L’incendio che ieri alle 13 è divampato nell’azienda di smistamento rifiuti “Di Gennaro spa” di Caivano, in provincia di Napoli, è sotto controllo ma non del tutto spento. Questa mattina i fumi erano ancora visibili in tutta l’area nord. Sono andati bruciati i derivati dagli scarti della selezione della plastica da riciclare, di carta e vetro. Le balle erano in una piattaforma all’aperto e adesso si stanno studiando le cause che hanno portato al rogo. Nel fascicolo di indagine aperto dalla Procura di Napoli Nord, coordinata da Francesco Greco, sono confluite le prime informative dei carabinieri che sono al lavoro da ieri mattina e i primi rapporti dei vigili del fuoco, ma anche quelli relativi alle indagini sul rogo di qualche giorno fa alla ‘Bruscino ecologia’ di San Vitaliano, nel Napoletano. Nessuna ipotesi esclusa per ora e’ nessun indagato.
Intanto l’Arpac ha monitorato l’area e ha stabilito che non sono stati registrati superamenti dei valori limite per le concentrazioni di inquinanti atmosferici. Ecco l’ultimo comunicato di oggi, 26 luglio 2018: “Si comunica che nell’area interessata dall’incendio che si è sviluppato presso la ditta di recupero rifiuti “Di Gennaro Spa” di Caivano, intorno alle 13.00 del 25 luglio, i dati elaborati finora da Arpac non mostrano superamenti dei valori limite per le concentrazioni di inquinanti atmosferici. Le centraline di monitoraggio ubicate nell’area di interesse non hanno rilevato valori critici dei parametri monitorati. I valori di ossidi di azoto e benzene rilevati nelle prime ore del 26 luglio mostrano concentrazioni lievemente maggiori, sebbene ampiamente entro i valori di soglia normativi, per condizioni meteo-ambientali favorevoli all’accumulo degli inquinanti. Tutte le informazioni sono dettagliate in uno specifico report pubblicato sul sito Arpac all’indirizzo: http://www.arpacampania.it/web/guest/1402 [1]. In data odierna è stato installato un laboratorio mobile di monitoraggio della qualità dell’aria in località Pascarola di Caivano. I dati saranno diffusi nelle prossime ore”.
“La priorità assoluta – spiega la Rete di Cittadinanza e Comunità attraverso il portavoce Enzo Tosti – è quella di obbligare l’azienda interessata dalle fiamme a fornire celermente un elenco di tutti i materiali combusti al fine di conoscere le particelle che tanti cittadini hanno dovuto incolpevolmente assumere ed adottare contromisure efficaci per tutelare la propria salute. E successivamente chiedere con forza che venga adottato dalle Prefetture quanto disposto dal ministero dell’Interno, su indicazione del ministero dell’Ambiente, di monitorare costantemente tutti i siti a vocazione monnezza, affinché questi episodi non si ripetano. A latere ci sarebbero ulteriori considerazioni da fare: scandalosa lentezza nell’intervento di spegnimento (vigili del fuoco e forze di polizia sono arrivate dopo più di un’ora dal primo avvistamento della colonna di fumo nero) e inconcludenza degli organi preposti alla tutela ambientale. Come sempre l’Arpa Campania dirà che la qualità dell’aria non è compromessa. Possiamo stare tranquilli, la nube nera come la pece e consistente al punto di poter quasi essere tagliata con un coltello non produce effetti sulla salute. Come dire, continuate a bruciare che tanto non succede niente”.
Il presidente della commissione Terra dei fuochi, economafie e bonifiche del consiglio regionale della Campania, Gianpiero Zinzi, ha scritto una lettera all’Asl Caserta e all’Asl Napoli 2 Nord per chiedere che, a seguito dell’incendio di Caivano, sia esteso il raggio dei Comuni interessati a controlli e prescrizioni. Ad annunciarlo lo stesso Zinzi in un post sulla sua pagina Facebook. Le verifiche, secondo il consigliere regionale, dovrebbero essere estese anche a Gricignano d’Aversa, Teverola, Casaluce, Frignano, Macerata Campania, Recale, Casagiove, Portico di Caserta, Capodrise, Caserta, Cesa, Carinaro, Aversa, Succivo, Sant’Arpino, San Nicola La Strada, San Marco Evangelista e Maddaloni. “”Per qualcuno è una precauzione eccessiva? – ha scritto – Io la definisco invece una prudenza necessaria, vista anche l’incognita del vento””.
Scarica la relazione Arpac [2]