È bello confrontarsi sulla ricerca del nostro passato poiché è così che si consolida la storia, in questo caso quella della nostra città. Ed è perciò che mi ha fatto molto piacere leggere su “Caffè Procope” l’amico Salvatore Delli Paoli che espone, ancora una volta, dubbi su mie argomentazioni. Lo fece a suo tempo con le nuove porte in bronzo del duomo di Marcianise, poi opponendosi a una mia illustrazione per una Marcianise romana, ed ultimamente negando il nome Santa Venere alla nostra chiesetta sul fiume Clanio; nome che io ho più volte sostenuto in diversi miei scritti; solo che in quest’ultimo caso non ci ha fatto capire se le sue ricerche lo inducono a chiamare la nostra chiesa con il nome Venere, Venera o Veneranda, limitandosi a dire che “Santa Venera è Santa Veneranda”.
Così come non ha fatto capire quali sarebbero le “grossolane approssimazioni, inesattezze o addirittura errori” che ha riscontrato nel mio precedente articolo, pubblicato l’11 marzo su Caffè Procope (se lo ha ben letto, perché mi attribuisce termini da me mai usati e cose da me mai dette), così almeno cercheremo di riparare.
Certo che “Santa Venera è Santa Veneranda”!
Lo è per la chiesa cattolica dal XVI secolo in poi, per alcuni canonici che hanno scritto di storia sacra dopo quel periodo, e per coloro che si fermano alla lettura dei loro scritti.
Ma non lo è per quella stessa Chiesa da quella data in giù.
Ed è per tale motivo che non possiamo permetterci di attribuire tre nomi alla nostra chiesetta; e neanche due.
A noi qui non interessa tanto la corrispondenza tra le tre sante, ma qual è il nome originale del nostro tempietto a ridosso dei regi lagni.
Ricapitolando i dati finora disponibili:
1) Il nome “Santa Venere” per la nostra chiesetta è riportato (almeno finora) in un documento della chiesa capuana del 1285.
2) Il Martirologio Romano del 1586 riporta solo il nome “Veneranda” (escludendo il nome “Venere” fino allora presente nei documenti della Chiesa), ma si riferiva NON alla nostra chiesetta ma a un discorso più generale. Quindi per la Chiesa, da quel momento in poi esisteva solo una “Santa Veneranda”, rinnegando la precedente “Santa Venere”.
3) Il nome “Santa Veneranda”, per la nostra chiesetta, è riportato da Michele Monaco nel 1630 (in maniera meno puntuale poiché la accosta a Venere e Venera) e da Francesco Granata (che la definisce romitorio di S.Veneranda) nel 1776, i quali sicuramente hanno attinto (essendo entrambi canonici) dal Martirologio Romano del 1586.
Si dovrebbe quindi documentare il nome “Santa Venera” o Santa “Veneranda”, per la nostra chiesetta, prima del 1285 o almeno prima del XVI secolo, per poter mettere in discussione il suo originale titolo di Santa Venere: resta comunque il dato, ancora oggi accertabile, che i nostri nonni l’hanno sempre chiamata Santa Venere (da qualcuno corrotto in Venera).
Un quarto nome, come quello di “Ecclesia Sancta Benedue” riportato da Delli Paoli, senza ulteriori chiarimenti aumenta solo la confusione e la complessità della ricerca.
Quindi si tratta di capire (anche per dare una giusta risposta alla popolazione) se la nostra inventata Santa che dà il nome alla chiesetta, si chiama Venera, Veneranda o Venere (come l’ha sempre chiamata il popolo marcianisano), evitando tre nomi a un luogo sacro che ne ha sempre avuto uno solo, ossia quello iniziale.
Le mie decennali ricerche trasmettono il nome “Santa Venere”, quello che ritengo essere l’originale; ben vengano nuovi documenti che dimostrino il contrario per riaprire la discussione.
