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Al Cimitero dei Colerosi di Marcianise domenica 4 novembre messa per ricordare le vittime dell’epidemia del 1837

Domenica 4 novembre, alle ore 11.30, presso il Cimitero dei Colerosi di Marcianise, di fianco alla chiesetta Santa Venera, verrà celebrata una messa. L’iniziativa è stata fortemente voluta dai volontari che da molti anni si occupano della manutenzione dell’antico luogo sacro, un tempo molto frequentato dai contadini di Marcianise. Una messa per ricordare i morti della terribile epidemia del colera del 1837.

Il colera fa circa 160.000 morti nel Regno delle Due Sicilie nel 1836-37. A Napoli e nelle province dell’entroterra campano, quindi ache a Marcianise, il colera trovò terreno fertile per la sottoalimentazione della popolazione più povera e soprattutto per le carenze strutturali dell’assetto urbano. Un lazzaretto fu attrezzato all’interno del Castello di Loriano. In questo modo si cercò di circoscrivere il contagio della malattia del cosiddetto “morbo indiano” attraverso il confinamento degli ammalati. I deceduti da colera venivano poi portati nel giardino della Chiesa di Santa Venera, un luogo lontano dal centro abitato, per evitare ogni forma di contatto con la popolazione.

Sul colera a Marcianise resta una testimonianza documentale, datata gennaio 1837, il saggio ad opera del dottor Giuseppe Petruolo, all’epoca medico ordinario dell’Ospedale di Marcianise. “La malattia colerica – scrive il Petruolo – si introdusse in Marcianise verso i primi giorni dello scorso novembre (1836 ndr); attaccò prima un contadino che ne restò vittima e poi due sue figlie che la superarono”. Al Crocifisso di Marcianise il popolo attribuì il superamento del contagio. Il sacerdote marcianisano, don Raffaele Iodice, nel 1906 pubblicò un opuscolo dal titolo: “Marcianise e il SS.Crocifisso – Cenno storico, indulgenze, preghiere”. Egli scrive che nell’anno del colera 1837: “La processione (del Crocifisso ndr) si fermò nella piazza principale del paese; l’Immagine fu collocata sulla soglia della Chiesa di S.Carlo, luogo elevato e a vista di tutti: fu redatto un pubblico istrumento, con cui il Municipio si obbligava di fare ogni anno ai 25 luglio una festa a proprie spese, di far pratiche col governo del Re e con l’ Autorità ecclesiastica, perché quel giorno fosse stato dichiarato festa ufficiale, di precetto previo il digiuno. L’istrumento, letto tra un religioso silenzio, fu seguito da uno scoppio di alte grida, e lagrime di gratitudine e di gioia per la grazia, che evidentemente si era ricevuta, e a Gesù fu dato l’epiteto, che dura tuttora, di Crocifisso del colera.”

Oggi è possibile notare una targa posizionata all’esterno del cimitero che reca la seguente iscrizione “Comune di Marcianise Cimitero dei Colerosi dal 1837”, ad indicare il luogo dove furono seppellite le vittime dell’epidemia di colera.

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Alfonso Alberico - Marcianise

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