Vincenzo Santillo racconta la sua esperienza all’ultramaratona più lunga d’Europa, la Milano – Sanremo: 285 km per tre regioni e 53 comuni: “Venerdì arrivati a Milano parcheggiamo e andiamo al briefing e consegna pettorali, ci sono tutti gli ultramaratoneti più forti del mondo, io e la mia compagna, Zagara, siamo emozionati, una bellissima cerimonia. Arrivati in auto notiamo che c’è un segno di pennarello vicino la porta dell’auto, entriamo in auto e andiamo a fare spesa di acqua e cibo per i 285 km che ci aspettano. Apriamo il cofano e non ci sono più le nostre valige. Una cosa bruttissima nn posso più correre, come faccio senza le mie cose, poi c’era la bandierina della Tma (Terapia in acqua per ragazzi affetti da autismo ndr) da portare fino a Sanremo, c’era il braccialetto di mio figlio che mi aveva dato come portafortuna. Andiamo a denunciare e si fanno l’una di notte. Chiamo agli organizzatori e gli spiego tutto e gli dico che non voglio correre. Dopo poco mettono sul sito che c’è un atleta che è stato derubato e subito scatta la solidarietà. La mattina arrivo ai navigli e c’è uno scatolone pieno di cose per correre e decido di correre. Si comincia alle 10 di sabato mattina, c’è tempo 48 ore per arrivare a Sanremo. La mattina e il pomeriggio tutto bene, si va alla grande ma la sera senza le mie cose ho freddo, stiamo verso il passo del turchino, tra le montagne. Dopo ore ed ore a salire si scende, si va verso Voltri Genova , verso il mare e al terzo check point inizia la seconda giornata e la seconda parte. C’è il mare ad accompagnare tutta la seconda giornata. Si passa da momenti di crisi a momenti di euforia, la meta si avvicina. Supero il mio limite che era 202 km…. 220, 230 e così via. Ultima notte in una cornice bellissima, la costiera ligure con tutte le luci, si sale e si scende e dopo tanti km e ore mi perdo. Sarà la stanchezza o altro mi ritrovo a correre per quasi 10 km in più e per più di due ore. Ultimi 10 km, pista ciclabile da Imperia a Sanremo…è fatta, mi siedo e piango e realizzo di cosa ho fatto… Arrivo a Sanremo e mi inginocchio al mare portando nel mio cuore il braccialetto di mio figlio, i bambini autistici e l’amore per questo sport e tutto questo grazie a chi è stata lì con me a darmi forza e amore, Zagara Arancio”.
La Milano – Sanremo raccontata dal marcianisano Vincenzo Santillo: “Il furto, la delusione, la solidarietà, la ripartenza, il mare, la gioia”
3 Mag 2019
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