Questa sera, martedì 3 luglio 2018, alle ore 20,30, presso Spazio Corrosivo, sito in via Foglia (Palazzo Grimaldi), sarà proiettato il film di Pasquale Squitieri, del 1999, “Li chiamarono briganti “, incentrato sulle vicende del brigante lucano Carmine Crocco, che permette una riflessione sulla storia dell’Unita’ d’Italia, sposta l’attenzione sul meridione e documenta le crudeltà dell’esercito piemontese contro la popolazione.
Il film racconta la storia dell’Unità d’Italia come effettivamente è avvenuta, e non quella falsa e patriottica scritta sui libri di storia, e studiata nelle scuole da tutti ragazzi. Il film non fa altro che mettere in scena un’altra versione dei fatti relativamente al periodo risorgimentale, poco dopo l’unità (1861 -1864) spostando l’attenzione sul meridione. Così come Sergio Leone aveva dedicato il suo Giù la testa alla rivoluzione aprendo il film con una citazione di Mao, Squitieri dedica il suo Li chiamarono… briganti a Sergio Leone; presto detto, il popolo dell’Italia meridionale si rivolta all’esercito sabaudo dopo la cacciata dei Borbone. Il regista napoletano non risparmia nulla al pubblico illustrando in maniera cruda le atrocità commesse dall’esercito piemontese, in particolar modo, sulla popolazione lucana: eccidi in nome di rappresaglie, stupri e anche decapitazioni di alcuni briganti, le cui teste furono messe in mostra per intimorire i contadini rivoltosi. Questo episodio fa riferimento ad una pratica effettivamente utilizzata durante la repressione del brigantaggio, documentata attraverso testimonianze fotografiche e bibliografiche. Squitieri non si accontenta e se una storia deve essere raccontata con tutti i crismi, mette in luce altri aspetti di questa controversa pagina storica come i contatti tra governo sabaudo e la criminalità organizzata per acquietare le rivolte . E’ evidente, quindi, che il messaggio di questo film fosse troppo forte, vista anche la presenza di attori quali Franco Nero e Claudia Cardinale che avrebbero portato la schiera dei loro fan a guardare la pellicola. Tutto ciò avrebbe rischiato di intaccare quel subdolo meccanismo di denigrazione della popolazione meridionale, talmente oliato a dovere da aver coinvolto anche alcune persone abitanti del Sud.
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