Dodici pozzi contaminati sono stati posti sotto sequestro dai carabinieri tra i comuni di Caserta e San Nicola la Strada: in alcuni e’ stata accertata la presenza di circa 9000 milligrammi per litro di arsenico, una “quantità abnorme” per il procuratore di S. Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone. Acqua utilizzata per anni per irrigare alcune colture ma anche per i giardini di complessi residenziali; non arriva invece nelle case, che sono allacciate alla normale condotta idrica. L’area era nota negli anni ’60 e ’70 come la “piscina rossa”: sul fondo di una cava ristagnavano liquami contenenti arsenico e altre sostanze chimiche, residui dell’attività di lavorazione del ferro e del vetro, nei pressi dell’industria Saint Gobain di Caserta. Nella zona, nota come Lo Uttaro, sorgono altre cave trasformate in discarica; la “piscina rossa” negli anni è stata interrata insieme a tonnellate di rifiuti, e sovrastata da abitazioni civili e insediamenti produttivi. In zona c’è un’alta incidenza di tumori.
E’ al momento contro ignoti il fascicolo aperto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere in seguito al sequestro di pozzi contaminati dall’arsenico in un’area compresa tra i comuni di Caserta e San Nicola la Strada. Lo ha chiarito il Procuratore Maria Antonietta Troncone nel corso della conferenza stampa tenuta negli uffici inquirenti; i reati contestati sono l’avvelenamento delle acque, il disastro ambientale, fattispecie che riguarda le condotte accertate dal 2015 in poi, anno in cui fu introdotto tale reato; prima del 2015 si procede per disastro generico. “Le indagini proseguono – ha spiegato la Troncone – perché potrebbero esserci responsabilità nelle pubbliche amministrazioni che negli anni non hanno fatto nulla, nonostante tutti, dai cittadini agli amministratori, sapessero dell’inquinamento in atto”. Gli accertamenti riguarderanno anche il mutamento di destinazione dell’area, da industriale ad area per civili abitazione e insediamenti produttivi. “La variazione avrebbe dovuto comportare una bonifica della zona – ha detto il Procuratore – ma ciò non è mai stato fatto. Nella popolazione abbiamo registrato tanta rassegnazione”. L’area, dopo la dimissione della Saint Gobain nel 1988, fu oggetto di programmi di sviluppo e di riconversione, di un accordo di programma siglato nel 1996 da Regione Campania, Provincia di Caserta, Comune di Caserta, Consorzio ASI e Progetto Industrie Srl, che hanno portato a compimento l’iter di riclassificazione dell’area ex Saint Gobain. “Detti programmi – ha affermato la Troncone – sono rimasti inspiegabilmente inattuati”.