Quando si parla di concimazione in agricoltura attraverso liquami e letame provenienti da allevamenti zootecnici si è portati a pensare che si tratti di un processo naturale di nutrizione del terreno. In effetti le deiezioni (solide e liquide) degli animali, essendo ricche di sostanze organiche e di altri elementi, risultano utili alle piante e sono, nella maggior parte dei casi, utilizzate per lo spandimento sul suolo a beneficio delle coltivazioni agricole. Questo tipo di concimazione avviene attraverso la fertirrigazione che è, in sostanza, una pratica che consiste nella somministrazione dei concimi organici usando come vettore l’acqua dell’irrigazione. Questa tecnica però – è spiegato nel sito dell’Arpac (Agenzia regionale protezione ambientale Campania) – “se non correttamente effettuata, può comportare problemi ambientali, anche rilevanti, come l’inquinamento da nitrati delle falde acquifere sotterranee. Per questi motivi si è ritenuto necessario disciplinare tale metodologia di concimazione, sia a livello nazionale che regionale, prevedendo specifiche norme tecniche di gestione, ma soprattutto espliciti divieti ed adempimenti amministrativi per coloro che intendono utilizzare per fini agronomici i reflui zootecnici“.
In questi giorni i miasmi che si sono propagati dai campi ubicati nella zona agricola cittadina e dei comuni adiacenti a Marcianise erano effettivamente la conseguenza di un’operazione di spandimenti di liquami. L’acre e penetrante puzza che ha costretto i cittadini a chiudersi in casa, provocando anche ad alcuni un senso di vomito, non sempre deriva da liquami e letame da allevamento ma, molto spesso, dai gessi di defecazione, ovvero scarti di fognatura che hanno subito un trattamento di depurazione per trasformarlo in fertilizzante. L’origine di questo materiale organico, a costo zero per gli agricoltori, è la stessa dei fanghi: per produrre i gessi, gli scarti dei processi di depurazione vengono trattati con l’aggiunta di carbonato di calcio (calce viva) e acido solforico. L’utilizzo dei fanghi fognari, come fertilizzanti, è una pratica legale (in Svizzera i fanghi di depurazione sono vietati in agricoltura) quando però vengano rispettate le normative vigenti come: l’apporto di azoto inferiore ai limiti della “Direttiva Nitrati”, il contenuto di metalli pesanti entro i limiti di legge, la tracciabilità del fango (clicca qui per approfondire). Tuttavia, nonostante la legittimità della pratica illustrata, uno dei fattori negativi principali, limitanti il suo utilizzo, è proprio la puzza che può essere fortemente impattante.
Se ne deduce che l’unica arma che hanno i cittadini per difendersi da questo genere di puzza è quella di pretendere che la normativa sia pienamente rispettata e che la provenienza del fertilizzante (sia esso derivante da allevamenti animali o da fanghi fognari) sia tracciata e sicura. Inoltre, ai sensi dell’art. 5, comma 1 della Legge Regionale n° 14/2010, spettano ai Comuni le funzioni ed i compiti amministrativi relativi alla comunicazione dell’attività di spandimento, l’imposizione di prescrizioni, l’effettuazione dei controlli e la sorveglianza nel proprio territorio delle attività di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento. Il Comune di Marcianise può dotarsi di uno specifico regolamento che, al fine di ridurre esalazioni maleodoranti, preveda, ad esempio, un calendario stagionale per gli spandimenti; l’immediato interramento (entro poche ore), per ridurre l’emissione di ammoniaca in atmosfera e creare meno disagio in termini di odori; la distribuzione a raso del liquame o l’uso di iniettori vietando in ogni caso il lungo lancio; una distanza minima dal centro abitato ecc. Ovviamente l’adozione di questi specifici regolamenti dovrebbe essere effettuata anche dai Comuni che si trovano nelle immediate vicinanze altrimenti l’intervento risulterebbe vano.
Insomma, questo tipo di disagio, che abbassa notevolmente la qualità della vita dei cittadini marcianisani, è un problema che riguarda non solo la nostra città, che va opportunamente studiato, approfondito e affrontato.