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Incendio azienda rifiuti a Marcianise, l’Asl chiede interdizione delle attività industriali delle aziende adiacenti. Indagini confermerebbero origine dolosa: innesco attraverso molotov

Le centraline Arpac che hanno misurato la concentrazione di diossina nella zona industriale di Marcianise, nelle ore successive all’incendio nell’impianto di smaltimento della Lea, hanno fatto registrare un valore pari a 24,06, ovvero circa 160 volte superiore alla soglia stabilita dalle linee guida della Germania, unico parametro di riferimento tenuto conto che in Italia non esiste alcun limite normativo. A seguito della pubblicazione dei dati sulle diossine da parte dell’Arpac, l’Asl di Caserta Dipartimento di Prevenzione (Unità Operativa Prevenzione Collettiva Distretto 16 Marcianise) ha inviato una missiva, a firma del dirigente delegato Francesca Campanile Castaldo e del direttore del dipartimento di prevenzione Consalvo Sperandeo, indirizzata al Sindaco di Marcianise e alla Polizia Municipale, per conoscenza al Prefetto di Caserta, al direttore dell’Asl di Caserta e all’Arpac, in cui scrive che “si ritiene di confermare in via precauzionale l’interdizione alle attività industriali per le attività ricadenti in via Dante Giocosa, in prossimità dell’impianto interessato dall’incendio, mentre per le attività poste in via G.B. Pirelli e R. Piaggio si rimanda ai datori di lavoro la valutazione della riammissibilità dei lavoratori agli ambienti di lavoro, previo monitoraggio degli inquinanti all’interno degli stessi. Tanto fino alla comunicazione dell’esito del prosieguo delle indagini in corso da parte dell’Arpac a cui viene richiesto un sollecito riscontro”.

Insomma l’Asl, facendo riferimento ai dati registrati nelle ore immediatamente successive al rogo, se ne lava le mani e rimanda le decisioni al Comune di Marcianise e ai datori di lavoro se far continuare o meno le attività che nei giorni scorsi sono regolarmente proseguite. Quindi dopo il “disastro ambientale” si profila anche il verificarsi di un dramma sociale che potrebbe investire sia gli imprenditori che prestano la loro opera nei pressi dell’azienda andata in fumo sia i loro lavoratori. Da registrare ieri un nuovo intervento dei vigili del fuoco per via di alcune fumarole ancora attive che però sono state subito estinte.

Intanto vanno avanti le indagini sull’origine dell’incendio scoppiato venerdì scorso alla Lea Srl, l’azienda che si occupa dello stoccaggio e recupero di rifiuti. Da accertare sarà anche la tipologia di rifiuti che si trovava stoccata nell’area di 3000 metri quadrati, pare soprattutto plastica e residui di legno, ma probabilmente anche umido proveniente dai rifiuti urbani. Il quotidiano La Repubblica scrive che “secondo il racconto di un testimone, le cui dichiarazioni sono state raccolte anche dai finanzieri che indagano sul rogo, confermerebbero la natura dolosa dell’incendio. Prima che scoppiasse l’incendio si sono udite almeno tre botti. Presumibilmente erano delle bottiglie molotov con innesco. Sono passati da dietro perché davanti c’è la vigilanza a presidiare l’ingresso”.

Così Gaetano Rivezzi, presidente dell’ISDE Campania – Medici per l’ambiente: “Si tratta di Bruciare senza grossi rischi penali materiali stoccati non vendibili. Stiamo cercando notizie tecniche dettagliate perché come Medici per l’ambiente faremo una denuncia di Danno di Salute sia acuto che persistente come aggravante dell’eventuale dolo con Reato Ambientale Grave che da solo è punibile con pena amministrativa”.

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Alfonso Alberico - Marcianise

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