Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato a Caserta, in Prefettura, per la firma del “Protocollo d’intesa per un’azione urgente nella Terra dei fuochi”. Il documento è stato sottoscritto anche dal Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, dal Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, dal Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dal Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, dal Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, dal Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, dal Sottosegretario al Ministero della Salute, Armando Bartolazzi, dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dal Prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, e di Napoli, Carmela Pagano. Dopo la firma il Presidente e i Ministri hanno tenuto una conferenza stampa. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i Vice Presidenti Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, il Ministro per il Sud Barbara Lezzi e il Sottosegretario al Ministero della Salute Armando Bartolazzi hanno incontrato Aurora e Padre Patriciello.
“Oggi, a Caserta – ha spiegato poi il premier Conte – ho conosciuto la piccola Aurora, una bambina molto coraggiosa e determinata. Ha solo dodici anni, da quattro combatte contro una brutta malattia, e nonostante tutte le difficoltà è diventata la portavoce di tutte le persone che soffrono nella terra dei fuochi. È anche la promotrice di un’associazione che porta un nome che mi ha molto colpito: “Terra dei cuori”. Ad Aurora ho detto che né io, né nessun altro membro di questo Governo possiede la bacchetta magica che potrà risolvere il problema della terra dei fuochi in pochi giorni. Quello che abbiamo portato oggi a Caserta è un piano d’azione chiaro, articolato e ricco di misure concrete. Un atto che porta la firma di diversi ministri di questo Governo. Un vero e proprio lavoro di squadra che siamo sicuri porterà i risultati sperati.”
Salute, ambiente e territorio sono i cardini del Protocollo d’intesa sulla Terra dei Fuochi in Campania firmato oggi a Caserta dal premier Giuseppe Conte e sette ministri. In realta’ un piano d’azione del governo contro i roghi tossici e gli interramenti abusivi di rifiuti, punta molto sulla prevenzione, con un rafforzamento della sorveglianza nei punti sensibili. Per questo saranno impiegati l’esercito che presidiera’ i siti di lavorazione dei rifiuti che, secondo le prefetture di Napoli e Caserta, sono a rischio di incendi dolosi i droni e un centinaio di carabinieri specializzati in reati ambientali. Saranno anche aumentati i vigili del fuoco pronti a intervenire sul territorio. L’azione sara’ anche affidata alle Asl e ai medici di base, per controllare l’aria e il territorio con la presenza anomala di malattie piu’ o meno gravi legate all’inquinamento da rifiuti. Di qui la presenza della Regione che ha competenza sulla sanita’. Il tutto con un livello di coordinamento che si spera migliore di quanto visto finora. La task force che il governo mettera’ in campo sara’ guidata direttamente da Palazzo Chigi e vi svolgerà un ruolo di primo piano il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che da generale della Forestale ha perseguito i clan camorristici attivi nel settore. L’esecutivo gialloverde pensa in prospettiva di esportare il modello Campania in altre regioni, perche’ come ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, “i roghi tossici sono un fenomeno che riguarda tutte le zone d’Italia”, in misura differente. L’obiettivo a lungo termine e’ il cosiddetto “end of waste”,la fine della dispersione dei rifiuti, la loro trasformazione nell’ambito di un’economia circolare, come ha sottolineato il premier Giuseppe Conte. Per far ciò, non solo repressione, ma anche premi. “Il 31 marzo scade l’accordo Anci Conai (Associazione dei Comuni e Consorzio nazionale imballaggi, ndr) ha detto Costa , io per il governo faro’ da pontiere per ottenere una differenziata di qualità e avviare il porta a porta con tariffa: chi inquina di meno paga di meno”. E’ la vera rivoluzione verde che vogliono realizzare i cinquestelle. Entro il 2035 non più del 10% dovrà essere conferito in discarica, ha stabilito l’Unione europea. Se la differenziata prenderà davvero piede in Italia, assicura Costa, “non ci sarà più neppure abbastanza materiale per gli impianti”.