Le ancor più datate ricerche del nostro amico Delli Paoli, a che nome conducono per la nostra chiesetta? Lo fissi su un foglio di carta e ne trascrivi le motivazioni, senza contraddirsi per un’ennesima volta, come si rileva da alcune sue pubblicazioni dove lui stesso chiama la nostra chiesa “Santa Venere” (in particolar modo proprio nel libro a cui ha rimandato i lettori del suo articolo).
Qualche volta sarebbe bene consultare e affidarsi anche ad autorità di chiara fama che non siano intimamente legate alla Chiesa, come ad esempio Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, cartografo del XVIII secolo ricercato in tutta Europa per le sue chiare qualità e quindi affidabilità, che nel suo “Atlante Geografico del Regno di Napoli” indicò la nostra chiesetta col nome di Santa Venere. E non fu il solo, se ne possono citare tantissimi altri.
Infine non posso tacere su alcune osservazioni di Salvatore Delli Paoli, in particolar modo del suo passaggio riferito a “qualcuno che…colpito dalla forma del Pronao con le belle colonne” di quella parte della nostra chiesetta fatta costruire dal canonico Novelli, sarebbe stato ingannato sull’originario ingresso del tempio. Infatti mi meraviglio che all’amico Delli Paoli, pur collaborando prima con “Il Giornale di Marcianise” e poi con “Marcianise Digest”, siano sfuggiti alcuni miei articoli con tanto di riproduzione grafica di una planimetria del tempio (che qui allego) dove riporto le varie stratificazioni ed evidenzio il primo nucleo, con appunto la sua esposizione ad est (la mia prima pubblicazione che mi viene in mente risale all’anno 2009 ma si tratta di un lavoro molto antecedente).
E ancora, quando sottintende che non esistono chiese di Santa Venere costruite su antichi templi dedicati alla dea Venere.
Di seguito trascrivo una piccola serie di citazioni dove è invece accertato quello che il nostro autore, che saluto cordialmente, vorrebbe negare.
•Girgenti:
“Sotto al tempio di Venere, che presentemente viene detto Santa Venere, convertito di profano in sacro…” (1777) (“Lettere del Signor Abate Domenico Sestini scritte dalla Sicilia e dalla Turchia a diversi suoi amici in Toscana”, tomo V, 1782).
• “Al basso della medesima due tempietti divisi si veneravano nei tempi del gentilesimo, uno a Vulcano…l’altro a Venere, che poscia nel Cristianesimo fu dedicato a Sant’Anna, e Santa Vennera o Santa Veneranda” (“Prospetto corografico istorico di Modica” di Placido Carrafa – 1869).
•Chiesa di Santa Caterina di Valverde (Messina): “Antichissimo luogo di culto edificato in epoca romana sulle rovine del tempio pagano di Venere”.
•Chiesa di S. Maria del Campo in Alvito (Fr): “sorta dove in origine vi era il Tempio di Venere”
– “Di questa chiesa rurale, eretta sopra le rovine di un tempio di Venere, si hanno notizie che risalgono almeno all’anno 1090; conserva tracce di antichi affreschi”.
•Duomo di San Nicola di Bari di Salemi: “Nella parte più alta di Salemi, costituente l’acropoli cittadina, vi si trovava la Chiesa Madre e secondo alcune fonti in quello stesso sito sorgeva un tempio dedicato a Venere e successivamente una moschea araba”.
• “La Chiesa di Santa Venera a Cammarata” di Doriana Consiglio: “Non è improbabile che la chiesa sia sorta su un tempio dedicato, appunto, a Venere in epoca romana. Ed è altresì probabile che lo stesso luogo fosse stato in antico sede di un culto delle Dee Madri”. ecc. ecc. ecc.
P.S.
Per quanto riguarda la possibile costruzione della chiesa di Santa Venere di Marcianise su un precedente tempio di Venere, si tratta di un’ipotesi tutta da dimostrare, come ho sempre detto; ma gli elementi che abbiamo a disposizione, riportati in diversi miei precedenti scritti, sono molti per poter finalmente dare il via a saggi e scavi sistematici condotti da esperti archeologi.
Gianni Di Dio