almeno ffp2”.