Il problema è sorto a seguito della pronuncia del 20.12.2017 del Consiglio di Stato, gli effetti della quale molti docenti a tempo determinato ma anche a tempo indeterminato (oltre 6700) rischiano di perdere il posto. Il sistema scolastico, com’è noto, prevedeva l’immissione in ruolo solo con il superamento di un pubblico concorso al quale si poteva partecipare con il diploma o con una laurea. Con il superamento del concorso, infatti, si acquisiva non solo l’immissione in ruolo, ma anche l’abilitazione. Per la scuola primaria, invece, la maturità magistrale (durata quinquennale), era già titolo abilitante se conseguito entro il a.s. 2001/02 (vedi decreto Interministeriale del 10/03/1997, dal quale si evince dall’anno 1997/98 per la durata dell’intero quinquennio 2001/2002, venne riconosciuto il diploma magistrale valore abilitante).
Nel 1989 fu approvato la legge del doppio canale, per fronteggiare l’aumento del precariato, con un concorso a soli titoli cioè essere in possesso dell’abilitazione all’insegnamento per le scuole materne, medie e superiori e per la scuola elementare con 360 gg di servizio in un triennio e l’idoneità in un concorso (precisando che il diploma magistrale era di per sé titolo abilitante se conseguito entro il 2001/02). Con una nuova norma n° 124/99 dopo 10 anni la procedura per il reclutamento del personale scolastico, venne modificata, cioè sostituendo il “doppio canale” con le graduatorie permanenti delle tre fasce. Successivamente con dispositivo n° 296/06 dette graduatorie vennero trasformate in graduatorie ad esaurimento “dette GAE” al fine di eliminare il precariato. Tuttavia i docenti in possesso del diploma magistrale del 2001/02, hanno sempre sostenuto che il loro titolo di studio era già abilitante e pertanto avevano il diritto a far parte delle graduatorie GAE.
A sostegno di questa tesi sostenuta con un fitto contenzioso nell’anno 2014 il Consiglio di Stato, ha riconosciuto il valore abilitante del diploma magistrale così recepito con D.P.R. 25 marzo del 2014, in virtù del quale, nacque il diritto per i docenti elementare ad essere inclusi nelle graduatorie di Istituto di II fascia. Di conseguenza, sempre con ricorsi accolti da giudici amministrativi, è stato riconosciuto altresì il diritto all’inserimento nelle graduatorie permanenti con il conferimento non solo di incarichi annuali, ma anche immissioni in ruolo. Situazioni rimaste in piedi circa un biennio, determinando un susseguirsi di contenziosi amministrativi, specialmente quando i docenti con l’abilitazione (2001/02) si sono visti superati nelle graduatorie (Gae) da nuovi ingressi, cioè da insegnati in possesso di laurea in scienze della formazione primaria. La faccenda in parola è divenuta ancora più grave ed ingarbugliata, con la pronuncia del Consiglio di Stato del 20.12.2017, con una valutazione contraria a quella precedente; negando di fatto il valore abilitante del diploma magistrale. L’evento, quindi, è stato per dir poco sconcertante e ritengo che non possa aver trovato il rimedio risolutore tra il decreto Dignità e quello Milleproroghe.
Penso, invece, che questo bailamme non scongiura prossime controversie giuridiche, in quanto poteva e doveva essere risolto seguendo un iter legislativo urgente, trovare una fattiva soluzione politica con il supporto di questa maggioranza parlamentare dell’attuale Governo, e dare una risposta uniforme-definitiva finalizzata a conciliare i diversi interessi sia dei docenti in possesso del diploma abilitante, e sia i docenti laureati in scienze della formazione primaria. La regnante incertezza, veramente su tutto, accomunata dalla mancanza di volontà politica, sta aggravando con il “rinvio” la già vexsata quaestio, nata purtroppo, da pronunce giurisdizionali non univoche.
Pasquale Gaglione – Pd Marcianise
