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Storie di marcianisani: Salvatore Maietta, il barbiere mezzo olandese e mezzo “puzzanellaro” che lavorava al Salone Wagner di Amsterdam

Storie di marcianisani che non recidono mai la loro esistenza dalla città patria nonostante l’abbiano dovuta abbandonare in giovane età per andare a lavorare all’estero. Salvatore Maietta, 79 anni, lascia la sua Marcianise quando aveva 25 anni. Il suo mestiere era quello del “parrucchiere per uomo”, che dalle nostre parti si traduce in “barbiere”. Un’arte che aveva imparato dal suo maestro, Gaetano Guerriero (Taniello ‘o barbier’) che esercitava all’inizio di via San Giuliano (Miezz’ a ‘roce). Tanto lavoro ma zero stipendio così, nel 1969, se ne parte per l’Olanda, destinazione Amsterdam. Lì trova un lavoro come operaio, facendo anche i turni di notte, ma si accorge presto che non è il suo lavoro perché Salvatore vuole fare il “Figaro”. Così si licenzia dalla fabbrica e trova lavoro in un salone per uomo e per donne, il Wagner (dal nome del proprietario), che si trovava nel cuore urbano della capitale olandese. Intanto si fidanza con una ragazza un po’ più giovane di lui, Antonia Pieternella, con cui avrà il suo unico figlio che oggi lavora nella polizia olandese. I genitori, contadini, non sopportavano l’idea che il figlio se ne fosse andato dalla loro casa, così la mamma fece arrivare in Olanda, alle orecchie di Salvatore, che stava male. Salvatore torna a casa ma si accorge presto che era solo un trucco escogitato dalla madre per farlo tornare a Marcianise. Così rifà i bagagli e se ne torna nella patria di Van Gogh.
Nel salone “Wagner” Salvatore lavora per ben 37 anni e mezzo, fino alla pensione. Ma è solo una pensione formale visto che i suoi clienti non vogliono abbandonarlo ed ancora oggi Salvatore, alla bellezza di 79 anni, modella le chiome dei suoi aficionados. Ora vive a Zaandam, a otto chilometri da Amsterdam, in uno scenario bellissimo che si estende lungo il fiume Zaan con centinaia di Mulini a Vento, tipici del paesaggio olandese e l’odore dolce del cacao per via di una grossa fabbrica di cioccolato. Salvatore tiene a dire di aver vissuto la propria vita in maniera molto intensa. Almeno due volte all’anno, con la moglie Antonia (che ha imparato anche a parlare il marcianisano), torna a Marcianise a trovare la sorella Teresa che abita in via Bellini. Gira in bicicletta e va a trovare i suoi amici di infanzia. “Anche quando penso parlo il marcianisano – spiega Salvatore – e spesso in Olanda mi capita di mischiare il “puzzanellaro” con la lingua locale. Cerco di far coincidere sempre il mio ritorno a Marcianise con la Festa del Crocifisso, a cui sono molto legato”. Insomma una legame indissolubile con la sua città natale che intende continuare a mantenere per sempre.

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Alfonso Alberico - Marcianise