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Le sei domande del Coordinamento Basta Biocidio Marcianise ai responsabili istituzionali

Nota stampa del Coordinamento Basta Biocidio Marcianise: “Urlo e non mi senti, s’alza un grido muto, in segno di protesta, per dire: “Non soccombere, tieni alta la testa!” Questo, al termine del corteo, l’incipit di una bellissima poesia di Lucia Marino, nostra concittadina, che ci ha lasciato da due anni, colpita dal “bastardo”, come lo chiamava lei. E perciò stringiamoci forte, non abbandoniamo l’idea di poter restituire aria e terra salubre ai tanti bambini che hanno costituito il cuore di questa manifestazione, che hanno scandito slogan e portato cartelli, protagonisti seri di questa lunga marcia. Avremmo voluto ascoltare autorità nazionali e regionali, ma il ministro per l’ambiente Costa, invitato come altri tramite PEC, non ci ha nemmeno risposto. Il presidente della Regione De Luca ha declinato l’invito tramite un prestampato. Unico rappresentante istituzionale il sindaco di Marcianise Antonello Velardi, che risponde con passione in prima persona del biocidio in atto. Eravamo davvero in tanti e tanti ancora dovremo essere – perché gli avvelenatori non mollano – e tutti uniti, senza bandiere politiche. Di seguito le istanze lette ai responsabili istituzionali per la gestione dei rifiuti, che saranno la base su cui verranno articolati futuri incontri e manifestazioni.

Domanda 1: Ormai il nostro territorio e di conseguenze i cittadini di Marcianise sono vittime sempre più frequenti di roghi tossici appiccati in impianti di trattamento dei rifiuti ed allo stesso tempo, anche di roghi tossici, per la presenza storica di discariche abusive che accolgono enormi quantità di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. A tal proposito chiediamo: esiste una mappatura degli impianti produttivi e delle suddette discariche?

Domanda 2: Il patto terra dei fuochi prevede la bonifica delle discariche abusive, dei siti inquinati ed il monitoraggio delle matrici ambientali. Perché tali azioni risultano incomplete? A tal proposito chiediamo la rimozione immediata dei rifiuti combusti che tutt’ora presenti all’interno della struttura di proprietà della Lea srl.

Domanda 3: Assistiamo al rilascio di autorizzazioni ambientali, da parte degli enti pubblici competenti, con una certa continuità, questo nonostante un impatto ambientale molto forte. Ritenendo non necessaria la presenza di tali impianti, oltretutto privati, quindi rispondenti per la maggior parte unicamente alle logiche di profitto, chiediamo: controlli sui titoli autorizzativi in loro possesso, il rispetto delle prescrizioni previste dalle normative vigenti indicate nel titolo autorizzativo e la revoca immediata degli stessi in caso di illeciti penali.

Domanda 4: Considerato il principio di precauzione, contemplato anche dalla commissione europea e che fa riferimento a tutte quelle situazioni di pericolo per la salute di cui non si ha massima certezza, chiediamo che nessun ulteriore impianto si insedi sul nostro territorio.
Domanda 5:

Il testo unico ambientale (d.lvo 152/2006), consente ai privati di fare richiesta ed ottenere autorizzazioni per impianti per il trattamento dei rifiuti. Basta avere la documentazione richiesta a posto e dimostrare di rispettare sulla carta i requisiti necessari. Chiediamo che si proponga di rivedere e migliorare il testo unico ambientale, inserendo maggiori restrizioni per i privati che fanno richiesta di titoli autorizzativi (riferito su tutto il territorio nazionale).

Domanda 6: Considerato che sono diverse le ipotesi di dolo relative ai tanti incendi succedutisi negli impianti di trattamento rifiuti negli ultimi mesi, chiediamo che gli stessi vengano sorvegliati costantemente con un sistema di videosorveglianza collegato agli uffici della prefettura e presidiati 24/24 dalla presenza dall’esercito italiano, per metterli in sicurezza almeno nell’immediato. Nella fattispecie si richiede di poter modificare il testo unico ambientale, riconsiderando i delitti di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia e non più della Procura ordinaria”.