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Messaggi criptati e pagamenti in bitcoin: così un gruppo di giovanissimi, anche minorenni, spacciava marijuana e hashish nella zona di Santa Maria Capua Vetere

Acquistavano la droga pagandola in “bitcoin“, la moneta virtuale, e comunicavano tra loro attraverso un sistema informatico di messaggeria criptata noto come “Surespot“. Le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli hanno permesso di sgominare un gruppo di 11 giovani, 6 dei quali minorenni, dedito allo spaccio di marijuana e hashish, nella zona di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, e nei comuni limitrofi, in particolare nei pressi dei luoghi di aggregazione dei giovani loro coetanei. I Carabinieri della stazione di San Prisco (Caserta) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea nei confronti dei 5 componenti maggiorenni del gruppo, gravemente indiziati a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione e spaccio di stupefacenti in concorso. Per tre dei destinatari dell’ordinanza è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre gli altri due sono stati posti agli arresti domiciliari. Nei confronti dei 6 minorenni la Procura presso il Tribunale per i minorenni di Napoli ha emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari. Le intercettazioni hanno permesso di fotografare il modus operandi alquanto innovativo dei componenti dell’associazione. Lo spaccio avveniva fuori alle scuole e dove si incontravano le comitive di studenti. Ma soprattutto il gruppo sfruttava la tecnologia per rendere efficiente e sicuro il sistema di vendita. Il promotore della banda, il 22enne Vladislav Stoica, hanno accertato i carabinieri di San Prisco e della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, comunicava con gli altri associati anche mediante un sistema informatico di messaggeria criptato noto come “Surespot”, e provvedeva in parte all’approvvigionamento dello stupefacente del gruppo attraverso il servizio postale, dopo aver preso accordo con i fornitori che venivano pagati con moneta virtuale, in bitcoin; un metodo che Stoica usava soprattutto per acquistare la marijuana, che spesso arrivava dal Nord Italia da fornitori non ancora individuati. I reati contestati a vario titolo sono l’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e hashish e la detenzione e spaccio di stupefacenti in concorso.