Azzerata l’assoluzione pronunciata in Corte d’Appello. Per i Giudici di Cassazione (sentenza n. 14502/2018, Sezione Sesta Penale, depositata il 29.3.2018) non è una giustificazione la necessità di allontanarsi dal clima teso tra le mura domestiche. E la condotta non è resa meno grave dalla chiamata fatta ai carabinieri per segnalare la sua decisione e per chiedere loro di essere accompagnato in carcere. Il clima pesante tra le mura domestiche e la difficile convivenza con i familiari non giustificano la rottura del vincolo imposto con gli arresti domiciliari. Irrilevante anche il fatto che l’uomo, in fuga dai parenti, prima di scendere in strada abbia chiamato i carabinieri per chiedere loro di raggiungerlo in un bar vicino casa e di riportarlo in carcere. Inevitabile, quindi, la condanna per evasione. Scenario della strana vicenda è Marcianise (Caserta), protagonista è un uomo che, condannato per rapina, ha ottenuto la possibilità di scontare la pena ai domiciliari. Questo beneficio si rivela però poco positivo. L’uomo soffre a stare sotto lo stesso tetto coi parenti e così decide una fredda mattina – siamo nel gennaio del 2010 – di uscire di casa per poter prendere una boccata d’aria e rasserenare l’animo. Prima di scendere in strada, però, telefona ai carabinieri, spiegando loro che per lui «è insostenibile la convivenza coi familiari» e che li aspetta «in un bar vicino casa» per poter «essere riaccompagnato in carcere». In quel bar i militari lo trovano e lo pongono in arresto, con annessa accusa per evasione.
Tutti questi elementi spingono i Giudici della Corte d’Appello a escludere, sorprendentemente, la possibilità di una condanna, contrariamente a quanto deciso in Tribunale, ma non convincono invece i Giudici della Cassazione. Questi ultimi ritengono difatti non giustificabile il comportamento tenuto dall’uomo che, a loro parere, ha violato consapevolmente gli arresti domiciliari.
Irrilevante, innanzitutto, il fatto che l’uomo non si sia dato alla macchia né abbia approfittato della propria libertà per delinquere ancora. Inutile, poi, anche il richiamo al «clima conflittuale creatosi con i familiari»: questo dato non legittima l’uscita dall’abitazione, osservano i magistrati, né permettono di «escludere il dolo dell’evasione». E, per chiudere, priva di valore anche la circostanza che l’uomo «abbia avvertito le forze dell’ordine prima di abbandonare il domicilio».
Evase gli arresti domiciliari perché non voleva stare con la moglie e i parenti, condannato in Cassazione un uomo di Marcianise
8 Apr 2018
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