Martedì 12 giugno 2018, alle ore 20,00, nell’auditorium del liceo “Quercia” di Marcianise, diretto dal dirigente scolastico Diamante Marotta, il Laboratorio di teatro moderno e contemporaneo porterà in scena il genio di Pirandello. A coordinare e guidare gli studenti le professoresse Maria Delle Curti e Tina Carugo, che hanno fuso ed adattato due delle principali opere dell’autore siciliano. Il giuoco delle parti e Sei personaggi in cerca d’autore vengono proposti in un’unica pièce teatrale. Finzione scenica e realtà si fondono in due importanti testi pirandelliani.
Ne Il giuoco delle parti, commedia in tre atti scritta nel 1918, Pirandello mette in scena attraverso le relazioni tra i tre personaggi principali il conflitto tra la fredda razionalità e i sentimenti. Leone Gala e sua moglie Silia mantengono solo in apparenza il loro matrimonio, ma, di fatto, vivono separati, sebbene Leone vada a trovarla ogni sera per mezz’ora. La ragione di Leone, freddo e distaccato, si scontra con il sentimento di Silia, il disprezzo che questa prova verso di lui, l’incessante vagheggiamento di una soddisfazione irreale che permea la dimensione angosciante della sua quotidianità. Tra queste due figure s’inserisce Guido, amante di Silia, che non riesce a comprenderne la tumultuosa interiorità. Silia è intrappolata in una noia di vivere cui non potrà mai porre fine poiché ella stessa non ne comprende la cagione. L’opposizione tra la figura impenetrabile di Leone, che, in distaccati atteggiamenti da filosofo stoico, afferma di aver compreso il giuoco della vita vuotandosi completamente di ogni emozione e quella di Silia corrisponde al perenne contrasto tra la società contemporanea che avverte il bisogno di attribuire a ciascuno delle parti e la vita interiore.
Quand’ecco che, improvvisamente, il dramma s’interrompe. Silia e Guido ritornano gli attori che li interpretano ed il Capocomico irrompe furente sul palco. Sei personaggi in cerca di un autore arrivano chiedendo udienza agli attori e al Capocomico. Inizia allora una torbida vicenda familiare, parodia del dramma novecentesco, che si dipana sempre più tragica e vede come protagonisti i sei personaggi increati da un autore. La storia è raccontata al pubblico di attori dai personaggi stessi, che gridano il loro racconto per strapparlo alla finzione, per sopperire alla loro incompletezza. Un padre, rispettabile borghese, si ritrova a dover lasciare sua moglie e suo figlio per il loro stesso bene e permettere alla moglie di rifarsi una famiglia con un suo subalterno di cui s’era invaghita. Nella nuova famiglia nascono altri tre figli e, dopo la morte del segretario, si alimenta l’interessamento del padre verso la famiglia di sua moglie, al punto da andare a trovare ogni giorno la figlia di lei all’uscita di scuola. Il dramma tocca l’apice quando il padre, recandosi nella casa di malaffare di Madama Pace, è sul punto di consumare un rapporto con la figliastra.
In un continuo infrangersi della finzione scenica, che arriva addirittura ad interrogare lo spettatore sulla sua realtà, Sei personaggi in cerca d’autore si pone come un’audace riflessione sul ruolo del linguaggio nella comunicazione, sul ruolo dell’autore, sulle possibilità del teatro di rappresentare la realtà e dell’arte di rappresentare la vita o esserne solo un simulacro, e spinge irrimediabilmente il suo pubblico a chiedersi se non sia invece ciò che chiama realtà null’altro che finzione o apparenza.
